Fondi periferie, annullati con il voto di tutti i senatori

PERUGIA – Una svista, una distrazione o una tragicommedia. Se non fosse che a rimetterci sono proprio le città che si sono viste sospendere le risorse per i progetti, alcuni già in fase esecutiva. Il giorno dopo il caos sul decreto Milleproroghe, con la sospensione delle risorse per il Piano periferie, si entra nel dettaglio della vicenda, scoprendo che l’atto è stato votato praticamente all’unanimità dal Senato: 270 voti favorevoli e nessun contrario. Quindi ci sono stati gli ok anche dei Senatori umbri di tutti gli schieramenti.

In questo modo a rischio i fondi per 326 città, per un totale di 96 progetti e 1,6 miliardi di risorse. Per Perugia e Terni, oltre il danno anche la beffa. Il sottosegretario all’Economia Laura Castelli annuncia infatti che saranno salvati i progetti che avevano ottenuto più punti, quindi Bari, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Lecce, Modena, Brescia, Genova e Messina.

“Si riduce ad una polemica sterile e sopratutto falsa quella impiantata dal PD contro il nostro provvedimento milleproroghe, perché numeri alla mano la storia è proprio un’altra”, dice Stefano Lucidi, senatore umbro M5S. “Con l’emendamento 13.2 [1] di fatto accadono due cose: istituzione del fondo comuni con una dotazione complessiva di 1030 milioni di euro, così ripartiti: 140 milioni di euro per l’anno 2018, 320 milioni di euro per l’anno 2019, 350 milioni di euro per l’anno 2020 e 220 milioni di euro per l’anno 2021, fondo al quale possono attingere città metropolitane province e comuni.
 Ma è al primo comma dello stesso emendamento che il Governo da attuazione ad una sentenza  della Corte Costituzionale la numero 74 pubblicata in gazzetta il 18/4/2018  che ha rilevato l’illegittimità della gestione centralistica dello Stato nella legge di Bilancio del 2016 (ultimo atto del Governo Renzi). Con il nostro intervento realizziamo una semplice rimodulazione dovuta anche al ritardo nella elaborazione di progetti completi, e non certo un taglio, come farnetica il PD, bensì uno sblocco degli investimenti a disposizione di oltre 7.000 Comuni. Il Governo è intervenuto per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 74 del 2018 garantendo immediata finanziabilità per i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100. Ma, vista la necessità di rispettare la sentenza della Consulta, è stato necessario intervenire per analizzare i restanti progetti e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie”.
“Gli attacchi che abbiamo ricevuto in queste ore sono solo un boomerang perché l’emendamento 13.2 che ha istituito il nuovo Fondo è stato votato all’unanimità da tutte le forze politiche, anche dallo stesso Partito Democratico e dal senatore Matteo Renzi, come prova il resoconto delle votazioni del Senato: 270 votanti e favorevoli.
 Paradossalmente il Partito Democratico si conferma una vera periferia politica del nostro paese, che non rappresenta però le istanze di quei luoghi reali che il MoVimento 5 Stelle da sempre conosce e tutela”.
I senatori del Leonardo Grimani e Nadia Ginetti si difendono. “Condivido le preoccupazioni emerse in queste ore e concordo sull’esigenza di correttivi che diano garanzie ai Comuni, ma sull’emendamento contenuto nel Milleproroghe e relativo al Piano periferie votato martedì in Senato è necessario fare un po’ di chiarezza”. Così, in una nota, il senatore de Leonardo Grimani, che spiega: “Il Pd ha votato in aula un pacchetto di emendamenti concordati in commissione, attraverso i quali si libera liquidità per gli enti locali (parliamo di 140 milioni di euro). È all’interno di questo pacchetto che è contenuto il passaggio, scritto in maniera involuta, riguardante il bando periferie. Sul provvedimento nel suo complesso e sull’articolo di conversione i senatori Pd hanno espresso voto contrario e adesso lo scontro è sull’interpretazione della norma. Quella restrittiva, che avevano accettato i democratici in commissione, era solo la conseguenza di una sentenza della Consulta che impone di non traferire nell’immediato finanziamenti ai Comuni che non hanno messo in campo progetti operativi. Il problema sta nell’interpretazione estensiva che il Governo vorrebbe applicare all’articolo sul bando periferie, spostando le risorse al 2020 anche per i Comuni che hanno presentato gli esecutivi. Come Pd, evidentemente, contestiamo con forza questa interpretazione e daremo battaglia alla Camera per cambiare il testo in modo che non ci sia margine perché il Governo possa giocare sulla pelle degli enti locali. Il piano periferie è uno degli obiettivi più importanti della stagione di Governo del Pd, ha messo in campo quasi 4 miliardi per dare nuova vita e nuove prospettive a zone disagiate, ed è singolare che chi ha passato il tempo a demolire quella esperienza riscopra ora l’impegno che ci fu a sostegno della riqualificazione delle periferie delle nostre città. Ricordo, infine, che l’emendamento porta la firma del capogruppo della Lega (Romeo) e di Daisy Pirovano (sindaco leghista) ed è stato blindato dalla maggioranza di Governo.  Se veramente la Lega e il Moviemento 5 stelle hanno a cuore il piano periferie questo provvedimento può essere cambiato a settembre in pochi minuti. Noi faremo la nostra parte”.
“Fare chiarezza – scrive su Facebook Ginetti –  su quanto uscito sui quotidiani locali, mi sembra d ‘obbligo contro “pettegolezzi” giornalistici non degni di chi le verita’ dovrebbe approfondirle: in Senato e all’ unanimita’, quindi non solo per il voto “ della Ginetti”, opposizione e forze di governo ,hanno approvato un emendamento al Decreto Milleproproghe che sposta al 2020 l’ efficacia delle Convenzioni per l’ utilizzo dei Fondi periferie per alcuni comuni… un fondo stanziato dal governo Renzi e Gentiloni e che riguarda oltre 100 comuni…. le preoccupazioni quindi non attengono alle risorse o al contenuro dell’ emendamento ma la volonta’ effettiva del governo di assolvere agli impegni presi per il 2020…. peraltro il Decreto non e’ definitivo perche’ dovra’ essere ancora esaminato dalla camera… tanto fumo per gettare discredito sull’ operato di alcuni parlamentari…. dunque…. Falsare le notizie non e’ piu’ un’ esclusiva dei social…..questo e’ grave… per il valore che la stampa ha in un sistema democratico, plurale e non asservito…..”.