Foligno, referendum, Barberini e Verini lanciano il Sì: “L’Italia ha bisogno di cambiare”
FOLIGNO – E’ partita, a Foligno, la campagna elettorale per il referendum del 4 dicembre prossimo. In un incontro pubblico organizzato dal Partito democratico, i sostenitori della riforma costituzionale hanno spiegato i motivi per cui gli italiani, quindi i folignati e gli umbri, dovrebbero votare Sì. Tra questi il parlamentare Walter Verini, l’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, e il sindaco di Foligno, Nando Mismetti.
“Si tratta di una riforma che modernizza il sistema-paese – ha detto Verini – e che dà all’Italia la possibilità di sincronizzarsi con una società che ha bisogno di risposte in tempi rapidi”.
Verini ha spiegato i principali obiettivi del processo di riforma proposto, “nato in un momento in cui c’è stata da parte del Governo una forte tensione verso la modernizzazione, basti pensare alla riforma della pubblica amministrazione e a quella del mercato del lavoro, al nuovo Codice degli appalti, alla legge sulle unioni civili e sul Dopo di noi”.
Mismetti ha evidenziato che “il 4 dicembre è un’occasione per dare la possibilità al Paese di fare uno scatto in avanti, dopo settant’anni è necessaria una modernizzazione per la velocizzazione dello Stato e dare ai cittadini più possibilità di partecipazione”.
L’assessore Barberini ha detto che “non possiamo continuare a dire che tutto va bene, quando la disoccupazione giovanile in Italia è al 40% mentre in Germani al 7% e nell’Eurozona a circa il 20%, il Pil è diminuito del 10% dal 2008 ad oggi e un quinto delle imprese storiche ha chiuso i battenti negli ultimi anni. Per ripartire serve una svolta, un cambiamento vero nelle modalità operative di gestione del Paese, che guardi al futuro rendendo l’Italia di nuovo protagonista
Dire sì è importante per rendere l’Italia più moderna, semplice, innovativa, veloce ed efficiente, cancellando sprechi, poltrone ed enti inutili, senza toccare principi e valori fondanti. Significa semplificazione del meccanismo gestionale, celerità nei processi decisionali, chiarezza sulle responsabilità e le competenze fra enti. Il no è per lasciare tutto com’è, continuando a governare il Paese con strumenti e processi vecchi e ormai inadeguati”.
Nel corso del dibattito, sono state diverse le stoccate a Massimo D’Alema e alla sinistra Pd schierata per il no, tanto che lo stesso Verini ha detto “rispetto la sua posizione, ma a me sembra solo una battaglia contro Renzi”.