Omicidio Meredith: assolti Amanda e Raffaele. Cassazione annulla condanna per non aver commesso il fatto
Per la giustizia italiana, Amanda Knox e Raffaele Sollecito non hanno ucciso Meredith Kercher. La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di appello bis che li aveva condannati: Amanda e Raffaele sono stati assolti in via definitiva per non aver commesso il fatto.
Raffaele Sollecito è scoppiato a piangere appena ha ricevuto la notizia del verdetto della Cassazione. “Sono immensamente felice che quella stessa magistratura che mi ha condannato ingiustamente mi ha restituito oggi la dignità e la libertà”. “Sono ancora incredulo”, ha aggiunto. “Finalmente non dovrò più occuparmi di carte giudiziarie e posso tornare alla normalità”.
“E’ stata una battaglia durissima, era pacifico che Sollecito è innocente, e questa Cassazione ha avuto il coraggio di affermarlo. Ora Raffaele torna a riprendersi la sua vita”: così Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito.
“Ho sentito Amanda e le ho appena comunicato la sentenza di assoluzione definitiva. Ovviamente lei è felice. Finalmente l’errore è stato emendato dalla Corte di Cassazione. E’ un importante riconoscimento per la giustizia”. Ha detto l’avvocato Carlo Dalla Vedova, difensore della ragazza americana che attendeva la sentenza da Seattle. chiederemo il risarcimento per ingiusta detenzione”. Amanda è stata condannata a tre anni per calunnia, ma ha sofferto una carcerazione preventiva superiore alla pena inflittale.
“E’ una verità difficile da digerire per la famiglia, per noi che l’abbiamo difesa e per i giudici che hanno emesso i verdetti di condanna”. Ha detto invece l’avvocato Francesco Maresca, difensore della famiglia Kercher, dopo l’assoluzione di Raffaele Sollecito e Amanda Knox. “E’ una sentenza che ci ha sorpresi, non me lo aspettavo, ne prendiamo atto. Dalla lunghezza della camera di Consiglio credo che ci sia stato un grosso dibattito. Non ha un nome chi era con Rudy Guede – ha aggiunto il legale – I giudici hanno ritenuto che le prove non fossero sufficienti”. La famiglia Kercher ha dichiarato al Guardian che non manderà oggi, ma probabilmente domani, un comunicato sull’assoluzione. “Siamo allibiti…”: Stephanie Kercher ha commentato con poche parole la sentenza sull’omicidio della sorella Meredith.
“Sono curioso di leggere la sentenza”: il sostituto procuratore generale di Perugia Giancarlo Costagliola commenta così la sentenza della Cassazione su Raffaele Sollecito e Amanda Knox. “Prendo atto della decisione – ha detto il magistrato – e ho il massimo rispetto per le decisioni della Corte”. Costagliola aveva rappresentato l’accusa in appello insieme a Giuliano Mignini e Manuela Comodi.
“Evidentemente avevamo ragione noi”: Claudio Pratillo Hellmann, presidente della Corte d’assise d’appello di Perugia che nel 2011 assolse Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’omicidio di Meredith Kercher commenta così la decisione della Cassazione. “Non ci speravo, dopo tanti errori giudiziari commessi da altri giudici la Corte di Cassazione ha dimostrato che in Italia c’è ancora una giustizia” ha detto Pratillo Hellmann, giudice ora in pensione. “Sono contento – ha sottolineato l’ex presidente della Corte – perché è stato evitato un errore giudiziario e quei due disgraziati di Amanda e Raffaele ne sono usciti perché innocenti. Non nascondo la mia soddisfazione personale perché la nostra sentenza era stato tanto bistrattata”.
Più di 10 ore i 12 i giudici in Camera di Consiglio sono stati ritiritati mentre Amanda attende contando i secondi da Seattle e Raffaele quasi sisuramente sta raggiungendo la Puglia. Raffaele Sollecito fa sapere che non sarà in aula al momento della lettura del dispositivo. Lo ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno che da poco ha fatto ritorno in Cassazione. Il legale non ha aggiunto altro sul luogo dove Sollecito è andato ad aspettare la decisione dei Supremi giudici. Un’ora prima della lettura della sentenza, il Collegio della V Sezione Penale avvertirà i legali.
Si respira un clima denso di attesa mentre i giudici sono in Camera di Consiglio. Raffaele Sollecito ha lasciato la Cassazione da un’uscita secondaria, dopodiché è stato scortato via. Il presidente Gennaro Marasca non ha dato alcuna indicazione alle parti circa l’orario di conclusione della camera di consiglio: “Non sono ancora in grado”, si è limitato a dire ai difensori i quali saranno avvertiti un’ora prima della lettura del dispositivo da un cancelliere.
In mattinata l’arringa dei difensori di Sollecito.
Prima che i giudici entrassero in camera di consiglio, aveva preso la parola l’avvocato Luca Maori che ha chiesto di annullare la sentenza dell’appello-bis. “Il coltello e il gancetto sono le tessere fondamentali di questa vicenda. Se cadono queste tessere, cade tutto – ha osservato il penalista -. La corte di assise di appello di Firenze, screditando la perizia fatta nel primo giudizio di secondo grado, ha riesumato la consulenza genetica della polizia che rappresenterebbe un forte indizio di colpevolezza, da unire ad altri, anche se non costituisce una prova scientifica certa”.
“Io sono convinta che Amanda non sia mai entrata in quella stanza ma non si puo’ pretendere che Sollecito sia colpevole per non aver tirato in ballo quella che per una decina di giorni sarebbe stata la sua fidanzata. Raffaele non era presente nella stanza del delitto e non ci sono neppure tracce riconducibili alla Knox”. Ha detto l’avvocato Giulia Belgiorno nel suo intervento che ha preceduto quello di Maori. Si tratterebbe dunque di “Travisamenti probatori”, “sviste”, “contraddizioni”. Raffaele Sollecito è stato coinvolto nell’omicidio di Meredith Kercher in virtù di “una cascata tragica di errori” che hanno viziato la sentenza dell’appello-bis conclusasi con la condanna a 25 anni di reclusione. L’avvocato Giulia Bongiorno ha impiegato meno di due ore per spiegare che il suo assistito è estraneo all’assassinio della studentessa inglese. “Nella stanza del delitto c’è solo materiale probatorio, tipo tracce e impronte, riconducibile a Rudy Guede (l’ivoriano condannato definitivamente a 16 anni di carcere, ndr). E molte altre tracce, che portano ad altri soggetti, non sono mai state prese in considerazione come una macchia spermatica trovata su un cuscino e mai esaminata – ha evidenziato la Bongiorno -. In questo processo senza certezze l’unica certezza è che il coltello da cucina preso da cassetto e poi li’ riposto non e’ la vera arma del delitto”. La penalista, a proposito della traccia di dna attribuita all’imputato sullo stesso coltello e sul gancetto del reggiseno della vittima, ha parlato di “approccio fuorviante e anacronistico con la prova genetica perché non sono stati osservati appieno i protocolli internazionali. Deve essere cestinata quella prova genetica se per la scienza non è certa. O è o non è. Il forse nella scienza non esiste. E contro Sollecito c’è un mezzo dna che è una trappola, non una traccia”. Per la penalista, poi, il gancetto risulta toccato da 14 soggetti differenti ma “grazie al metodo sospettocentrico si è voluto cercare proprio il dna di Sollecito che in quel momento era in carcere”. “Raffaele Sollecito è come Forrest Gump: è un puro coinvolto in cose enormi, senza rendersene conto, e a cui capitano addosso cose pesanti come la condanna a 25 anni di reclusione che chiedo di annullare”. Così l’avvocato Giulia Bongiorno ha concluso il suo intervento difensivo davanti ai giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione. ”Raffaele Sollecito – ha ribadito la penalista – non ha depistato le indagini ma ha collaborato con gli investigatori, ha preso a spallate la porta dove c’era il corpo di Meredith e durante l’aggressione violenta stava vedendo i cartoni animati”.
E’ ripreso infatti questa mattina il processo in Corte di Cassazione per l’omicidio di Meredith Kercher che vede Raffaele Sollecino e Amanda Knox accusati del delitto. Oggi la Corte di Cassazione deciderà dunque se confermare la sentenza di condanna emessa nel gennaio dello scorso anno dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, mettendo forse fine ad una storia giudiziaria che ha visto i due imputati prima condannati, poi assolti e poi nuovamente giudicati colpevoli a Firenze. Il 25 marzo 2013 la Cassazione ribaltò la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Perugia. Poi l’appello bis a Firenze con la condanna a 28 anni di carcere per Amanda e 25 per Raffaele.
Nell’udienza dell’altro ieri il procuratore generale ha chiesto di confermare le condanne già inflitte ai due in Corte d’Appello ma di ridurre la pena di tre mesi ciascuno perché uno dei reati minori è prescritto. Il procuratore generale, Mario Pinelli, ha chiesto dunque la condanna a 28 anni e 3 mesi per Amanda Knox e di 24 e 9 mesi per Raffaele Sollecito.