Giornata della Memoria a Palazzo Cesaroni, gli studenti con la scrittrice Manuela Dviri [FOTO]
PERUGIA – “Se dovessimo osservare un minuto di silenzio per ogni vittima della Shoah, significherebbe stare in silenzio per 11 anni”: riassume così la tragicità dell’eccidio degli ebrei, la scrittrice-giornalista Manuela Dviri, che stamani a Perugia, ha presentato, davanti a molti studenti umbri, il suo romanzo “Un mondo senza di noi”, che racconta di due famiglie, italiane, i due rami della sua famiglia, coinvolte nel vortice della Shoah. All’incontro, che rientra tra le iniziative organizzate dalla Regione Umbria per celebrare la Giornata della Memoria, sono intervenuti, oltre all’autrice, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, la presidente dell’Assemblea legislativa, Donatella Porzi, la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, Sabrina Boarelli, il presidente dell’Istituto per la Storia Contemporanea dell’Umbria, Mario Tosti.
Manuela Dviri è fortemente impegnata sul fronte umanitario e in progetti di dialogo tra israelo-palestinesi. Tra questi rientra anche l’iniziativa nata nell’ambito di “Saving Children”, dedicata ai bambini palestinesi che non possono essere curati dalla sanità nazionale e per la quale – ha ricordato la scrittrice in apertura del suo intervento –è stata avviata una stretta collaborazione con la Regione Umbria. Entrando nel merito del romanzo la scrittrice ha riferito che si racconta anche dello smarrimento dei ragazzi ebrei che, all’improvviso, da una tranquilla vita all’insegna della normalità, si sono trovati a non poter più fare liberamente tantissime cose, come ad esempio andare a scuola: “Improvvisamente una fetta della popolazione ha perso molti dei suoi diritti, quasi tutti. Un’intera razza è diventata trasparente, sotto gli occhi del mondo. E’ doveroso ricordare tutto ciò – aggiunge – perché ancora oggi si raccontano falsità a cui in molti credono. E proprio queste falsità e credenze senza fondamento possono generare tragedie che vanno oltre l’immaginazione. Bisogna tener presente che gli orrori possono sempre tornare e che si ripropongono in modo diverso. Ecco perché bisogna fare attenzione e ai giovani spetta il dovere di ricordare tutto ciò”.
Proprio con l’obiettivo di “ricordare” alla comunità umbra di non dimenticare la tragedia immane della Shoah, la Regione Umbria ha promosso una vera e propria campagna che, oltre all’affissione di manifesti nelle principali città, ha previsto la pubblicazione di una pagina Facebook dedicata (https://m.facebook.com/27-Gennaio-Giorno-della-Memoria-1131207573580287/) e inserzioni sui giornali cartacei e online.
“Da sempre la Regione Umbria – ha detto la presidente Marini – promuove in collaborazione con l’ISUC, iniziative e appuntamenti coinvolgendo le scuole e la cittadinanza. Lo sterminio degli ebrei ha rappresentato una tragedia che non va relegata nei fatti del passato e che coinvolge l’intera Europa e l’Italia che ha supportato la follia nazista. Dobbiamo cogliere queste occasioni, come appunto la Giornata della Memoria, per tenere le antenne dritte e riflettere. Ciò vale soprattutto ancor di più in questo momento, alla luce dei gravi episodi che hanno fatto riemergere gli integralismi. Nel ‘Giorno della Memoria’ quindi – ha concluso la presidente Marini – non bisogna solo dedicare un omaggio alle vittime, ma avviare una riflessione per consolidare una società basata sui valori fondanti della Carta costituzionale e sul rispetto delle differenze di religione, di cultura, di sesso, tenendo presente che la storia dei diritti umani non è mai stata lineare e che alcuni diritti acquisiti e consolidati, in alcune circostanze, possono essere negati tornando indietro”.
La presidente dell’Assemblea Legislativa-Regione Umbria, Donatella Porzi, dopo aver ricordato che nelle scuole umbre si organizzano molte iniziative in occasione del 27 gennaio, rivolgendosi in particolare agli studenti, ha detto: “Oggi abbiamo qui con noi un personaggio straordinario che con il suo romanzo ci consegna un racconto emozionante e puntuale di questa triste pagina della nostra storia, ma anche un messaggio di speranza che è racchiuso nelle ultime pagine del libro nelle quali ci dice che possiamo farcela e che è possibile una società basata sul rispetto e sulla tolleranza”. Il direttore dell’Isuc nel suo intervento si è soffermato sull’atteggiamento degli italiani di fronte alla Shoah mettendo in risalto come da un’iniziale scarsa informazione del fenomeno che ha determinato una sorta di apatia che poteva essere scambiata per indifferenza e che ha caratterizzato il periodo prima della guerra, si è passati subito dopo, quando gli italiani hanno preso coscienza di ciò che stava succedendo, a reazioni forti che hanno portato molte famiglie italiane a nascondere gli ebrei nelle loro case correndo anche molti pericoli.
La dirigente dell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, Sabrina Boarelli, ha portato la testimonianza attraverso una lettera scritta da Alberto Marini- studente del liceo Plinio il Giovane di Castello e vicepresidente della Consulta provinciale degli studenti di Perugia – subito dopo la sua partecipazione al viaggio organizzato dal Ministero dell’Istruzione, per commemorare l’anniversario della liberazione del campo di Auschwitz-Birkenau. Lo studente umbro nella lettera ha raccontato l’emozione durante la visita all’ex ghetto nazista di Cracovia.