Perugia, aborto in bagno dell’ospedale: l’Azienda ospedaliera apre l’indagine interna
PERUGIA – Abortisce in bagno, per un parto indotto a 21 settimane di gestazione. I fatti qualche settimana fa, con uno dei due gemelli che aspettava la ragazza, morto e quindi la necessità del parto indotto con la morte anche dell’altro. Ora i due, come racconta il Corriere dell’Umbria, sporgono denuncia nei confronti dell’ospedale, per accertare responsabilità. Il Santa Maria della Misericordia apre così l’indagine interna.
“L’Azienda Ospedaliera di Perugia – dice una nota – ritiene opportuno informare con una nota stampa, che il caso descritto riguarda una gravidanza “ad alto rischio” gemellare con una unica placenta e un unico sacco amniotico. A seguito di alta criticità del caso, la donna è stata presa in carico e seguita presso gli ambulatori della Struttura Complessa di Ostetricia. Nel corso dell’ ultimo controllo, è stata accertata la morte di uno dei due feti. Tale situazione elevava in maniera esponenziale il rischio di morbilità e mortalità dell’altro feto e poneva a rischio la salute stessa della donna”.
“La coppia , dopo essere stata informata dal personale medico, intraprendeva la scelta di un aborto terapeutico, che veniva programmato per il 09 marzo scorso. Il ricovero si è svolto come previsto. L’aborto è stato indotto farmacologicamente , e tenendo in considerazione il possibile rischio emorragico , sono state predisposte adeguate scorte di sangue. L’espulsione dei feti è avvenuta mentre la donna si trovava nel bagno della stanza di degenza. La donna è stata assistita presso la degenza, come da prassi per una migliore tutela della privacy in un momento particolarmente delicato e doloroso per la coppia. A seguito di un successivo sanguinamento,