Grifo Latte, il Cda: “L’esternalizzazione del magazzino è irrevocabile”

“La scelta di esternalizzare il magazzino di Ponte San Giovanni è definitiva e irrevocabile”. Lo ha detto il presidente del gruppo Carlo Catanossi, a margine del consiglio d’amministrazione della Grifo Latte riunito a Colfiorito per fare il punto sul gruppo. Il Consiglio della Grifo, infatti, esaminando la questione della esternalizzazione del magazzino, ha confermato la volontà di procedere a tale scelta organizzativa ed economica per poter assicurare uno sviluppo futuro alla cooperativa. Il Consiglio ha ribadito, all’unanimità, la volontà di proseguire nella strada intrapresa, apprezzando e condividendo quanto portato avanti dal gruppo di lavoro incaricato di realizzare tale determinazione, composto dal presidente Catanossi, dal vicepresidente Riziero Giovi e dal consigliere Vincenzo Testi.

Catanossi, entrando nel merito della polemica rispetto alla riunione convocata per mercoledì e mai svolta, ha tenuto a precisare che “la presenza della Cooperativa Servizi Associati all’interno dell’incontro sindacale del 1 ottobre 2014 (incontro sollecitato dall’azienda per tre volte prima di trovare una data idonea per tutta la rappresentanza sindacale) non è certamente indice di sfrontatezza, ma rappresenta la conferma dell’attività posta in essere dal Gruppo per far sì che tutti i lavoratori oggi addetti al magazzino di Ponte San Giovanni possano trovare immediatamente una nuova occupazione. Tale presenza era stata annunciata sull’invito scritto inviato alle rappresentanze sindacali ed era pertanto a conoscenza di tutti i partecipanti all’incontro”.

Nel corso della riunione è stato anche fatto il punto sullo stabilimento di Colfiorito. E’ stato detto che dopo l’investimento di Norcia, portato a termine due anni fa, la cooperativa ha dato il via alla realizzazione del nuovo impianto per rendere più efficiente anche questa divisione produttiva. In poco più di dieci mesi (i lavori sono iniziati il 24 febbraio scorso) è stata realizzata la struttura,  saranno effettuati i trasferimenti e sarà dato il via alla produzione. Lo stabilimento attuale lavora oltre 15 milioni di litri di latte annui e si punta ad accrescere tale livello produttivo. “In una realtà montana e difficile – ha detto  il presidente Catanossi – come questa ci sono circa quaranta persone occupate nella produzione e nei servizi. I consiglieri hanno preso atto con soddisfazione della realizzazione e dello stato di avanzamento dell’opera, ma anche della qualità dei manufatti e delle soluzioni logistiche”.

Intanto sulla questione della Grifo Latte intervengono anche Confagricoltura e Cia Umbria che esprimono preoccupazione per il futuro dell’azienda e chiedono un incontro alla Regione sul sistema “latte umbro”, anche alla luce della prossima programmazione dello sviluppo rurale.

“In più occasioni Cia e Confagricoltura Umbria – hanno ricordato Domenico Brugnoni e Marco Caprai, presidenti delle due rispettive organizzazioni agricole – hanno avuto modo di segnalare le difficoltà nelle quali versano gli allevamenti che producono latte e conferiscono alla cooperativa Gruppo Grifo agroalimentare, la quale raccoglie il 90 per cento della produzione regionale”.

“La Regione Umbria – hanno spiegato inoltre i due presidenti – ha realizzato le proprie politiche nel settore lattiero-caseario tenendo conto di questa realtà, con l’obiettivo di valorizzare la produzione, strutturare la filiera, rendere competitivo il sistema, accrescere il reddito di allevatori e operatori del comparto. In tal senso, negli ultimi anni, sono state destinate risorse importanti per un progetto integrato di filiera a valere sul Programma di sviluppo rurale 2007-2013 e sono stati realizzati investimenti aziendali, da parte degli allevatori, nell’ambito della misura 1.2.1 del medesimo Psr”.

“Anche la stesura del Piano zootecnico regionale – hanno infine affermato Brugnoni e Caprai –, recentemente approvato, ha tenuto conto della specificità dell’organizzazione della produzione lattiera regionale. Purtroppo gli effetti auspicati non si sono manifestati. Al contrario negli ultimi mesi non sono pochi gli allevamenti di bovini da latte che hanno silenziosamente cessato la loro attività, nelle aree marginali e non solo, impoverendo la zootecnia regionale, le opportunità di lavoro, il presidio del territorio e un pezzo di economia agricola reale”.

 

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