Perugia, aumentano le persone che si rivolgono alla Caritas
PERUGIA – Sono state 1.071, rispetto alle 835 del 2015 e alle 777 del 2014, le persone che si sono rivolte l’anno scorso alla Caritas di Perugia: lo rileva il Secondo Rapporto sulle povertà, redatto a cura dell’Osservatorio della Caritas diocesana e presentato oggi pomeriggio, dal quale risultano in costante crescita sia gli italiani (dai 266 del 2014 ai 279 del 2016) sia gli stranieri (dai 424 del 2014 ai 747 del 2016). I primi dieci Paesi di provenienza dei cittadini esteri sono Marocco, Ecuador, Nigeria, Albania, Camerun, Perù, Romania, Filippine, Ucraina e Costa d’Avorio.
Gli utenti maschi – rende noto lo stesso Rapporto – nel 2016 sono stati 472 (145 gli italiani) e le femmine 599 (134 le italiane). Le classi di età con maggiori utenti italiani e stranieri, sia maschi che femmine, sono quelle dai 25 ai 64 anni e per i primi anche dai 65 ai 74 anni, mentre per i secondi dai 19 ai 24 anni: quindi le persone più adulte che si sono rivolte nel 2016 al centro di ascolto diocesano, sono quelle italiane, mentre le più giovani sono quelle straniere. Dato, questo, confermato anche dalla condizione professionale degli utenti: quella di ‘pensionato’ è la seconda condizione per gli italiani dopo quella di ‘disoccupato in cerca di prima/nuova occupazione’ (la prima in assoluto anche per gli stranieri).
Per quanto riguarda il livello di istruzione degli utenti, prevalgono in modo netto quelli inferiori (licenza elementare e media).
Tra i principali bisogni espressi dalle persone che si sono recate al centro di ascolto, oltre a quelli relativi al lavoro (47,0% italiani e 59,0% stranieri), ci sono i problemi economici (57,3% italiani e 54,4% stranieri), le problematiche abitative (23,7% italiani e 15,7% stranieri), i problemi familiari (9,3% italiani e 7,9% stranieri), le dipendenze (4,7% italiani e 0,1% stranieri), i problemi di salute (3,6% italiani e 0,1% stranieri) e di migrazione/immigrazione (0,4% italiani e 10,8 stranieri).
Rispetto al 2015 diminuiscono in valori percentuali i problemi occupazionali e di lavoro (dal 69,1% al 55,1%), economici (dal 58,7% al 54,2%), di salute (dal 4,1% all’1,1%), familiari (dall’8,4% all’8,3%) e le dipendenze (dall’1,7 all’1,3%), mentre aumentano le problematiche abitative (dal 8,5% all’17,8%) e i bisogni in migrazione/immigrazione (dall’1,6% al 7,7%).
Le voci più significative degli interventi del centro di ascolto diocesano per cittadinanza sono quelle dell’ascolto (47,0% italiani e 44,3% stranieri), dei sussidi economici per utenze domestiche, affitto e tasse (30,3% italiani e 24,8% stranieri), dei beni e servizi materiali attraverso gli empori della Solidarietà e in piccola misura i servizi di mensa (12,9% italiani e 17,6% stranieri), della consulenza professionale (4,3% italiani e 6,8% stranieri) e della sanità (2,8% italiani e 3,6% stranieri).