Inchiesta “appalti sospetti”: Procura al vaglio delle carte sequestrate

TERNI – Dai sequestri alla verifica. La Procura della Repubblica ha concluso la prima fase di indagine relativa all’inchiesta “appalti sospetti” del Comune di Terni. Dopo aver sequestrato computer, documenti, atti, e server comunali, ora si entra nel vivo dell’indagine.

Sette i capitoli di inchiesta da verificare per la Procura: cascata delle Marmore, mense, manutenzioni cimiteriali, verde pubblico, Terni Reti, Caos e illuminazione pubblica.

Nella seduta del consiglio comunale di lunedì – tra una mezza rissa, e opposizioni che hanno lasciato l’aula – il primo cittadino fa chiarezza ed evidenzia punto per punto tutti i passaggi dei filoni d’inchiesta.

Per quanto riguarda le mense scolastiche, secondo la Procura “nel bando di gara è stato stabilito che i partecipanti dovranno avere l’ubicazione del centro di preparazione dei pasti ad una distanza non superiore a 20 chilometri dal centro cittadino, e qualora il centro risulti essere inagibile la stessa società dovrà avere un secondo centro di preparazione di emergenza sempre a disposizione, non più distante di 20 chilometri dal centro. Tale bando di gara dovrà essere definito entro breve tempo in quanto dal primo gennaio 2017 le mense scolastiche dovranno avere una nuova gestione e, dalle indagini in corso, sono stati evidenziati numerosi elementi indiziari ed atti preparatori che presumibilmente proiettano l’aggiudicazione dell’asta verso una sola direzione, ovvero la All Foods. Appare infatti alquanto improbabile che un’altra società possa costruire due punti di preparazione pasti in così poco tempo e così vicini al centro cittadino sempre poi che riesce a trovare siti idonei. Altra circostanza che desta sospetto è che il bando finora non sia ancora stato pubblicato, rendendo così assai breve il tempo a disposizione di eventuali altre società partecipanti”.

“Sulla questione mense scolastiche – ha replicato il sindaco – è stato scelto il metodo della concessione rispetto all’appalto perché è il metodo consigliato dall’associazione nazionale dei comuni italiani, anche perché quello che più di tutti carica sul concessionario i rischi di impresa, non lasciandoli invece a carico del Comune. Quasi il 90 per cento delle cotture ad oggi avviene nelle stesse scuole, l’11 per cento tramite il trasportato. Sul fatto del possesso per la ditta di un centro di cottura ad una distanza non superiore a 20 chilometri dal centro di Terni e di un centro di emergenza con caratteristiche similari possiamo dire che in tutta Italia ci sono diverse linee di pensiero su come organizzare questo sistema che ricalcano questa linea, o anche più straingente come nel caso del Comune di Matera”.

Nella nota diffusa martedì mattina il sindaco ha voluto specificare che “il Comune di Terni ha trasmesso all’Autorità nazionale anticorruzione il nuovo bando per l’appalto delle mense. Abbiamo voluto interessare un organismo di grande spessore legalitario per avere una valutazione del bando che assicurerà per i prossimi anni agli alunni delle scuole comunali un servizio essenziale come quello della mensa. Il bando steso della direzione competente e approvato dalla giunta comunale avrà ora un vaglio di livello nazionale, noi e per quanto ci riguarda siamo pronti a rimetterci ad ogni considerazione dell’Anac. A livello locale il bando delle mense ha avuto nei suoi aspetti fondanti del servizio un approfondito percorso di partecipazione che è durata un anno, che ha visto convolti le famiglie, il mondo della scuola, l’associazionismo. Con la trasmissione di oggi all’Anac vogliamo rafforzare ulteriormente i percorsi della trasparenza e della legalità, un fronte sul quale il sindaco di questa città è impegnato con azioni concrete”.

Per quanto riguarda la gestione della Cascata delle Marmore dai documenti della procura emerge che “il bando di gara è stato pubblicato in gazzetta ufficiale il 17 maggio 2013. L’appalto ha durata di 36 mesi e l’importo totale a base di gara ammonta ad euro 2.406.267,00. Appalto aggiudicato il 12 settembre 2014 alla Alis in associazione temporanea d’impresa (con altre cooperative i cui rappresentanti non risultano indagati, ndr)”. Secondo gli inquirenti «il Comune di Terni inseriva alcune limitazioni che verosimilmente potrebbero aver influenzato la gara. In particolare hanno destato attenzione i seguenti requisiti inseriti nel bando: fatturato globale di impresa realizzato negli ultimi tre esercizi non inferiore a euro 2.890.496,80; idonee referenze di almeno due istituti bancari; per competenza, esperienza nella prestazione principale fatturato specifico negli ultimi tre esercizi in misura non inferiore a 1.910.742.75 euro”.

Il sindaco ha specificato nella seduta di consiglio di lunedì che “l’appalto per la cascata è stato discusso in diverse riunioni nella passata legislatura, a partire dal 2011, per arrivare poi alla delibera di giunta per avviare la procedura di gara. Tutti gli atti sono passati in commissione tecnica e amministrativa, composta da soggetti tecnici incaricati da Comune e Provincia, gli enti titolari di quell’area. Poi il consiglio comunale ha approvato l’indirizzo della giunta. Per arrivare alla delibera 241 del 29 ottobre 2012. Lì è iniziato un percorso tecnico per l’espletamento del capitolato di gara, con procedura di rilevanza comunitaria e giudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Ha partecipato un unico raggruppamento di imprese con tutte le caratteristiche richieste. L’affidamento è arrivato con determina del 12 settembre 2014. Ogni anno inoltre abbiamo ricevuto report da parte della commissione che ha sempre accertato risultati positivi, sia finanziari che turistici”.

Altra storia per la delibera di giunta che riguarda i servizi cimiteriali (numero 249 del 29 luglio 2015). Per chi indaga “il servizio sia stato oggetto di un illecito frazionamento e quindi sottratto all’espletamento di una regolare gara ad evidenza pubblica, servizio che in data 8 luglio 2016 il comune affidava all’Ati composta dalle società cooperative Alis, Ultraservizi, Gea, La Torre”.

Il sindaco parla invece di gara unica: “E’ stata fatta una gara unica sopra soglia comunitaria, con una procedura aperta e con clausola sociale a salvaguardia dei dipendenti, che comprendeva tutti i servizi, non solo il verde ma anche quelli all’interno del cimitero, come la tumulazione e così via. La soglia economica era di 570mila euro. La scadenza delle offerte era a novembre 2015, sono arrivate sei offerte di livello nazionale, una è stata esclusa perché presentata oltre i termini, le cinque sono state esaminate con sei sedute della commissione. Poi sui vincitori è stato anche effettuato un controllo successivo che non ha portato a rilevanze di irregolarità”.

Capitolo numero quattro: quello che riguarda il verde pubblico. Tra le mani degli inquirenti ci sarebbero diverse carte pronte a fare chiarezza sulla spartizione dell’appalto.

“Nella passata legislatura – ha spiegato invece Di Girolamo – abbiamo predisposto un regolamento per l’inserimento di persone svantaggiate nel mondo del lavoro. Con la delibera 245 del luglio 2015 il verde pubblico in città è stato diviso in tre lotti, zona Nord, Sud e centro, con un appalto della durata di 8 mesi per avviare la sperimentazione del nuovo modello del servizio. Non si è potuto stilare un piano pluriennale per via delle ridotte capacità finanziarie dell’ente. Sono state coinvolte 14 cooperative di tipo B con sede nella zona sociale numero 10 in cui ricade Terni. Tre hanno partecipato in forma singola, una è stata esclusa per una carenza tecnica, poi la commissione ha rilevato punteggi che hanno disposto l’assegnazione ad un  consorzio di cooperative rispetto ad un altro. Il soggetto secondo arrivato ha richiesto poi la visione di tutti gli atti e le sedute della commissione e non ha ritenuto di non opporre alcuna opposizione per eventuali ricorsi al Tar”.

Anche la società Terni Reti del comune di Terni rientra nel filone d’indagine della Procura.

Il primo cittadino ha affermato che “Il Contact Center è stato affidato a Terni Reti il 16 settembre 2016 con una delibera. Il servizio è nato nel 2006, quando la giunta comunale aveva affidato al Cmm, poi trasformato in Usi, il servizio per il controllo delle strade e la segnalazione dei cittadini. Servizio che ha visto crescita nel tempo: nel 2010 sono state aggiunte anche le segnalazioni per il decoro urbano. Poi Usi è stata posta in liquidazione e i servizi sono stati trasferiti a Terni Reti, sempre società in house del Comune, che deve gestire per quattro mesi, da settembre a dicembre, con un costo di 19mila euro circa”.

Nessuna violazione per il sindaco anche per l’aspetto antincendio del Caos. “Con la delibera del 16 settembre il Comune ha presentato un progetto per partecipare al bando regionale per l’annualità 2016, con la legge regionale 24/2003. Quest’anno la scadenza era il 16 settembre, quindi non abbiamo fatto altro che partecipare, ma non sappiamo ancora se abbiamo vinto o meno”.

Nella seduta di lunedì il sindaco ha concluso il suo intervento facendo chiarezza anche su un settimo filone d’indagine riguardante l’illuminazione pubblica. “Qui c’è un progetto di finanza con una proposta che un soggetto privato fa ad una pubblica amministrazione in modo da valutare un  vantaggio per l’ente ma anche per il privato. E’ stato istituito un gruppo di lavoro tecnico, con sette tecnici dall’interno dell’amministrazione, con competenze diverse in modo da fornire una valutazione di merito. Poi il gruppo di lavoro ha consegnato una relazione alla giunta, che delibera e poi porta l’atto in consiglio comunale. Quel progetto è quello che poi va a gara. Una gara europea, libera, a cui possono partecipare tutti i soggetti accreditati che devono proporre miglioramenti rispetto al progetto originale”.

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