Foligno, Umbra Cuscinetti continua a crescere: accordo da 75 milioni di dollari con Boeing. Intervista al nuovo amministratore delegato, Antonio Baldaccini

FOLIGNO – In un quadro di generale difficoltà, fatto di imprese in crisi o costrette a chiudere, c’è un’Umbria che va, ci sono realtà che continuano a crescere e a produrre trainando l’economia della regione e affermandosi come eccellenze al livello internazionale. È il caso di UmbraGroup, per tutti Umbra Cuscinetti, azienda folignate leader nel settore della meccanica di precisione.

L’impresa è stata fondata nel 1972 dall’ingegner Valter Baldaccini, industriale lungimirante e coraggioso, prematuramente scomparso qualche mese fa. La storia di Umbra Cuscinetti, casa madre di UmbraGroup, è fatta di continui successi, costruiti su valori come la qualità, la competenza, la ricerca, l’innovazione, la solidarietà, la valorizzazione delle risorse umane, il forte legame con il territorio e, al tempo stesso, l’apertura a scenari internazionali. Oggi è una multinazionale di eccellenza nelle produzioni aeronautiche, con stabilimenti in Europa e in America e rapporti strategici con realtà come Boeing, con cui sta per chiudere un nuovo accordo commerciale da 75 milioni di dollari.

Dal giugno 2014, alla guida di UmbraGroup c’è il dottor Antonio Baldaccini, manager giovane e brillante, nominato amministratore delegato dopo una lunga e proficua esperienza professionale all’interno della società, sia in Italia sia all’estero.

Dottor Baldaccini, il 2014 è stato un anno importante per UmbraGroup: qual è la situazione dell’azienda?

“UmbraGroup sta vivendo un momento molto positivo. Chiuderemo il 2014 con un fatturato di circa 155 milioni di euro e circa mille dipendenti nei quattro stabilimenti produttivi: uno in Italia, due in Germania, uno ad Everett WA negli USA e nel centro di ricerca di Albanella, vicino Salerno. Abbiamo investito in macchinari circa il 3% del fatturato e in formazione e R&D circa 1,5 per cento”.

In un quadro di generale difficoltà, UmbraGroup rappresenta un modello di efficienza: com’è stata affrontata la crisi economica in corso, quanto ha inciso su attività e prospettive dell’azienda?

“Abbiamo affrontato i primi due anni di crisi (2008-2010) come si fa in famiglia: stringendo la cinghia. Abbiamo utilizzato gli ammortizzatori sociali facendo un giorno di cassa integrazione a settimana, ma salvaguardando il posto di lavoro di tutte le persone dello stabilimento di Foligno. Questo ci ha permesso di supportare le richieste dei clienti, uscendo dal tunnel in tempi molto brevi. Oggi in UmbraGroup non si parla di crisi, ma di un cambiamento perché per noi la crisi è finita da quattro anni. La nostra bravura è stata quella di adattarsi al cambiamento velocemente perché, come disse Darwin, non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente, ma quella più pronta al cambiamento”.

UmbraGroup è un’eccellenza italiana nel mondo nel settore della meccanica fine e dell’alta tecnologia, quali sono i prossimi obiettivi?

“Parlare del futuro non ci fa paura: è una possibilità per esplorare nuove opportunità di crescita. Chiudendo gli occhi e proiettandomi a dieci anni da oggi, penso che UmbraGroup raddoppierà il suo fatturato da 150 a 300 milioni di euro, pur mantenendo la sua leadership per la produzione di viti a ricircolo di sfere, rivoluzionerà l’architettura dell’attuazione elettromeccanica, continuerà a espandersi attraverso acquisizioni in Europa e negli USA, sarà forse quotata in borsa e manterrà la sua autenticità e capacità di promuovere economia di comunione nel mondo. Siamo, inoltre, prossimi alla firma di un contratto quinquennale (2015-2019) con Boeing per un valore di circa 75 milioni di dollari e in negoziazione con il gruppo United Technology (UTC) per il programma A350, per un accordo quinquennale (2015-2019) del valore di circa 20 milioni di euro”.

Umbra Group si rivolge in particolare al mercato estero: è più difficile lavorare in Europa, in Italia in particolare, o nel resto del mondo? A quali mercati vi rivolgete?

“Se fosse stato per il fatturato italiano non avremmo avuto la possibilità di fare questa intervista. Il fatturato italiano rappresenta per il Gruppo il 5% e abbiamo difficoltà a incassare ciò che vendiamo. È grazie alla globalizzazione che oggi siamo un leader di nicchia nel mondo. La nostra lungimiranza, di azionisti e manager, è quella di aver visto la globalizzazione come un’opportunità, una sfida economica e di rivalutazione dei nostri valori, un sogno di una vita migliore. Abbiamo puntato sul ritorno a lungo termine, lavorando in un mercato aperto senza protezioni, investendo su manager di prima linea e di seconda linea, spingendo giovani dell’Umbria a vivere o in America o in Germania per un periodo superiore a 24 mesi. Ora abbiamo più di 30 persone che hanno vissuto almeno 24 mesi in America e questo ci permette di dialogare con il mondo e di continuare a promuovere il made in Italy nel mondo. Inoltre, durante un periodo in cui l’Italia parlava di crisi, UmbraGroup acquistava un’azienda in Germania, creava un centro di ricerca ad Albanella e acquistava un capannone di 7400 metri quadrati ad Everett (WA), investendo più di 12 milioni di euro sull’innovazione e mitigando il rischio Paese Italia”.

Secondo lei, come si può uscire dalla crisi? Su cosa dovrebbero scommettere la nostra Regione e il nostro Paese?

“Prima di tutto suggerisco di smettere di parlare di crisi. La parola crisi è associata a una perturbazione o a un’improvvisa modificazione nella vita di un individuo o di una collettività, con effetti più o meno gravi e duraturi. Parlare per 7 anni, continuamente, di crisi significa che siamo di fronte a un cambiamento. È proprio durante questi momenti che i leader devono rivedere il modo di far le cose, diventare più efficienti. Quindi a noi che governiamo le strutture è richiesto di avere una visione chiara e a lungo termine del sogno da realizzare, di sviluppare un team di persone preparate, capaci e volenterose di cambiare uno status quo di confort che ci siamo creati, di metterci al servizio di una comunità, di abbandonare la cultura del soddisfacimento dell’Io per il Noi”

Lei è stato nominato amministratore delegato di UmbraGroup nel 2014, dopo una lunga carriera all’interno del Gruppo, sostituendo suo padre, recentemente scomparso. Che realtà ha ereditato e che prospettive vuole dare a UmbraGroup?

“Il 2014 è un anno storico per la nostra azienda, che sarà ricordato come la conclusione del cammino iniziato nel 1972 da parte del fondatore e anima della UmbraGroup: Valter Baldaccini. Da figlio posso dire che papà è stato per tutti noi un uomo di fede e di grande amore per il prossimo, un imprenditore capace di saper condividere una visione, un collega, un amico, un consulente, ma soprattutto un padre. Anche se l’anima di Valter è salita in cielo e lì vivrà in eterno, sulla terra rimangono i suoi valori, quali l’umiltà, la trasparenza, lo spirito di squadra, la responsabilità sociale che devono continuare ad essere i pilastri su cui poggia e poggerà la UmbraGroup di oggi e di domani. Cosa ci è richiesto? Di portare avanti quel sogno che Valter ha condiviso con tutti noi nel suo ultimo discorso, il 9 aprile 2014, durante l’annuale benedizione pasquale: ‘Far diventare quel grande seme di UmbraGroup una grande pianta’. Sta a tutti noi, secondo la nostra responsabilità, dimostrare quanto siamo capaci di far diventare realtà questo bellissimo sogno. Da parte mia, come nuovo amministratore delegato del Gruppo, garantisco la massima collaborazione nel continuare a integrare e valorizzare tutti gli stakeholder di UmbraGroup (collaboratori, clienti, fornitori, comunità), perché sono convinto che le grandi squadre vengono fuori nei momenti difficili. Solo attraverso l’unione di tutti i membri del team e mantenendo la ‘persona’ al centro dell’attività lavorativa, saremo in grado di continuare a raggiungere i traguardi eccellenti che hanno contraddistinto, fino ad oggi, UmbraGroup nel mondo”.

Umbra Group è sempre stata in prima fila sul fronte della solidarietà, con tanti progetti a sostegno dei meno fortunati: quali sono i prossimi progetti?

“Il contributo di Umbra è di supportare progetti solidali investendo l’1 per cento dell’utile distribuito in progetti che sono in fase di analisi. Principalmente ci focalizzeremo sull’Italia e in Europa, mentendo viva la nostra relazione con l’Africa”.

4 pensieri riguardo “Foligno, Umbra Cuscinetti continua a crescere: accordo da 75 milioni di dollari con Boeing. Intervista al nuovo amministratore delegato, Antonio Baldaccini

  • Nov 12, 2014 in 18:19
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    complimenti ad un grande gruppo idustriale che nonostante le difficolta’ del momento non rinuncia a crescere speriamo possiate essere di esempio da seguire per altri imprese buon lavoro e complkimenti vivissimi!!!!!!!

  • Nov 13, 2014 in 12:54
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    L’orgoglio di Foligno e dei pochi rimasti in Italia! I complimenti,doverosi e di prammatica,da un vecchio folignate,che lavorato all’estero,dagli anni 70,sa e riconosce ,che il vero buon lavoro italiano e’ addirittura invidiato !

  • Nov 14, 2014 in 20:05
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    Complimenti ALL’A.D. di UmbraGroup. Ricerca e Sviluppo sono il carburante della locomotiva ! E’ proprio vero che ormai è inutile continuare ingenuamente ad aspettare che la crisi finisca. E’ il mondo come lo conoscevamo ad essere finito. Gli investitori vanno cercati nel mondo . Noi possiamo e dobbiamo mettere sul piatto tutto il resto…ma in modo da essere i primi della classe in tutte le materie.

  • Apr 1, 2015 in 15:51
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    E’ la realtà che in questo caso sembra un “sogno”…un esempio per tutti.

    Grazie!

    Alberto

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