Foligno, celebrato il 4 novembre, Costituzione e bandiera in dono ai ragazzi
FOLIGNO – Celebrata, stamani a Foligno, la cerimonia del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. In piazza don Minzoni, alla presenza di autorità civili e militari e del picchetto d’onore del Centro di selezione e reclutamento nazionale dell’Esercito, è stata deposta un corona d’alloro al monumento monumento ai caduti. Poi, in sala consiliare, il sindaco, Nando Mismetti, ha commemorato l’evento, donando una copia della Costituzione italiana e la bandiera nazionale a una rappresentanza di studenti delle scuole superiori della città.
“Oggi – ha detto Mismetti – ricordiamo una pagina importante della storia del nostro Paese e rendiamo omaggio a quanti, sacrificando la propria vita, hanno contribuito a costruire un’Italia unita, libera e democratica.
Il 4 novembre del 1918 il nostro Paese concludeva vittoriosamente la Prima Guerra Mondiale, considerata l’ultima guerra del Risorgimento, completando il sogno dell’unità e dell’indipendenza nazionale, con la conquista delle terre ancora sotto il dominio austriaco. Tale data assume, quest’anno, un significato particolare perché ricorrono i 100 anni della Grande Guerra, scoppiata nell’estate 1914 e considerata il più grande conflitto armato mai combattuto, fino alla seconda guerra mondiale: un dramma che coinvolse quasi tutti i continenti, gran parte delle nazioni e dei loro abitanti, cambiandone per sempre il destino; un evento sui cui, ancora oggi, è opportuno riflettere, rilanciando il nostro impegno per la pace e l’unità dei popoli e delle nazioni. A 100 anni dallo scoppio – ha detto ancora Mismetti – come italiani e come europei, siamo chiamati a riflettere su queste pagine drammatiche della nostra storia, trasmettendo alle nuove generazioni la memoria di quella tragedia e rinnovando il nostro impegno per la pace e per la costruzione di un’Europa unita e solidale.
Come ha recentemente evidenziato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ‘dall’esempio della Prima Guerra Mondiale deve derivare la convinzione dell’assoluta necessità di sradicare i nazionalismi aggressivi e bellicisti, dando vita a un progetto e a un concreto processo di integrazione e unità dell’Europa’. Solo un’Europa davvero unita e solidale può, infatti, metterci al riparo dal ripetersi di simili orrori: in 100 anni ne abbiamo fatta tanta di strada, ma c’è ancora molto da fare per costruire un’Unione Europea davvero motore di sviluppo e di democrazia”.
Mismetti ha anche ricordato il valore delle Forze Armate “che ancora oggi, svolgono un ruolo fondamentale nel nostro Paese, contribuendo non solo a garantire la sicurezza della comunità nazionale, ma anche a promuoverne lo sviluppo: in un contesto generale di grande incertezza, rappresentano un’istituzione di riferimento per i cittadini”.
Rivolgendosi ai ragazzi presenti alla cerimonia, Mismetti che detto che “per superare il periodo difficile che stiamo attraversando, è necessario un nuovo atteggiamento etico, culturale e politico, utile a favorire l’integrazione e la coesione sociale e a promuovere nuove forme di sviluppo. È importante coltivare la memoria e diffondere la cultura della pace, della democrazia, della legalità, della difesa dei valori e dei diritti costituzionali, per evitare che gli effetti prodotti dalla crisi mettano in pericolo la qualità della nostra democrazia. Bisogna favorire una maggiore partecipazione dei giovani alla vita sociale, culturale e politica della nostra comunità, perché l’entusiasmo e il contributo delle nuove generazioni è necessario per superare le difficoltà e costruire un Paese migliore. Proprio per questo – ha evidenziato ancora il sindaco – oggi doniamo a tutti voi una copia della Costituzione italiana, il più alto riferimento etico e civile dello Stato, che contiene i principi sui quali si fonda il nostro Paese: libertà, uguaglianza, solidarietà, democrazia, giustizia, lavoro. L’auspicio è che siate proprio voi giovani a difendere e a promuovere questi valori per costruire un’Italia più giusta e più accogliente”.
Alla cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Consiglio comunale, Alessandro Borscia, e il vicecomandante del Centro di reclutamento e selezione nazionale dell’Esercito, colonnello Antonio Tebaldi. “Oggi celebriamo insieme, in questa sala consiliare, – ha detto Borscia – l’importante ricorrenza del IV Novembre che rappresenta non solo la fine della Prima Guerra Mondiale, ma soprattutto la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Con essa, investiti e trasportati da profonda gratitudine, ricordiamo chi ha sacrificato e chi sacrifica se stesso per il nostro Paese. Questo senza retorica, senza demagogia e senza legittimare l’uso delle armi nella risoluzione delle controversie. Il nostro pensiero, in questa giornata, infatti, si rivolge alla Pace, – ha proseguito il presidente del Consiglio comunale – ma non dimentica i caduti e chi oggi è trattenuto in un paese straniero contro la sua volontà nonostante fosse in missione a nome ed in rappresentanza del nostro Stato. Dalla tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale è scaturita una significativa eredità: la conquista del senso dell’Unità Nazionale. Il senso di unità, oggi più che mai, dovrebbe spingerci a cercare di far fronte comune alla crisi economica, alla complessità degli interessi -anche individuali- che determinano le scelte nazionali, al venir meno di ideologie forti, alla disaffezione verso le istituzioni, all’affievolirsi dei valori essenziali. È evidente che in una società complessa come la nostra, in continuo fermento e con una globalizzazione sempre più portatrice di novità, ma anche di istanze particolari, è necessario traguardare il bene della collettività in un “intreccio” di legalità, condivisione e solidarietà. Se, infatti, è nelle condizioni di difficoltà che si misura lo spirito di un popolo, questo è il momento in cui ciascuno di noi è chiamato a dimostrare la volontà di assumersi pienamente e convintamente le proprie responsabilità pubbliche e private. Solo così potremmo dare un senso alla giornata di oggi in cui si medita sui sacrifici dei nostri nonni e dei nostri padri, in pace e in guerra. La nostra nazione deve tornare ad avere il coraggio del vero confronto, la forza di guardare avanti con positività, la volontà di accettare il rischio della prima linea; non più una prima linea di trincea, ma dell’impegno per il rafforzarsi del senso di appartenenza, di unità e di solidarietà. Questi sono principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. Questo, credo, sia il significato più profondo che possiamo dare a questo giorno di festa”.