Perugia, minaccia in stile mafioso ai danni di un notaio perugino: due calabresi in carcere

PERUGIA – Una minaccia in tipico stile “mafioso” ai danni di un noto notaio di Perugia ha portato in carcere due soggetti calabresi ma residenti in Umbria, un 50enne che vive a Magione e un 28enne residente a Ponte Felcino. L’operazione è stata presentata in conferenza stampa dai carabinieri con il colonnello Cosimo Fiore ad illustrare i dettagli. “Se non ci dai quello ti chiediamo finisce male per te e per la tua famiglia, voi avete figli, so dove trovarvi, la faccenda si mette male”. Con queste parole i due hanno avviato il tentativo di estorsione, mostrando una pistola. Il professionista non si è perso d’animo e ha denunciato, così da permettere di scoprire i responsabili dell’inferno che stava vivendo e così sono scattate le indagini e infine le manette. La minaccia è avvenuta nello studio della vittima.

 fiore sfacteria“Ai due arrestati viene contestata la tentata estorsione – ha detto il Colonnello Cosimo Fiore durante la conferenza stampa, avvenuta stamani presso il comando provinciale dei carabinieri. I due – ha spiegato – hanno tentato di estorcere del denaro minacciando il professionista e mostrando una pistola. Il denaro – ha aggiunto – era destinato per alcuni carcerati. Il metodo utilizzato è di stampo mafioso. Gli arrestati hanno paventato la loro contiguità con una famiglia di ‘ndrangheta calabrese. E’ un brutto episodio, ma grazie al controllo del territorio – ha concluso l’Alto Graduato – riusciamo a stroncare sul nascere tentativi come questi”.
L’attività d’indagine, condotta da personale del dipendente Nucleo Investigativo è stata avviata nel luglio dello scorso anno, quando i due indagati, riconducibili alla famiglia ‘ndranghetista Giglio operante in Strongoli (KR) , presenti in questa provincia in quanto attivi nel settore dell’edilizia, si sono fatti vivi col notaio. Entrambi gli indagati sono stati tradotti in un primo momento presso il carcere di Perugia Capanne a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria e successivamente presso il carcere di Terni dove è presente la sezione Alta Sorveglianza.

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