Il CONI ha dato il patrocinio per gli Oncology Games II

 

ROMA – Ha preso ufficialmente il via il percorso per gli Oncology Games II, progetto ispirato e voluto da Leonardo Cenci che vede dei malati oncologici di alcuni paesi europei cimentarsi in una dimostrazione sportiva non competitiva a loro dedicata. Giovedì (ieri, ndr) pomeriggio a Roma, presso la sala della Giunta del Coni, il presidente Giovanni Malago ha ricevuto alcuni degli atleti italiani che hanno partecipato alla prima edizione ovvero: Sara Boninsegna di Salara (Rovigo), Gabriele Cavina di Ravenna, Silva Ceccherini di Laterina (Arezzo), Andrea Cicconi di Macerata, Riccardo Comandini di Ravenna, Cristian Galli di Ravenna, Enzo Moroni di Rimini e Salvatore Serra di Roma.

Erano accompagnati dalla dottoressa Chiara Bennati, referente scientifica del progetto e responsabile reparto di oncologia dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, da Luana Pioppi e Mauro Casciari, responsabili della comunicazione del progetto, da Roberto Fagnani, assessore allo sport del Comune di Ravenna, e dai volontari che hanno contribuito alla riuscita della prima edizione.

Nel corso dell’incontro il presidente del CONI ha rinnovato la sua disponibilità a dare il patrocinio anche agli Oncology Games II, il cui percorso si aprirà ufficialmente con un convegno che si terrà a Ravenna il prossimo 9 novembre. Durante la presentazione, inoltre, c’è stato un momento di forte commozione ricordando le figure del perugino Leonardo Cenci, ideatore degli Oncology Games, e del faentino David Polcri, istruttore dei vigili del fuoco, tra i protagonisti della prima edizione ed entrambi recentemente scomparsi.

Nel portare i sui saluti agli atleti Giovanni Malagò ha dichiarato: “Gli Oncology Games hanno un significato che vola alto, di cui sono fiero ed orgoglioso, tanto più che tutto questo è nella scia, nell’onda, nel ricordo di un amico e di una persona a cui siamo tutti affezionati. È doveroso continuare a farli anche per tutti coloro che vivono con la stessa malattia che aveva Leo. Lo sport, unito alle cure mediche, può dare energia, non solo fisica ma anche mentale, al paziente che si trova ad affrontare questa patologia. Ormai questo fatto è scientificamente dimostrato. Lo sport riesce a dare una migliore qualità di vita ai malati, uno stimolo in più. Per questo motivo contate sul patrocinio del CONI per questo progetto che, sono certo, sarà un successo come la prima edizione, forse anche di più”.