Perugia, ok alla manovra correttiva per Palazzo dei Priori. Le opposizioni: “Maggioranza incapace”
PERUGIA – Il Consiglio ha approvato, con 18 voti a favore (maggioranza) ed 11 contrari (opposizioni), la preconsiliare n. 88 del 29.12.2017 “Deliberazione n. 134/2017 della Corte dei Conti -Sezione Regionale di Controllo per l’Umbria sui rendiconti di gestione 2014 e 2015 – Misure correttive”. La pratica contiene le misure correttive sollecitate dalla Corte dei Conti il 17 novembre con delibera della Sezione regionale di controllo 134/2017. Oggetto del controllo i rendiconti di gestione degli esercizi 2014 e 2015, le cui criticità –come ha evidenziato la stessa Corte dei Conti- provenivano dagli anni precedenti 2012 e 2013.
L’organo di controllo, infatti, aveva accertato uno squilibrio di cassa del bilancio comunale, evidenziato dal ricorso all’anticipazione di tesoreria non restituita al termine degli esercizi 2014, 2015 e 2016 e dall’utilizzo di fondi vincolati non ricostituiti al termine dei medesimi esercizi. Accanto ad esso, criticità relative alla capacità di riscossione, utilizzo di entrate straordinarie per la realizzazione degli equilibri di parte corrente, criticità relative ai contratti derivati e perdite inerenti la Società partecipata S.A.S.E. S.p.A..
Per questo la stessa Corte dei Conti aveva chiesto al Comune di individuare le dovute misure di correzione entro sessanta giorni dalla ricezione della delibera stessa. Gli uffici hanno quindi individuato sei tipologie di misure correttive, che saranno inserite ed attuate nella prossima programmazione economico finanziaria 2018/2020, lavorando su due direttrici: da un lato, verso l’attivazione di misure straordinarie in grado di generare flussi di cassa idonei ad azzerare l’anticipazione di tesoreria e ridurre gli interessi passivi, contribuendo così alla riduzione anche del disavanzo tecnico accertato nel 2014, pari a 35 milioni di euro circa. Dall’altro, nell’attivazione di misure di bilancio strutturali in grado di normalizzare le esigenze di liquidità e migliorare gli equilibri di parte corrente.
LE MISURE CORRETTIVE – 1)Le suddette misure riguardano, innanzitutto, la dismissione di immobili (fabbricati e terreni) non funzionali alle attività istituzionali, tra cui Palazzo Rossi Scotti (1,5 milioni di euro il valore stimato) e altri immobili restituiti al patrimonio comunale, ma non più strumentali per l’ente. A questi si aggiungeranno nuovi cespiti, potenzialmente di maggiore appetibilità, attualmente locati, quali immobili commerciali e terreni di pertinenza di varie attività. Il valore stimato della prima annualità del P.A.V.I. 2018/2020 sarà, dunque, di circa 12 milioni di euro, mentre complessivamente, la misura in questione ha un valore compreso tra 15 e 16 milioni di euro. La sua realizzazione, stimata prudenzialmente intorno al 50%, determinerà un introito che andrà a beneficio del saldo di cassa, con minori interessi passivi sull’anticipazione di tesoreria ed inoltre contribuirà a migliorare il risultato di amministrazione quale copertura del c.d. “disavanzo tecnico” da ripianare in 28 anni, con beneficio anche nei futuri bilanci di previsione.
Altra misura individuata –che si svilupperà nel corso del 2018- riguarda la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà sui terreni nei quali sono stati realizzati immobili di edilizia residenziale pubblica. In questo modo ci si propone di ottenere benefici di carattere finanziario per l’ente, incrementando le entrate attraverso la cessione definitiva degli immobili, allo stesso tempo consentendo agli assegnatari degli alloggi in aree PEEP di diventarne pieni proprietari, a condizioni economiche agevolate. Tale misura permetterà all’ente anche di migliorare la conoscenza del proprio patrimonio immobiliare e gli obblighi convenzionali in essere con gli assegnatari delle aree concesse, nonché di sanare le incongruenze eventualmente verificatesi nel tempo a seguito delle modifiche normative succedutesi e dei trasferimenti immobiliari. Il valore stimato di tale misura è di circa 2 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 2,1 milioni di euro derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica, che andranno anch’essi a beneficio del saldo di cassa.
Prevista anche la definizione agevolata delle morosità della Tassa sui rifiuti (TARI) per gli anni 2014-2016 (tale definizione temporale è dovuta al fatto che per le annualità precedenti i contribuenti possono comunque avvalersi della possibilità analoga prevista dal D.L. n. 148/2017). L’attuazione di tale misura sarà realizzata nel 2018 e per metà 2019 e sarà svolta dal gestore del servizio integrato di igiene urbana in collaborazione con gli uffici comunali. Si prevede, prudenzialmente, un incasso tra i 10 e i 12 milioni di euro che andranno a migliorare la liquidità dell’Ente, in funzione del rientro dall’anticipazione di tesoreria con minori interessi passivi, e a ridurre la consistenza dei residui attivi. Ulteriore misura riguarda l’alienazione delle quote detenute nella società Minimetrò Spa, di cui il Comune è titolare al 70%.
La misura in questione ha un duplice obiettivo: acquisire un introito –stimato in circa 4 milioni di euro- che andrà a beneficio del saldo di cassa, quindi, generare –a decorrere dall’esercizio 2019– risparmi sulla spesa corrente a titolo di corrispettivo del servizio di gestione dell’infrastruttura. Il corrispettivo a carico del Comune per il mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario della concessione ammonta, infatti, a quasi 9 milioni di euro (IVA compresa), di cui il 65% è imputabile all’infrastruttura e il 35% all’esercizio. Si stima che, a regime, l’operazione di dismissione, grazie ad economie di scala gestionali e ad ottimizzazioni nella gestione, potrà determinare risparmi sul corrispettivo del contratto di servizio quantificabili in circa 1 milione di euro/anno.
L’attuazione della misura richiederà preventivamente la definizione/modifica dello Statuto sociale, della Convenzione-quadro e del Contratto di servizio, al fine di rendere la dismissione efficace ed economicamente vantaggiosa, nonché di tutelare giuridicamente ed economicamente la posizione del Comune di Perugia che rimane proprietario dell’infrastruttura e concedente del servizio di gestione. Ed ancora si propone il miglioramento della capacità di riscossione delle entrate proprie, attraverso l’adozione di un diverso modello organizzativo, nel quale le competenze specifiche in materia vengono accentrate in una nuova struttura che svolgerà, nei confronti delle unità operative dell’Ente una continua azione di monitoraggio, coordinamento, impulso ed indirizzo per quanto riguarda la riscossione delle entrate. Saranno, inoltre, implementate sia la piattaforma informatica per il monitoraggio dell’attività interna di riscossione delle entrate proprie sia il canale di pagamento telematico delle entrate comunali c.d. “PagoPA”. Si prevede anche una velocizzazione delle rendicontazioni e degli incassi da Stato, Regione ed altri soggetti pubblici e privati. Infine, sono stati definiti nuovi indirizzi in materia di entrate e spese correnti per il Bilancio di previsione 2018-2020 e il miglioramento degli equilibri di parte corrente, al fine di superare, per il futuro, le criticità stesse evidenziate dalla Corte dei Conti.
Gli indirizzi sulla parte di entrata riguardano: a) Istituzione del canone concessorio non ricognitorio (entrata patrimoniale) da applicare ai soggetti titolari di concessione per l’utilizzo del suolo e del sottosuolo delle pubbliche strade. Applicazione dal 2019 previa elaborazione ed approvazione di apposito Regolamento e censimento delle occupazioni esistenti; b) – Riduzione delle entrate straordinarie derivanti da recupero evasione e da contravvenzioni al codice della strada utilizzate per il raggiungimento dell’equilibrio di parte corrente; c) – Acquisizione di maggiori trasferimenti regionali per il Trasporto Pubblico Locale (mobilità alternativa): trattativa con la Regione per l’assegnazione di ulteriori risorse a valere sul Fondo regionale per il trasporto pubblico locale o in alternativa attivazione del contenzioso. d) Revisione delle tariffe dei proventi dei servizi a domanda individuale: Servizi cimiteriali per il nuovo forno crematorio.
Gli indirizzi per la parte di spesa sono: a) Spesa di personale: rimodulazione del piano triennale delle assunzioni e riorganizzazione della spesa per il personale a tempo determinato; b) Spesa corrente per acquisto di beni e servizi: rimodulazione delle previsioni riducendo selettivamente gli stanziamenti a fronte dei quali non sussistono obbligazioni già perfezionate; c) Spesa corrente per trasferimenti esterni: rimodulazione delle previsioni riducendo selettivamente gli stanziamenti non obbligatori; d) Adeguamento del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità iscritto nel bilancio preventivo; e) Revisione, d’intesa con i fornitori e nei limiti della normativa, dei tempi di pagamento delle forniture di beni e servizi.
Per quanto riguarda poi il finanziamento degli investimenti l’Amministrazione continuerà ad applicare l’articolo 191 del D.Lgs. n. 50/2016 che prevede la cessione di immobili in cambio di opere.
La giunta, illustrando l’atto, ha comunque tenuto a precisare che molte delle misure proposte rappresentano la continuazione di un processo già avviato dall’inizio della legislatura che ha consentito di raggiungere importanti risultati soprattutto in termini di riduzione della spesa.
Nel dibattito – Le opposizione hanno contestato con decisione i contenuti della manovra, parlando di una vicenda che certifica il fallimento dell’attività dell’attuale giunta, con numerose promesse elettorali mai mantenute. A parere degli oratori le criticità segnalate dalla Corte dei conti sono allarmanti; tuttavia per risolverle, l’Esecutivo ha scelto di produrre misure deboli e senza prospettive. E’ carente, parimenti, una politica tesa all’efficientamento della macchina comunale, visto che si è preferito intaccare i servizi.
Parte dell’opposizione ha segnalato che la gestione fallimentare del bilancio comunale si protrae ormai da decenni, tanto è vero che la corte dei conti ha più volte inviato all’Amministrazione delle sollecitazioni. Tuttavia nel tempo è sempre mancata l’adozione di misure di tipo strutturale e, dunque, serie. Oggi il problema prosegue, visto che non vengono assunte iniziative finalizzate al riallineamento tra entrate e spese.
Sostiene l’opposizione che gli equilibri di bilancio si continuano a realizzare basandosi su voci generiche, ossia le entrate straordinarie, in particolare multe da violazioni al cds, delle quali sono una minima parte è poi incassata. Insomma la manovra permane infarcita di misure fittizie e di scarsa concretezza. La minoranza segnala, altresì, che l’anticipazione di tesoreria, elemento centrale della relazione della Corte dei conti, è in costante crescita a partire dall’insediamento dell’attuale giunta, con vertiginoso aumento degli interessi passivi, saliti dai 4mila euro del 2013 agli 1,2 milioni del 2016.
In sostanza per le opposizioni si assiste ad una drammatica incapacità dell’Amministrazione di gestire l’ordinario, scaricando le responsabilità sul passato.
La maggioranza ha sostenuto, invece, che non esiste un “caso-Perugia”, in quanto la situazione di difficoltà finanziaria è comune a molti Enti italiani che, non a caso, stanno adottando misure correttive similari. Ciò che conta, in questo contesto, è procedere ad un’inversione di tendenza rispetto al passato, cosa che a Perugia è accaduta. Si pensi all’anticipazione di tesoreria, passata dai 22 milioni del 2013 ai 13 del 2017; oppure all’utilizzo dei fondi vincolati per cassa, passati dai 17 milioni del 2013 ai 4 milioni del 2017. Infine si registra un netto calo anche per ciò che riguarda l’utilizzo delle entrate straordinarie per gli equilibri di cassa, essendo scese dai 19 milioni del 2014 ai 6,6 del 2015.
La difficile situazione del bilancio comunale, sostiene la maggioranza, ha radici annose come ha confermato la Corte dei Conti nella sua relazione riferendosi alle annualità 2012 e 2013 e richiede del tempo per potersi risolvere: la strada intrapresa è certo positiva, ma gli effetti non possono essere tutti immediati, ma progressivi nel tempo. In definitiva la maggioranza ritiene le misure proposte dalla giunta adeguate e rispettose dei cittadini: a differenza del passato, infatti, quando si palesò un vero e proprio buco di bilancio, si è scelto di non penalizzare i perugini mantenendo l’imposizione fiscale invariata. Dai banchi della maggioranza, infine, è stata ribadita l’opportunità per il futuro di aprire una discussione circa la possibile valorizzazione delle aziende partecipate, essendo un tema non necessariamente legato all’attuale manovra, ma utile per liberare risorse destinate ad investimenti.
In seno alla maggioranza, tuttavia, vi sono stati due consiglieri che hanno preannunciato l’intenzione di non voler votare a favore della manovra abbandonando l’aula. Gli stessi hanno espresso perplessità sull’atto innanzitutto per ragioni di metodo, ritenendo cioè che la pratica sia stata varata autonomamente dalla giunta senza alcuna condivisione col Consiglio. Nel merito il dubbio espresso è che le misure proposte non consentano di risolvere alla fonte il problema, le cui radici vanno individuate nelle gestioni delle passate Amministrazioni. In sostanza si ritiene che il cambio di passo richiesto dai cittadini nel corso delle ultime elezioni non ci sia stato essendo mancata, in primis, la riorganizzazione della macchina comunale.
Al termine del dibattito la giunta ha inteso replicare agli interventi dei consiglieri, segnalando che le misure contenute nella manovra sono di carattere straordinario e trovano fondamento in una situazione di criticità che si trascina dal passato. Questa situazione, in concreto, non può essere scissa dal contesto generale, ove si evidenzia che in 3 anni si è assistito ad una riduzione dei trasferimenti statali del 46%. La giunta segnala che, in questo contesto, fin dal 2014 si è intrapreso un percorso molto faticoso il cui obiettivo è di restituire alle future Amministrazioni una situazione più sostenibile nel pieno interesse della città. L’Esecutivo respinge l’accusa che quello in discussione rappresenti un “buco ter”; la verità, infatti, è che vi è una situazione ereditata dal passato che si sta cercando di affrontare seriamente e con modalità diverse rispetto alle precedenti legislature. Ciò per riconsegnare alla città un Comune con i conti finalmente a posto. Per fare questo non si è tagliato alcun servizio, ma sono stati già recuperati in 3 anni 26 milioni di euro, attraverso un’attenta razionalizzazione della spesa. In sostanza la giunta ritiene di aver cambiato passo rispetto alle gestioni passate, individuando un nuovo orizzonte: ossia quello di far quadrare i conti ridando prospettive reali alla città.