Operazione Spada, per il Tribunale del Riesame: “Appalti aggiudicati in modo illegittimo e proroghe dei servizi sempre alle stesse cooperative”
TERNI – Parole pesanti quelle pronunciate dai giudici del Tribunale del Riesame nei confronti della giunta Di Girolamo, a seguito dell’operazione Spada.
La maxi inchiesta che ha investito sindaco, assessori e dirigenti del comune di Terni e mondo della cooperazione sociale.
Per i giudici, Narducci, Verola e Semeraro: “I fatti illeciti commessi dagli indagati non solo non sono estemporanei o occasionali, ma dimostrano al contrario, che nel comune di Terni, il sistema degli appalti pubblici non si è mai conformato alla normativa nazionale e comunitaria”.
Nel dettaglio, per il Riesame “Nella delibera numero 47 del 28 febbraio 2013 della giunta comunale di Terni, approvata anche da Di Girolamo, il mezzo fraudolento emerge chiaramente proprio dall’analisi della delibera: la giunta ha approvato il progetto dell’ufficio tecnico con il quale si affida direttamente tre diversi tipi di servizi alla Srl Flora Napoli di Casoria (non indagati) per il servizio di taglio erba, potatura, pulizia dei riquadri stradali e servizio gestione impianti irrigui, manutenzione fioriere”.
Per giudici Narducci, Verola e Semeraro, “Tale progetto approvato non solo fraziona del tutto artificiosamente e arbitrariamente in tre l’appalto, ma addirittura la delibera richiama il valore degli importi delle prestazioni inferiore a 200.000 euro, laddove poco prima, nella stessa delibera, il valore complessivo supera di gran lunga tali cifre”.
Lo stesso iter – secondo il Riesame – è stato fatto per gli appalti della manutenzione cimiteriale.
“Anche in tal caso è stato realizzato il frazionamento dell’appalto per importi inferiori alla soglia comunitaria e si sono succedute diverse proroghe, impedendo così la partecipazione di altri soggetti, limitata la partecipazione solo ad alcuni ed evitata la gara europea”.
Quanto alla proroga dell’affidamento del servizio di supporto e assistenza turistica nell’area della Cascata delle Marmore, “possono ripetersi le osservazioni già svolte”.
Per i magistrati “il contratto prevedeva che alla scadenza contrattuale fissata al 31.12.2010, fosse possibile concedere una proroga non superiore a 12 mesi, previa adozione di apposito atto di giunta comunale. Una prima proroga di un anno fu concessa con la delibera di giunta, approvata anche dagli indagati, numero 377 del 10 agosto 2010. Accadde però che invece di bandire la gara, la giunta ternana, in altre due occasioni, ha autorizzato la proroga poi attuata con i provvedimenti dei dirigenti amministrativi del comune, consentendo lo svolgimento del servizio fino al 30.06.2013”.
Il Collegio del Tribunale del Riesame “in punto di esigenze cautelari, ha ritenuto che gli indagati hanno rivestito un ruolo preminente, quasi decisivo, nell’attivazione delle procedure amministrative illegittime oggetto dell’attuale procedimento penale.
Da molti anni Di Girolamo è Sindaco del Comune di Terni ed ha presieduto tutte le sedute della giunta comunale nell’ambito delle quali sono stati adottati i provvedimenti che il Collegio ritiene aver costruito condotta che integra i delitti contestati”.
I magistrati nelle 18 pagine di ordinanza, concludono così: “I fatti illeciti commessi dagli indagati non solo non sono estemporanei o occasionali, ma dimostrano al contrario, che nel comune di Terni, il sistema degli appalti pubblici non si è mai conformato alla normativa nazionale e comunitaria, e gli indagati hanno prodotto una palese distorsione delle procedure amministrative per il raggiungimento di finalità politico-amministrative, cioè garantire l’aggiudicazione dei servizi a imprese o associazioni di imprese operanti nel territorio ternano. In particolare, in tutte le gare esaminate l’iniziale illegittima aggiudicazione e/o la illegittima proroga del servizio ha favorito cooperative sociali nel territorio ternano ed ha impedito che alle gare potessero partecipare altri competitori, italiani o europei”.