Inchiesta “appalti pubblici”: più di un anno di indagini. A novembre scorso i sequestri e gli avvisi di garanzia
TERNI – Una notizia inaspettata. Come uno tsunami che arriva in città e si scaglia contro Palazzo Spada. Domiciliari per il Sindaco, Leopoldo di Girolamo e per l’assessore ai lavori pubblici, Stefano Bucari coinvolti nell’inchiesta appalti sospetti a Terni.
Nell’operazione, scattata a metà novembre scorso, erano rientrate alcune cooperative ternane, nonchè funzionari e dipendenti del Comune di Terni. m
Gli inquirenti avevano subito sentito diverse persone. Dipendenti, persone vicine ai 16 coinvolti, ascoltate con chi voloeva vederci chiaro in merito a tutta questa vicenda: la Procura.
L’inchiesta appalti sospetti si era divisa in sei diversi filoni. Ognuno di loro toccava ambiti importanti, grandi, con diversi personaggi all’interno. Verde pubblico, manutenzioni cimiteriali, cascata delle Marmore, Terni Reti, Caos e mense. Queste le sei strade sulle quali ha indagato la Procura della Repubblica di Terni che aveva portato a 16 avvisi di garanzia anche per associazione a delinquere.
Nella fitta rete di documenti ad attirare l’attenzione della Procura erano state anche delibere, predisposizione di gare e in alcuni casi affidamenti.
Tutti movimenti – nero su bianco – che avevano aperto gli occhi della Procura anche in vista di esposti di ditte escluse ma anche di iniziative in consiglio comunale.
Ora il lavoro svolto fino ad ora ha prodotto dei risultati. Domiciliari per il primo cittadino di Terni, insieme all’assessore Stefano Bucari. Divieto di esercizio dell’attività per Sandro Corsi (Actl) e Carlo Andreucci (Alis).