Legge elettorale, travagli in maggioranza, l’opposizione scopre le carte
La gestazione è difficile e il parto “forzato” è quasi in dirittura d’arrivo. La nuova legge elettorale entro il prossimo mese dovrà vedere la luce ma si registrano dei distinguo ed è difficile tirare le somme. Le uniche certezze restano l’abolizione del listino, il divieto di voto disgiunto, l’elezione diretta del presidente. All’interno del Pd è ancora aperta la discussione sul collegio unico o doppio collegio mentre una componente della maggioranza spinge per il doppio turno. Ora anche l’opposizione scopre le sue carte. Dopo l’intervento dei consiglieri regionali di Forza Italia che rilanciano il doppio turno, oggi è la volta della consigliera dell’Udc, Sandra Monacelli, che rincara la dose: doppio turno, collegio unico, innalzamento della soglia del premio di maggioranza.
La Monacelli in particolare critica la proposta di legge elettorale verso la quale si sta orientando il Pd umbro che, dice, “pur di salvare sulla carta la poltrona, preferisce vincere facile predicando bene e razzolando male”.
“Niente voto disgiunto, turno unico, premio di maggioranza da assegnare anche qualora la coalizione non arrivi al 40 per cento, incertezza sul numero dei collegi e, unica concessione – ironizza Monacelli – la cancellazione del listino. La cannibalizzazione dei partiti alleati si completa anche del sistema di attribuzione dei seggi con il metodo D’Hondt che penalizza fortemente le liste minori, ridotte al ruolo di portatrici d’acqua per i partiti più grandi senza alcuna voce in capitolo. La riduzione da trenta a venti consiglieri è già di per sé uno sbarramento naturale dei seggi e quindi sarebbero più consoni altri metodi di attribuzione (Saint Lauguë, Hare) decisamente più democratici ed equilibrati. Ma questi sistemi non sembrano essere particolarmente apprezzati in casa Pd”.
La Monacelli passa quindi alla sua proposta. “La nostra proposta – spiega il consigliere regionale – punta ad avere un collegio unico regionale, considerato il non elevato numero di elettori umbri, evitando così una eccessiva frammentazione della rappresentanza. Quanto al premio di maggioranza, si deve tenere presente il notevole calo del numero dei votanti, che ormai si sta standardizzando. Pertanto risulta imprescindibile sia il doppio turno che un innalzamento della percentuale che premia la coalizione vincitrice. Diversamente, come nell’ipotesi formulata dal Pd, – conclude Monacelli – potremmo ritrovarci con una maggioranza composta da consiglieri di un solo partito e rappresentativi di neanche il 15 per cento degli aventi diritto al voto. Una sproporzione che non può essere accettata”.