Foligno, San Feliciano, il monito del vescovo: “Volontari e Caritas non sono tappabuchi, serve nuovo patto”
FOLIGNO – Volontari e Caritas non sono tappabuchi, le istituzioni delegano troppo ed è necessario rinnovare il patto per raggiungere insieme il bene comune. In sintesi, ecco il monito del vescovo di Foligno, monisgnor Gualtiero Sigismondi, in occasione del solenne pontificale per la festa di San Feliciano, patrono della città, celebrato il 24 gennaio. Il presule, in un gremito santuario della Madonna del Pianto, cattedrale provvisoria dopo il sisma del 2016 che ha danneggiato la chiesa principale di Foligno, ha lanciato una sorta di appello alla politica, enfatizzando il ruolo del volontariato e chiedendo in qualche modo di chiarirlo meglio.
“Quanti sono impegnati a titolo gratuito nei più svariati settori della società – ha evidenziato il vescovo – non sono i tappabuchi, ma persone che contribuiscono a compiere l’opera di promozione umana, senza sottrarsi ai propri doveri familiari e professionali. Il progresso e la dignità di una società dipendono, infatti, da coloro che sanno prodigarsi oltre il dovuto nella condivisione del tempo, delle doti e anche dei beni materiali”. “Tale solidarietà – ha spiegato – non può essere delegata allo Stato, tuttavia al volontariato risultano essere ancora troppo ‘appaltati’, da parte delle istituzioni, i molteplici ambiti della lotta alla povertà. Molto spesso, infatti, ‘la generosità del volontariato e persino la creatività del terzo settore sono intese come disponibilità illimitata a supplire alle carenze e alle inefficienze dei servizi statali e territoriali. Pertanto, è necessario rinnovare, in un’ottica sussidiaria, l’alleanza sulle politiche sociali, basata sulla cooperazione responsabile e non sulla comoda delega”.
Quindi una riflessione sul ruolo della Caritas diocesana: “Con i vari progetti e le sue articolazioni parrocchiali, non intende certamente arretrare rispetto alla necessità di affrontare punti critici e complessità, ma ritiene essenziale ribadire il suo ruolo di organismo pastorale con prevalente funzione pedagogica”.
“Fratelli carissimi – ha concluso monsignor Sigismondi – educare a mettere a disposizione degli altri anche solo la ‘decima’ del proprio tempo è un obolo che arricchisce non solo chi lo riceve. Il martirio di San Feliciano ci sollecita a non disperdere il capitale della rete di solidarietà sociale, di cui il mondo cattolico è parte integrante. Egli, che ha versato il proprio sangue, non ci chiede di fare lo stesso, ma forse ci invita a non tirarci indietro nel donare sangue, una forma nobilissima di volontariato”.
Ad ascoltare le parole del vescovo, c’erano le massime autorità civili e militari della città e del territorio, a comuniciare dai sindaci dei comuni della Diocesi: Foligno, Spello e Valtopina. Presente anche la provincia di Perugia e la Regione Umbria, con l’assessore alla Salute, Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini.
Al termine della celebrazione, l’annuncio della prossima riapertura della cattedrale di San Feliciano, chiusa dopo il terremoto 2016. La Diocesi ha fatto sapere che grazie a uno sforzo comune, la Protezione civile regionale ha dato il via libera al restauro, nonostante Foligno non fosse inserita nel cratere. I lavori partiranno a breve e l’obiettivo è riaprire la cattedrale fra circa un anno.