Il bacio vola in Usa, Canada e Cina
PERUGIA – Il Bacio perugina è pronto a volare verso Stati Uniti, Canada e Cina. Sono queste le nuove destinazioni inserite nella strategia commerciale che la Nestlé vuole mettere in campo e che sono state già discusse con i sindacati. Terminata questa fase preparatoria ora è il momento di passare alle trattative con il ministero dello Sviluppo economico. L’incontro è previsto per giovedì prossimo a Roma. In ballo ci sono i 364 esuberi sui quali si muove l’azienda. Il nuovo piano marketing potrebbe rappresentare la vera soluzione al nodo dei posti di lavoro rimasti ancora in bilico. Ed è per questo che i sindacati chiedono le modalità attuative con cui mettere in pratica tale piano progettuale. Va da sé che il prodotto di punta della Perugina potrebbe vivere un nuovo momento di vivacità produttiva, divenendo un cioccolatino valido per tutte le stagioni. Ciò permetterebbe anche di porre fine al problema della stagionalità della produzione sfruttando la diversità di clima e di temperature per distribuire e vendere Baci nei periodi in cui il mercato europeo conosce delle flessioni. Tradotto in soldoni significherebbe incrementare la produzione e di conseguenza l’occupazione, con la prospettiva di ridare lavoro ai 364 lavoratori – di cui 340 nello stabilimento e 24 fra gli impiegati – che Nestlé ha messo in dubbio allo scadere degli ammortizzatori sociali attualmente in vigore. Ma con questo inedito piano strategico la Nestlé sembra voler prendere un’altra direzione, decisa, chiara e ferma, mantenendo fede ai propri impegni, sia in termini di strategie che di investimenti. Ora come ora quindi la strada da perseguire si basa su una ricerca di mercato e studi di settore su scala mondiale per capire come cercare di entrare in questi nuovi mercati che rappresentano un’enorme opportunità da non lasciarsi sfuggire. E se lo storico Bacio Perugina riuscisse a conquistare nuovi mercati e allargare la sua produzione, i margini di commercializzazione potrebbero espandersi in modo significativo, determinando un assorbimento di forza lavoro e andando così a risolvere anche l’attuale problema degli esuberi. Una carta che la Nestlé non può non giocare per il futuro non solo del Bacio, ma di tutta la comunità di lavoratori allocati sul territorio perugino.