Inchiesta appalti: “turbata libertà degli incanti” e “falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale”

TERNI – Le 44 carte parlano chiaro. Soprattutto accendono una luce su Palazzo Spada che abbaglia altri 22 indagati. Il concorso in “turbata libertà degli incanti” viene contestato ai dirigenti comunali Renato Pierdonati e Luciano Sdogati, ai funzionari Federico Nannurelli e Paolo Neri, agli ex assessori Libero Paci, Simone Guerra, Luigi Bencivenga, Roberto Fabrini, Silvano Ricci, Sandro Piermatti, Marco Malatesta, Daniela Tedeschi, Renato Bartolini, Giorgio Armillei, Francesco Andreani, Cristhia Falchetti Ballerani, Carla Riccardi e agli attuali Francesca Malafoglia ed Emilio Giacchetti.

Altro reato contestato è quello di “falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale” riguarda i componenti della commissione giudicatrice che il 22 dicembre del 2015 si era riunita per valutare le offerte delle cooperative sociali di tipo ‘B’ per l’affidamento dell’appalto del servizio di manutenzione del verde pubblico nell’area Terni sud.

Nel mirino ci sono il dirigente Pierdonati, la dirigente Vincenza Farinelli, Pasquale Sabatelli e Claudio Brugia.

Stessa contestazione, che si riferisce alla delibera di giunta 249 del 29 luglio 2015, per il sindaco Di Girolamo, il vice sindaco Malafoglia e gli assessori ed ‘ex’ Riccardi, Andreani, Bucari e Giacchetti.

Nel mirino degli inquirenti sono finiti anche i lavori della commissione giudicatrice riunitasi l’11 febbraio 2016 per l’affidamento dell’appalto dei servizi cimiteriali per 18 mesi.

E in questo caso il reato di falsità ideologica è contestato, oltre che a Pierdonati e Farinelli, anche a Stefano Marinozzi.

Gli appalti in questione vanno dalla manutenzione ordinaria del verde pubblico in città e all’interno dei cimiteri urbani, alla gestione dei servizi cimiteriali ma riguardano anche la gestione dei servizi turistici presso l’area della cascata delle Marmore.

La Procura, nelle mani del procuratore capo Alberto Liguori, ha chiesto al Gip Federico Bona Galvagno, gli arresti domiciliari per Di Girolamo e Bucari e limitazioni alla libertà di agire per Corsi e Andreucci, due big del mondo cooperativo ternano.

La motivazione degli arresti domiciliari sarebbe quella del rischio di reiterazione del reato.

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