Palazzo dei Priori, in commissione cultura la vertenza della Perugina
PERUGIA – E’ approdata in Commissione cultura la questione “Perugina”, essendo stati presentati due ordini del giorno uno da parte del M5S ed uno a firma del consigliere Pd Bori. Oggi, nel corso della seduta, sono intervenuti sia i rappresentanti delle tre sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) sia dei 120 lavoratori che hanno sottoscritto la lettera inviata a sindaco, presidente della Provincia, a quello della Regione, a vescovo e sindacati nazionali.
Il primo odg, “Caso Perugina – sostegno ai lavoratori ed alla peruginità del marchio”, come detto, è stato presentato dal M5S.
Illustrando il testo, il capogruppo Rosetti ha ricordato che lo stabilimento della Perugina rappresenta un marchio ed un pezzo di storia della nostra città. Nel medesimo sono oggi occupati circa 1000 dipendenti, ma le Rsu hanno denunciato il preoccupante calo della produzione, la perdita di commesse, la mancata assunzione di lavoratori stagionali, il ricorso da parte di Nestlè agli ammortizzatori sociali ed ai contratti di solidarietà.
Emerge, in sostanza, un generale stato di preoccupazione per il futuro occupazionale dei lavoratori, tenuto conto anche dello spostamento di alcune produzioni in altri stabilimenti.
Tenuto conto delle pesanti ricadute che un ridimensionamento della Perugina avrebbe per la città, il M5S ha proposto di impegnare sindaco e giunta a valutare strumenti idonei di intervento nella crisi delle stabilimento finalizzati: a sostenere i livelli occupazionali e della produzione, a mantenere radicate al territorio le produzioni a marchio Perugina, a spingere la Nestlè, anche attraverso l’azione del Governo nazionale, ad adottare un piano industriale che abbia come obiettivi prioritari la salvaguardia dei livelli occupazionali e il potenziamento produttivo dello stabilimento.
Il secondo odg, contro il ridimensionamento ed i licenziamenti alla Nestlè-Perugina, è stato illustrato da Tommaso Bori.
Quest’ultimo, dopo aver riportato il contenuto della nota pubblica di Michele Greco, lavoratore della Nestlé-Perugina e segretario generale della Flai-Cgil dell’Umbria, ha riferito che la situazione Nestlé – Perugina è molto complessa da anni per la precarizzazione del personale e, nell’ultimo periodo, vi è stato un aumento della tensione tra lavoratori, sindacati e vertici aziendali per il continuo ricorso ad ammortizzatori sociali, precarizzazione del personale, paventati licenziamenti e riduzione della produzione.
Nonostante i sacrifici dei lavoratori (es. contratti di solidarietà), la Nestlé ha continuato a ridimensionare lo stabilimento della Perugina dismettendo produzioni perché fuori mercato e delocalizzando molte commesse.
Urge, dunque, una netta inversione di tendenza.
Per tali ragioni, il consigliere del Pd ha chiesto di impegnare sindaco e giunta ad attivarsi rispetto alla situazione d’emergenza che si registra allo stabilimento della Nestlé-Perugina di San Sisto contro il ridimensionamento ed i licenziamenti.
A questo punto hanno preso la parola i rappresentanti delle Rsu e dei lavoratori che hanno sottoscritto la lettera.
Tutti hanno espresso preoccupazione per la situazione del sito, supportata da dati oggettivi che si stanno manifestando da tempo nello stabilimento di San Sisto, in cui sono impiegati circa 900 lavoratori stabili oltre a 300 stagionali.
Da anni, infatti, si registra una riduzione importante dei livelli di produzione, nonostante la fabbrica sia in grado di arrivare fino ad una capacità di 28.000 tonnellate l’anno.
Ciò, nonostante i sacrifici richiesti in passato ai lavoratori, con applicazione per circa 4 anni della cassa integrazione.
Nel 2014 la situazione, infatti, è peggiorata attestandosi su una produzione inferiore (circa il 6% in meno), con conseguente necessità di attivazione della cassa integrazione per ulteriori 4 mesi. Una soluzione che sembra non aver sortito effetti, tanto che l’azienda avrebbe segnalato esuberi pari a circa 110 lavoratori.
Le Rsu hanno riferito che nel corso del tempo la multinazionale ha avanzato proposte provocatorie (es. trasformazione dei contratti full time in part time e simili), tutte respinte dai Sindacati. Un diniego motivato dal fatto che a Perugia non si può parlare di licenziamenti, ma occorre aumentare la produzione per il bene del sito e dell’intera città.
Le Rsu hanno quindi deciso di sottoscrivere, dal settembre 2014 al 2016, un contratto di solidarietà con l’obiettivo di “congelare” la situazione e spingere la proprietà ad adottare un piano industriale da cui emergano le strategie.
Essendo emerso che questo piano industriale non c’è, che tutte le proposte dei Sindacati sono state disattese e che il lavoro stagionale è passato dalle 157.000 ore del 2013 alle 25.000 ore del 2014 (pari di fatto a 66 licenziamenti), le Rsu hanno valutato come indispensabile l’apertura di una vertenza al fine di evitare che tra due anni, al termine del contratto di solidarietà, il sito e la città possano trovarsi in una situazione critica.
La città, hanno in sostanza chiesto i lavoratori, deve stringersi intorno alla sua storica azienda, partendo dalle Istituzioni, con l’obiettivo di portare la questione all’attenzione anche del Governo Nazionale.
Felicioni ha riferito che l’Amministrazione Comunale ha a cuore la questione della “Perugina” e vuole contribuire, in ogni modo possibile, a risolvere le attuali criticità.
Ne è un esempio il fatto che lo stesso Felicioni ed il sindaco Romizi, subito dopo l’insediamento del primo cittadino, hanno visitato il sito di San Sisto, confermando che la fabbrica è un bene degli operai, ma soprattutto dell’intera città.
Giaffreda ha rimarcato che gli unici atti sul tema portati all’attenzione della Commissione provengono dalle due opposizioni, M5S e PD. L’auspicio per il futuro, dunque, è che anche la maggioranza ed il Sindaco si facciano carico dell’impegno di sostenere l’azienda, in quanto patrimonio della città.
“E’ questo il momento di intervenire, evitando di piombare nella stessa situazione dell’Ast di Terni. Dato che sta emergendo la mancanza di qualunque strategia da parte della multinazionale, tutto il Comune deve stringersi intorno alla Perugina”.
Anche secondo Mencaroni oggi è necessario difendere la storia e la tradizione della città. Per questo il capogruppo Pd ha rivolto un appello a Sindaco e Consiglio Comunale affinché assumano una posizione forte a tutela delle oltre 1000 famiglie impiegate nella Perugina.
“Se infatti vogliamo risolvere questa vertenza, dobbiamo necessariamente trovare una mediazione tramite l’impegno diretto delle Istituzioni”.
Luciani ha rimarcato che in passato sul tema della Perugina è mancata la doverosa attenzione da parte dell’Amministrazione Comunale di centro-sinistra.
“Oggi, essendo emerso che manca un piano industriale da parte della multinazionale, dobbiamo attivarci al fine di portare all’attenzione del Governo Nazionale questa vertenza che interessa l’intera città”.
La consigliera di F.I. ha dunque proposto di redigere un documento unitario della Commissione di sostegno ai lavoratori della Perugina da approvare all’unanimità in Consiglio Comunale.
Anche Perari ha manifestato condivisione per l’adozione di un documento unico, perché questa è la classica situazione che deve investire l’intera città, visto che la Perugina è patrimonio e ricchezza di Perugia.
Infine Rosetti ha rimarcato che la Perugina non ha colore politico; pertanto questa “battaglia” deve riguardare l’intera città, che non può rimanere silente di fronte ad una situazione tanto grave. “Credo che le Istituzioni debbano iniziare a lavorare per contribuire a fare chiarezza, spingendo l’azienda a rivelare se vi sia o meno un piano industriale e cosa intenda fare nei siti produttivi italiani, in primis Perugia”.
Il capogruppo del M5S ha chiarito che, se si vogliono raggiungere risultati reali, l’interlocuzione tra Amministrazione, Rsu ed Azienda deve essere continua, così come sarà necessario il coinvolgimento di Regione e Governo Nazionale.
La Commissione, alla fine, ha deciso all’unanimità di affidare ai consiglieri Bori, Luciani e Rosetti il compito di redigere un documento unitario da portare all’attenzione della stessa nel corso della prossima riunione.