Orvieto, primo intervento conservativo per il Sacro Corporale. Svelate le reali dimensioni della reliquia
ORVIETO – Il primo intervento di tipo conservativo è stato realizzato ma il sacro corporale di Orvieto ha bisogno di controlli costanti.
Il punto è stato fatto questa mattina dall’esperta di tessuti antichi Ester Giovacchini, su sollecitazione del vescovo Benedetto Tuzi, che ha realizzato il primo restauro.
La reliquia è stata sottoposta a un check up. Il panno di lino che sarebbe stato macchiato dal sangue sceso dall’ostia durante il miracolo eucaristico di Bolsena del 1263 è stato sottoposto a rilievi fotografici e ambientali, portati a termine in 40 giorni, che hanno portato alla luce diverse lacune e lacerazioni del tessuto che, visto lo stato di degrado “fotochimico e strutturale” dovuto a sbalzi sbalzi microclimatici, trasferte e costante esposizione alla luce, secondo la Giovacchini dovrebbe “continuare ad essere sottoposto a studi interdisciplinari”.
Dalle analisi è emerso che il panno misura in realtà 71,5 centimetri per 77,5, ben al di sopra dei 48 per 50,4 ipotizzati fino ad oggi, evidentemente – è stato spiegato – a causa dei ripiegamenti necessari per adattarlo al reliquiario.
Inoltre, grazie all’analisi degli affreschi realizzati da Ugolino di Prete Ilario proprio nella cappella del Corporale, con l’aiuto della luce ultravioletta sono stati individuati i depositi ematici causati dal miracolo.
“Finora è stata fatta un’operazione preventiva, ora il mio consiglio è di continuare a controllare e intervenire sulla reliquia” spiega la Giovacchini. In particolare, a detta dell’esperta, che ha già consigliato la sostituzione del vetro e dell’illuminazione utilizzati finora, “il reliquiario del 1978 è ormai inadeguato e dovrebbe essere restaurato per ridonare la reliquia nella sua completezza. + quindi necessario un nuovo supporto e una nuova teca”. In particolare, continua, “si dovrebbe studiare una teca trasparente che tenga conto dei problemi conservativi ma anche delle necessità devozionali”.
Secondo il vescovo Tuzia, l’intervento conservativo ha rappresentato “uno sguardo approfondito, scientificamente attento ma sostenuto anche dalla fede, da cui è emerso che lo stato di salute del Corporale che non è poi così ottimo. Questo – ha concluso – ci mette di fronte all’esigenza di come comportarci per salvaguardare questa reliquia, consentendone una fruizione nei modi che non la mettono in pericolo”.