Ospedali Covid a Pantalla e Spoleto: insorgono sindaci e sindacati
Spoleto – Da giorni si parlava coinvolgimento dell’ospedale di Pantalla (con 30 posti letto dedicati) nella cura dei pazienti affetti dal virus, come già avvenuto durante il lockdown, ma nella conferenza stampa di oggi pomeriggio (mercoledì 21 ottobre) della presidente della Giunta, Donatella Tesei, e dell’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, si è parlato anche di 70 posti covid in quello di Spoleto, oltre a quelli già attivi di Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello. La tensione, quindi, comincia a sentirsi così come il mancato confronto con gli amministratori dei relativi territorio.
Repentina è stata la risposta del sindaco Umberto de Augustinis che, al termine della conferenza stampa della Regione Umbria, nel corso della quale è stato illustrato il piano di riorganizzazione ospedaliera in funzione dell’emergenza sanitaria, ha dichiarato: “Quello di oggi è un gravissimo oltraggio alla città di Spoleto, alle sue istituzioni e ai suoi cittadini. Non una riga dell’ordinanza, annunciata e illustrata in conferenza stampa dalla Presidente Donatella Tesei, è stata oggetto di confronto con l’amministrazione comunale. Le informazioni le abbiamo apprese, come tutti, nel corso dell’incontro con i giornalisti: non c’è stata nemmeno la cortesia istituzionale di condividere i contenuti prima di renderli pubblici, di discuterli, di considerare le necessità di un territorio che ha sempre collaborato attivamente e con grande senso di responsabilità con i vertici regionali. Tutto questo è avvenuto nonostante le ragioni manifestate, i fortissimi dubbi espressi, la richiesta di non riorganizzare la rete ospedaliera regionale azzerando i servizi sanitari del nostro nosocomio. Niente di tutto questo è stato preso in considerazione: l’emergenza sanitaria è stata utilizzata in una chiave inaccettabile, nel metodo e nella sostanza, mortificando le ragioni di una città intera. Ritengo inaccettabile il comportamento della Presidente Tesei, della giunta regionale e dello staff sanitario. Mai avrei immaginato di dovermi esprimere in questi termini e mai avrei pensato di dovermi confrontare con una situazione del genere, soprattutto in un momento così delicato per tutti. Arrivati a questo punto faremo quanto è in nostro potere per evitare che la nostra comunità subisca le conseguenze di scelte così miopi e dannose”.
Secondo il piano illustrato, infatti, all’ospedale di Spoleto saranno allestiti 70 posti per i malati Covid e resteranno attivi solo i servizi di oncologia, radioterapia e dialisi.
Nel frattempo anche gli 8 sindaci della Media Valle del Tevere ieri sera sono intervenuti in merito per la questione Pantalla. “No ad una nuova riconversione a ospedale Covid di Pantalla – cita il comunicato – e no all’attivazione di spazi Covid che compromettano i servizi che sono ripartiti nelle scorse settimane. Gli 8 sindaci della Media Valle del Tevere esprimono la ferma contrarietà alla scelta della Usl Umbria 1 di attivare a Pantalla, a partire da sabato 17 ottobre, un’area di lungodegenza per ospitare fino a 30 pazienti Covid-19”.
“Non è condivisibile – spiegano i sindaci – la decisione, peraltro repentina, di predisporre fino a 30 posti letto per malati Covid presso l’ospedale della Media Valle Tevere, pregiudicando nuovamente i servizi riattivati con difficoltà, alcuni dei quali da pochissimi giorni. La scelta operata tra sabato e domenica è in netto contrasto con quanto ci è stato riferito, appena due settimane fa, dai vertici della sanità regionale e non può che suscitare il nostro dissenso, sia perché non è stata minimamente motivata e condivisa, sia perché fortemente penalizzante per la popolazione del nostro territorio che nel corso della prima ondata ha già subito gravissimi disagi. Nessuno intende sminuire la gravità dell’emergenza in corso, né tantomeno sottrarsi al senso di responsabilità che ci ha sempre contraddistinto, ma è altresì innegabile che gli oltre 60.000 cittadini della Media Valle del Tevere hanno già sostenuto il peso di forti restrizioni e in questa fase le criticità collegate alla seconda ondata pandemica vanno distribuite più equamente su tutto il sistema sanitario regionale”.
Anche Cgil e Spi della Media Valle del Tevere sono intervenute oggi con una nota ufficiale: “Dopo innumerevoli proclami sulla riapertura dell’ospedale di Pantalla e dei vari reparti (la chirurgia, a leggere i giornali, è stata riaperta 3 volte), siamo punto e a capo: l’ospedale della Media Valle del Tevere è di fatto nuovamente chiuso. Funzionano, a scartamento ridottissimo, solo alcuni ambulatori o servizi di day-hospital”.
“La pandemia è una cosa seria – sottolineano dal sindacato – e va affrontata con la massima determinazione ma, guardando le statistiche di questi giorni, con l’Umbria tristemente in testa per la crescita dei contagi e in coda sul numero di posti letto in terapia intensiva in rapporto alla popolazione (posti che hanno avuto incremento zero), si ha la sensazione che l’attenzione delle autorità sanitarie regionali sia stata concentrata più sullo sviluppo della sanità privata che sull’organizzazione dei servizi per prevenire la pandemia”.
“Privare di fatto un territorio di più di 60.000 utenti del suo ospedale non è cosa di poco conto – insistono Cgil e Spi Cgil – così come non lo è costringere i pazienti, soprattutto gli anziani, a raggiungere Città di Castello o Branca, per normali esami o interventi di prevenzione. Stessa cosa per gli interventi chirurgici urgenti. Si provi ad immaginare un pensionato di San Venanzo o di Massa Martana, operato a Branca: il coniuge, in assenza di familiari disponibili, come può raggiungerlo e fargli assistenza, stante l’assenza di qualsiasi mezzo pubblico?”.
“Il rischio, ormai realtà, è che la gente rinunci a curarsi, con il conseguente aumento dei morti per le patologie tradizionali – avvertono Mauro Moriconi, responsabile della zona Media Valle del Tevere per la Cgil di Perugia, e Giuseppe Giansanti, segretario della Lega Spi Cgil – Noi avevamo proposto di destinare un terzo dell’ospedale di Pantalla al Covid (e per la sua conformazione sarebbe stato possibile con sforzi minimi isolare una parte, costruendo anche percorsi dedicati e del tutto staccati dal resto), ma le altre divisioni della struttura debbono essere rimesse a disposizione della cittadinanza, con le caratteristiche e le prestazioni precedenti, recuperando – tra l’altro – le attrezzature che nel frattempo sono state spostate in altri ospedali”.
E’ necessario procedere alle assunzioni nella sanità regionale altrimenti non saremo in grado ne di garantire i servizi ordinari e tanto meno l’emergenza legata alla pandemia.
“Al termine della pandemia chiederemo anche di potenziare l’ospedale per correggere i limiti del passato ma, al momento, va riaperto e reso funzionale al più presto – concludono Moriconi e Giansanti – Riteniamo inoltre necessario ed inderogabile che anche i sindaci del territorio assumano orientamenti coerenti con gli impegni che hanno preso con i cittadini. Non possono continuare a nascondersi dietro la favoletta che tutto si riaprirà, perché questi mesi hanno dimostrato che non è così, e soprattutto perché la situazione sanitaria sta peggiorando, aggravando gli effetti già negativi del Covid”.