Omicidio Raggi, 30 anni di carcere per Amine Aassoul. Accolte le richieste dell’accusa. I familiari: “Una piccola vittoria”
TERNI – 30 anni di carcere per Amine Aassoul detto Aziz per l’omicidio di David Raggi. Erano le 15,15 quando il Gup del tribunale di Terni, Simona Tordelli, ha pronunciato la sentenza accogliendo tutte le richieste del Pm Pesiri. Aziz ha ascoltato le parole del tribunale in silenzio, consapevole della pesantezza della condanna, prima di essere riportato nel carcere di Spoleto, dove resterà a lungo.
Aziz è responsabile di omicidio volontario, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Appena terminerà la condanna dovrà, inoltre, lasciare immediatamente l’Italia. La sentenza del Gup Simona Tordelli determina anche il risarcimento per le parti civili, ossia la famiglia e il comune di Terni: le cifre esatte saranno stabilite successivamente, per adesso le provvisionali parlano di 150mila euro per i genitori di David e 100mila euro per il fratello Diego. E’ proprio Diego Raggi a “ringraziare tutti coloro che sono stati vicini alla famiglia. Questa è la vittoria di tutti, per noi una piccola vittoria”. Per il fratello di David è anche la vittoria della giustizia italiana, perché dimostra che “il nostro Paese non è il paese dei balocchi”. Per l’avvocato Proietti, legale della famiglia Raggi “siamo di fronte ad una sentenza equilibrata e giusta. Siano soddisfatti della decisione del Gup”.
Anche per il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo la sentenza “porta giustizia”. Il primo cittadine ricorda, poi, che la morte di David “è una ferita profonda, che non ha nulla a che vedere con la città di Terni, con i suoi valori, con la sua storia”.
L’udienza prima della sentenza “Non ricordo e se ho commesso mi scuso” queste le poche parole pronunciate da Amine Aassoul nel corso del processo per l’omicidio di David Raggi. Il pm, Raffaele Pesiri, ha chiesto 30 anni di carcere riconoscendo l’omicidio volontario con dolo diretto mentre il legale della difesa, l’avvocato Panebianco, sostiene la preterintenzionalità. Il processo, iniziato con qualche minuto di ritardo, si è celebrato a porte chiuse per la scelta del rito abbreviato.
In aula questa mattina Diego Raggi e l’avvocato della famiglia, Massimo Proietti, l’imputato assistito dall’avvocato Panbianco, il pm Raffaele Pesiri e il gip, Simona Tordelli. Ad attendere la sentenza, davanti al tribunale ci sono stati per tutto il tempo gli amici di David Raggi, i familiari e la mamma del ragazzo ucciso. Alcuni amici indossano delle t-shirt bianche con una foto sorridente di David, mentre sono stati anche affissi dei cartelloni in cui si invoca giustizia. Voci hanno dato con insistenza anche la presenza della mamma di Aassoul, ma l’indiscrezione non ha trovato conferma. Prima dell’inizio del processo Diego Raggi ha detto di non volere vendetta ma di aspettarsi giustizia e una sentenza esemplare.
Tensione all’arrivo di Aziz Momenti di tensione si sono registrati all’arrivo del blindato della polizia penitenziaria che portava Amine Aassoul in tribunale. Alcune persone hanno cercato di raggiungere la camionetta della polizia penitenziaria con il quale è stato trasportato Aassoul, urlandogli contro. La situazione è tornata alla normalità dopo che il fratello di David, Diego, ha invitato tutti alla calma.
David Raggi fu ucciso nella serata del 12 marzo da Amine che, ubriaco e senza motivo, lo colpì con un pezzo di vetro al collo.
Aassoul non doveva essere in Italia.
In mattinata è stata anche accolta la richiesta del Comune di Terni di costituirsi parte civile. “E’ un atto doveroso – afferma il vicesindaco Francesca Malafoglia – da parte dell’Amministrazione prendere questa decisione sia per esprimere la nostra vicinanza nei confronti della famiglia Raggi sia per sancire in maniera chiara la gravità del delitto commesso che, a nostro parere, rappresenta una ferita per tutta la comunità ternana. Il Comune deve assumersi il dovere di richiedere la costituzione di parte civile in tutti quei processi dove i valori fondanti di una società sono profondamente colpiti”.