Mense Perugia, il gestore si difende: “Oltre 200 controlli in un anno e mai una contestazione”

PERUGIA – L’Ati che gestisce il servizio mense scolastiche di Perugia, dopo mesi sul banco degli imputati, prova la mossa del cavallo e cerca di difendersi. La modalità è una lettera di tre cartelle, arrivata a Palazzo dei Priori, in cui il senso è chiaro: “durante l’ultimo anno scolastico abbiamo servito 800mila pasti e subito 200 controlli, senza che ci siano state difformità meritevoli di sanzioni”. Quindi si parla di “allarmismi del tutto ingiustificati” all’indomani dell’indagine della Procura.

“Nessun utente ha mai consumato neppure per una volta un solo pasto prodotto che non fosse pienamente rispondente agli standard qualitativi previsti – si legge nel documento che aggiunge – non abbiamo mai conservato né servito in nessuna delle nostre cucine prosciutto cotto o frittate con batteri. In alcuni casi a inizio anno abbiamo rilevato muffa negli yogurt e nel pane imbustato e sigillato, ma sono prodotti sigillati e confezionati all’origine e non di nostra manipolazione che provengono da primarie aziende umbre. E comunque in questi casi abbiamo rispedito i prodotti alle aziende e non li abbiamo mai somministrati”.

L’Ati ricorda, per quanto riguarda le lische, che i prodotti incriminati: “non vengono garantiti al 100 per cento dall’azienda fornitrice. Ma è comunque grazie all’impegno e alla professionalità delle nostre collaboratrici che il suo consumo non ha mai arrecato problemi ai bambini”. Quando all’accusa di falsa dichiarazione di una delle sue aziende: “Neghiamo che ci siano state false dichiarazioni come è falso affermare che il Comune di Pomezia abbia risolto il contratto con questa impresa alimentare, tanto più per cattiva gestione del servizio”. Infine viene fornito il dato emerso dai questionari: 1.413 distribuiti nell’ultimo anno scolastico dal quale è emerso un gradimento dell’86 per cento su menu invernale e del 90 su quello estivo.

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