Morto per la puntura di un insetto, parla l’esperto: “Difficile prevedere le reazioni”
PERUGIA – Dalle strutture ospedaliere di Perugia arriva l’appello alla profilassi dopo le punture di insetti. E’ stata la tragica morte di sabato pomeriggio a Bevagna a far lanciare l’allarme, riportando l’attenzione sulle reazioni allergiche gravi da puntura di imenotteri. In attesa di conoscere altri aspetti dell’evento che ha scosso la comunità regionale anche per la giovane età dell’imprenditore , induce a sottolineare alcuni aspetti di carattere medico.
“Le punture di api vespe e calabroni – spiega il Prof. Nicola Murgia, della struttura complessa di Medicina del Lavoro, diretta dal Prof. Giacomo Muzi, in una nota dell’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia – possono portare, in soggetti predisposti, a reazioni allergiche molto severe, fino alle reazioni anafilattiche che, se non trattate, possono portare alla morte la persona punta”.
Non sembra sia possibile prevedere che una puntura possa provocare conseguenze letali, è così ? “Purtroppo non è facile prevedere una possibile reazione allergica grave da puntura di imenotteri – sottolinea il Prof. Murgia – , tenuto conto che precedenti punture potrebbero anche non aver portato sintomi tanto preoccupanti ; reazioni estese ma localizzato non sono predittive di future reazioni gravi. I sintomi che devono preoccupare la persona punta e che possono essere predittivi di future reazioni anafilattiche sono quelle generalizzate, che, anche se di lieve entità, come prurito, eritema, orticaria, interessano tutto l’organismo o parti distanti dal sito di puntura”.
Nel caso una persona punta ha avuto una di queste reazioni cosa deve fare? “È necessario immediatamente informare il proprio medico di medicina generale, il quale invierà il paziente per una visita Allergologica per imenotteri all’ambulatorio della struttura della nostra clinica Ospedaliera per procedere a tutte le indagini diagnostiche e a suggerire la terapia più indicata”. Quindi si può sostenere che esiste una terapia? “Si, si tratta di una terapia da praticare in caso di reazione grave, basata principalmente su adrenalina autoiniettabile e una terapia preventiva che porta alla progressiva desensibilizzazione del soggetto verso il veleno e che viene ormai praticata da diversi anni presso la nostra struttura”. Professore, non è anomalo che l’uomo sia stato punto in autunno? “Fermo restando che l’esatta causa della morte verrà stabilità dall’autopsia, purtroppo anche in autunno alcune specie di imenotteri, come ad esempio i calabroni, sebbene in fase calante possono essere ancora presenti nel nostro territorio”