Lugnano in Teverina, la malaria fermò Attila in Umbria? Studi in corso

LUGNANO IN TEVERINA – Potrebbe essere stata la presenza di una vasta area infestata dalla malaria nella zona dell’attuale Lugnano in Teverina tra i motivi principali che hanno arrestato l’avanzata di Attila, re degli Unni, verso Roma: è al momento solo una teoria storico-scientifica, ma su di essa stanno lavorando, per cercare di approfondire tutti gli aspetti e trarne un quadro definitivo, gli archeologi di Stanford University, Yale University e Università dell’Arizona, impegnati negli scavi nella necropoli di Villa Gramignano. Ricerche che non è escluso possano fornire elementi importanti ed utili anche per la ricerca medica, in particolare proprio sulla malaria.

Nella necropoli dei bambini, così conosciuta al mondo scientifico, è stata infatti già da tempo scoperta la presenza di numerosi infanti morti a causa di un ceppo della malattia, il plasmodium falciparum, che provocò molti decessi in poco tempo. “Quelle fatte a Poggio Gramignano sono scoperte eccezionali” ha detto stamani, durante la presentazione nella sede della Provincia di Terni dei risultati della campagna di scavi 2016, il sindaco di Lugnano, Gianluca Filiberti.

“Ciò che gli archeologi stanno cercando – ha continuato – è una maggiore e definitiva certezza su ciò che si è già trovato per un sito che potrebbe essere stato molto importante anche a livello storico”.
La campagna di scavi 2016, svolta dall’equipe coordinata dal professor David Soren, ha proseguito il lavoro avviato sul sito tra la fine degli anni ’80 e il 1992, che aveva portato alla luce i principali ambienti abitativi di una villa di epoca romana riutilizzata come necropoli a partire dalla metà del V
secolo d.C., da cui emersero i resti di 47 bambini morti. I nuovi scavi hanno indagato una sezione della necropoli scavata solo parzialmente durante le passate campagne, permettendo di applicare le nuove tecniche d’avanguardia, per individuare più facilmente le prove di malaria. Oltre ai materiali fittili e ceramici e ai resti delle strutture murarie crollate, gli strati scavati hanno restituito un’abbondante presenza di ossa animali. La campagna di scavi del 2017 – è stato spiegato stamani – continuerà sul progetto in itinere dallo scorso anno con la speranza di poter trovare sia ulteriori insediamenti relativi alla villa, sia per quanto riguarda la necropoli di bambini alla quale potrebbe aggiungersi quella degli adulti, vista l’epidemia malarica che causò la morte dei piccoli.

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