Foligno, Family Day, il vescovo: “I diritti vanno riconosciuti ma non minare la famiglia, architettura della società”
FOLIGNO – “La piazza non è lo strumento abituale per far sentire la voce della Chiesa, ma oggi ci si arriva perché si è toccato il punto decisivo della struttura sociale e cioè la famiglia. I diritti devono essere riconosciuti, ma senza minare l’architettura della società che è la famiglia”.
Parole di monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno, nel giorno del Family Day, la manifestazione organizzata al Circo Massimo a Roma per la difesa della famiglia tradizionale, in vista del dibattito politico sulle unioni civili. Il presule è intervenuto sull’argomento nel corso dell’incontro con gli operatori della comunicazione in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
“Oggi – ha sottolineato monsignor Sigismondi – si scende in piazza per gridare che abbiamo passato ogni limite, per dire che abbiamo distrutto il tessuto familiare e che la società non può ritrovare la sia bellezza senza la famiglia come cellula fondamentale. Da Foligno sono partiti tre pullman, un’adesione molto significativa anche dal punto di vista numerico”.
Il vescovo ha toccato anche altri argomenti importanti e di grande attualità come l’integrazione sociale e l’accoglienza dei profughi e dei meno fortunati. “Nella nostra diocesi – ha detto – c’è bella e ampia partecipazione ma bisogna far crescere la cultura dell’accoglienza, questa è la vera sfida pastorale. Nel tessuto cittadino c’è scarsa cultura dell’integrazione, ci sono tante strutture ma non non è stato ancora raggiunto l’obiettivo più alto”. Su questo tema è intervenuto anche il direttore della Caritas diocesana, Mauro Masciotti, che ha evidenziato l’importante attività portata avanti attraverso la logica “dell’accoglienza familiare con piccoli nuclei distribuiti sul territorio per evitare ghettizzazioni”.
Riguardo il disagio sociale, sempre più diffuso anche a Foligno, il vescovo ha evidenziato che “la preoccupazione più grande è per chi ha perso il lavoro a cinquant’anni, persone che non vengono a chiedere un pezzo di pane ma speranza, occupazione e la sofferenza è grande perché è quasi impossibile trovare soluzioni, anche se c’è da dire che nel territorio folignate alcune grandi aziende sono riuscite a navigare nella tempesta della crisi mantenendo posti di lavoro”.
Monsignor Sigismondi ha anche parlato del Giubileo della Misericordia come di “opportunità per fare una sorta di visita pastorale lampo sul territorio diocesano e occasione unica per lanciare due messaggi: bisogna costruire percorsi di misericordia con gesti concreti; riservare tempo all’ascolto di chi ha bisogno di essere ascoltato e vuole accostarsi al sacramento della confessione , per questo ho chiesto ai sacerdoti della diocesi di dedicare più attenzione all’ascolto e io stesso sarò in cattedrale tutti i sabati pomeriggio”.
Infine l’appello ai giornalisti a “sentire, udire, ascoltare: per fare informazione occorre sentire e udire ma per comunicare bene e fare un vero servizio alla comunità non basta, occorre piuttosto ascoltare”.