Legge elettorale, spunta anche l’ipotesi di modificare il testo vigente
La proposta di legge elettorale del Pd, dopo l’esame del pool di costituzionalisti guidati dal professor D’Alimonte, torna al gruppo consiliare del Partito Democratico. La riunione, che dovrebbe tenersi domani, servirà a fare il punto sulle osservazioni dei costituzionalisti, il cui parere è stato chiesto a titolo gratuito dal presidente del consiglio regionale, Eros Brega, su mandato della commissione statuto guidata da Andrea Smacchi. Il gruppo del Pd sarà messo al corrente delle valutazioni degli esperti e dovrà quindi decidere se e come fare proprie le osservazioni, mantenendo, modificando o integrando il testo della proposta.
Due, in particolare, gli aspetti su cui i costituzionalisti hanno insistito: la legge elettorale deve garantire la governabilità e occorre modulare una reciprocità tra la percentuale dei voti e i seggi da assegnare, in maniera tale che ci sia corrispondenza con il volere dell’elettore.
Il pool guidato dal professor D’Alimonte ha sottolineato in via di principio che un nuovo testo di legge non può non essere in linea con la sentenza della Corte costituzionale n.1 del 2014 e con l’Italicum che prevedono che se nessuno raggiunge il 40% dei voti, si deve andare al doppio turno.
La proposta di legge, avanza dal Pd, su cui sta lavorando la commissione statuto non prevede il doppio turno, prevede invece un turno unico, l’abolizione del listino, la preferenza di genere e il collegio unico.
Due le strade che a questo punto si aprono: o si recepiscono le osservazioni dei costituzionalisti e si vanno ad apportare i “correttivi” al testo base della proposta di nuova legge elettorale o si rimette mano alla vecchia riversando su quel testo i principi contenuti nel nuovo, ossia, tra gli altri, l’abolizione del listino, la preferenza di genere e il collegio unico regionale. In questo secondo caso, trattandosi di una modifica di un testo vigente, si potrebbe bypassare il rischio di un eventuale rilievo di incostituzionalità.