Perugia, droga e soldi sotterrati in campagna: sgominato maxi traffico di droga, in 36 in carcere

PERUGIA – Si chiama Big Rock l’operazione della Direzione distrettuale antimafia che ha portato all’emissione di 36 ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite dalla squadra mobile di Perugia. Un’operazione che ha stroncato un ingente traffico di cocaina e un giro d’affari messo in piedi per reinvestire guadagni illeciti. Il gruppo era costituito da albanesi che rifornivano pusher di livello, giudicando dai quantitativi di droga acquistati.

I pusher erano dei veri e propri dipendenti e la squadra aveva una struttura piramidale, con un capo e collaboratori stretti che si occupavano delle difesa del territorio. La droga arrivava da Milano, insieme ai soldi degli stipendi e alle sim. L’inizio dell’indagine è datata 2013. In questura arriva una donna che racconta del fidanzato tornato dal sud America con un pacchetto regalo: un paio di scarpette da bambino e cocaina. Gli investigatori iniziano il lavoro e arrivano al primo sequestro: otto chili. Il metodo operativo era quello di nascondere droga e denaro in aperta campagna. Agli inquirenti infatti si deve il ritrovamento di pacchi di banconote da 30, 40 o 50mila euro avvolti nel cellophane serrato dal nastro adesivo marrone.

Il lavoro era serio e scrupoloso e, soprattutto, senza battute d’arresto. Per questo, come si legge nell’ordinanza del Gip Carla Giangamboni, dalle intercettazioni emerge che c’era chi sognava “di guadagnare 30mila euro” e tornare in Albania per comprare casa. Un’altra conversazione riferisce: “Il boss ha guadagnato 300 mila euro e ne sta guadagnando altri 300 – viene detto in una conversazione spiata – adesso ha preso 40 mila, 10 mila in una settimana (…) guadagna 40 euro a pezzo”. Il boss però è anche sfuggito ad un agguato, una rissa tra albanesi il 25 aprile 2014, finita per lui con una coltellata al torace. Per evitare complicazioni l’uomo viene accompagnato ad Arezzo dove fornirà anche un nome falso ai medici.

 

 

 

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