Orvieto, vertice su legalità, Davigo: “In Italia corruzione seriale e diffusa, servono risposte nuove ed etica condivisa”
ORVIETO – “In Italia la corruzione è un fenomeno seriale e diffuso, chi commette un reato del genere continua a farlo e tende a coinvolgere altri e non viene denunciata praticamente mai: servono risposte nuove e un’etica condivisa”.
È il messaggio lanciato stamani a Orvieto dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Pierocamillo Davigo, nel corso dell’incontro sulla legalità promosso nell’ambito della due giorni intitolata “L’impegno dei cattolici democratici nella politica di oggi, tra solidarietà e legalità”, organizzato dal Centro studi Aldo Moro, in collaborazione con l’Unità.
Il presidente all’Anm ha raccontato diversi episodi legati alla sua esperienza di magistrato impegnato nel contrasto della corruzione e dato una sorta di ricetta. “Aumentare le pene – ha detto – non serve a niente, l’obiettivo è far emergere la corruzione, che è un reati a cifra e era elevatissimo. Tra gli strumenti da utilizzare: forti incentivi premiali a chi parla e denuncia; usare operatori sotto copertura; creare una funzione pro attiva delle forze di polizia. Il Parlamento dovrebbe impegnarsi in questa direzione. C’è inoltre la necessità di una forte prevenzione e di un’etica condivisa. Per distinguere chi ruba da chi no, dobbiamo fare i processi perché altrimenti tutte le pecore finiscono per essere nere, soprattutto nella pubblica amministrazione”.
Davigo ha anche affermato che “la politica delega alla magistratura la selezione della classe dirigente, aspettando le sentenze ma non è questo il modo giusto” e detto che “non tutti i politici sono corrotti ma non comprendo come fanno quelli non corrotti a strade seduti accanto a quelli che lo sono”.
All’incontro è intervenuto anche il sottosegretario al ministero dell’Interno, Gianpiero Bocci, affermando che “l’Italia non uscirà dalla crisi se non si recupera un forte senso di legalità e si arriva a un paese davvero giusto, dove la premessa di tutto è la legalità, il rispetto delle regole e amministrazioni trasparenti”.
Il sottosegretario ha anche detto che “le nostre penali non bastano, bisogna favorire i processi perché la prescrizione die reati è la più a grande forma di inciviltà, servono inoltre misure interdittive nella pubblica amministrazione per chi commette certi reati: dobbiamo avere il coraggio di cacciare certe persone perché essere garantisti non significa lasciare i cialtroni a fare appalti e lavori pubblici, dobbiamo avere il coraggio di cambiare il nostro Paese, ora o mai più”.
Bocci ha anche chiesto “l’approvazione di un codice etico della pubblica amministrazione, che è una forma di civiltà e un’assunzione di responsabilità”.
Nel corso del convegno ci sono state diverse testimonianze sul tema dell’impegno dei cattolici nella politica di oggi, tra solidarietà e legalità.
Le conclusioni sono state affidate all’onorevole Giuseppe Fioroni: “Noi – ha detto – siamo quelli che vogliono aiutare il Pd e le tante liste civiche in Italia, un aiuto che serva ad amo,aire l’offerta politica. Per i moderati – ha continuato – c’è grande spazio e il Pd lo deve comprendere”.
Fioroni ha dettato la linea anche sul fronte delle sfide nazionali con la modifica dell’Italicum, inserendo il premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista. Il tutto per tornare ad una seria democrazia partecipativa. Non è questione di ricatto dei partitini se siamo in grado di fare sintesi con un autorevole progetto nella coalizione”. Richiamo anche al renzismo: “noi lo sosteniamo con lealtà, senza essere renziani di convenienza ma ci fanno ridere anche gli antirenziani di principio”. Infine l’appello al voto per il sì al referendum, “perché la riforma va incontro allo spirito dei padri costituenti”.