Lotta allo smog, l’assessore Cecchini a Roma ribadisce il no dell’Umbria a un nuovo inceneritore
Più risorse all’Umbria nella lotta all’inquinamento e no ad un nuovo inceneritore. Al tavolo nazionale con il ministro dell’Ambiente Galletti per definire la strategia comune contro lo smog, l’assessore regionale Cecchini ha avanzato queste due richieste.
“Ho evidenziato al ministro – ha riferito l’assessore Cecchini – che anche nelle tre città più popolate dell’Umbria si sono presentati problemi legati all’alta concentrazione di inquinanti, analoghi a quelli che si stanno verificando nelle metropoli italiane. Complessivamente sono sei le città più a rischio – ha aggiunto l’assessore – ma in particolare a Terni per la morfologia del territorio e per la presenza di un robusto insediamento industriale, si stanno registrando valori decisamente alti che destano preoccupazione”.
“Nel rappresentare al ministro la situazione umbra nel suo complesso – ha aggiunto Cecchini – è stata richiesta un’attenzione particolare al territorio nella distribuzione delle risorse e inoltre, abbiamo ribadito la non idoneità del territorio ad ospitare un nuovo inceneritore. Ipotesi questa che, come abbiamo avuto modo di affermare in più circostanze, non è nemmeno giustificata dai quantitativi di rifiuti prodotti in Umbria”.
L’assessore Cecchini ha espresso “soddisfazione per l’attenzione e l’atteggiamento di grande responsabilità del ministro dell’Ambiente che ha portato nella riunione di oggi ad adottare una strategia nazionale per monitorare l’inquinamento atmosferico”.
“Oggi – ha spiegato ancora l’assessore Cecchini – è stato raggiunto un obiettivo importante in quanto è stata decisa una strategia comune tra Governo centrale, Regioni e Comuni per l’adozione di provvedimenti e misure che incidano sulla qualità ambientale dell’intero paese. Per ratificare l’impegno, è stato firmato un protocollo tra Ministero, Anci e Conferenza della Regioni, che disciplina una serie di azioni, alcune delle quali utili a fronteggiare l’emergenza – ad esempio attraverso la riduzione di due gradi delle temperature massime di riscaldamento negli edifici pubblici e privati e di limitare di 20 chilometri orari la velocità delle auto nelle aree urbane – altre invece di natura strutturale, come l’ipotesi di sostegno ai Comuni per l’incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico locale, per l’ammodernamento della flotta dei mezzi pubblici, e per potenziare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati”.