Gualdo Tadino, il sindaco Presciutti: “Per le imprese tutti facciano la propria parte”

GUALDO TADINO – “La triste vicenda del suicidio in azienda dell’imprenditore Gabriele Bartolini, oltre a scuotere le coscienze dal punto di vista umano, deve far riflettere in maniera molto approfondita istituzioni e parti sociali su tanti aspetti di carattere sociale ed economico”. Così il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, interviene sul dibattito aperto per quanto riguarda il fare impresa.

“Partiamo da un assunto di fondo, fare impresa nel nostro paese e nei nostri territori in particolare sta diventando sempre più difficile, il rapporto col mondo del credito è spesso praticamente impossibile, gli strumenti normativi farraginosi, la burocrazia asfissiante. Di fronte a tutto ciò, imprenditori piccoli e medi (perché la grande impresa salvo rare eccezioni non esiste più dalle nostre parti) lottano quotidianamente gomito a gomito coi propri dipendenti nella stragrande maggioranza dei casi da soli e senza sostegno alcuno. Quella che fino a pochi anni fa veniva da tutti considerata come la spina dorsale della nostra economia: la piccola e media impresa, rischia seriamente di subire un colpo mortale se non si inverte una rotta che deve vedere protagonista soprattutto la politica e le istituzioni insieme alle parti sociali”.

“Si fa un gran parlare infatti sempre più spesso di sostegno al reddito – dice – piuttosto che di reddito di inclusione o cittadinanza, poco o nulla si dice su come sostenere la piccola e media impresa o come creare le condizioni per nuovi investimenti, a mio avviso la sfida sta tutta qui, non possiamo concentrarci solo ed esclusivamente nel tamponare una situazione sociale che rischia francamente di deflagrare in tutta la sua drammaticità, ma abbiamo il dovere di operare concretamente per la crescita. In questo contesto anche il sindacato deve uscire da una logica meramente rivendicativa da un lato e conservativa dall’altro se non vuole rischiare di appiattirsi su una rappresentanza ristretta di pensionati e garantiti, anche in questo ambito occorre una capacità progettuale complessiva molto coraggiosa a partire da un ricambio vero nei gruppi dirigenti che ormai da decenni anche in Umbria sono sempre gli stessi. Mi hanno fatto riflettere le dichiarazioni del giorno dopo il suicidio del povero Gabriele Bartolini, che lo dipingevano come “sereno”, la domanda che mi è sorta spontanea è stata: “come poteva essere sereno un imprenditore che non riusciva a pagare i propri dipendenti, ha trovato le porte dell’accesso al credito sbarrate, non ha trovato ascolto da parte di nessuno alle sue richieste di aiuto”. Ecco forse sarà il caso di ricollegarsi con la realtà! Ricominciamo insieme con coraggio a partire dalla scuola, a ricostruire un modello di società dove il fare impresa non sia più una corsa ad ostacoli quotidiana, dove si riduca il divario tra iper garantiti (pochi) e un grande numero di persone senza alcun diritto riconosciuto. Istituzioni e parti sociali insieme abbiano il coraggio di mettersi in gioco, non per il consenso o qualche tessera in più, quanto per riconquistare la  fiducia  persa nei confronti dei cittadini e ridare soprattutto alle piccole e medie imprese la possibilità di tornare di nuovo protagoniste di una nuova possibile stagione di sviluppo, perché senza impresa non c’è lavoro”.

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