Perugia, un anno fa moriva monsignor Elio Bromuri

PERUGIA – Il 17 agosto 2015 mons. Elio Bromuri tornava alla Casa del Padre dopo una grave malattia che l’aveva provato nel corpo, ma non nello spirito. Fino all’ultimo ha diretto il settimanale delle Chiese umbre «La Voce», firmando l’editoriale del 7 agosto da titolo: “Opere di misericordia. E noi?”, oltre a svolgere il ruolo di vicario episcopale per la cultura, affidatogli dal cardinale Gualtiero Bassetti, di direttore degli Uffici pastorali diocesani per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e per le comunicazioni sociali, di rettore delle chiese di Sant’Ercolano e dell’Università degli Studi e di coordinatore dell’Ostello della gioventù-Centro internazionale di accoglienza e del Centro ecumenico ed universitario “San Martino”.

In occasione del primo anniversario della morte la Chiesa perugina ricorda mons. Bromuri nelle celebrazioni eucaristiche in cattedrale, mercoledì 17 agosto (ore 18), e nella chiesa di Sant’Ercolano, domenica 21 agosto (ore 10.30). Un gruppo di amici si sta attivando per ricordare la figura di mons. Bromuri con un incontro pubblico nella Sala dei Notari del Palazzo comunale dei Priori il prossimo 11 ottobre, giorno della sua nascita, festa della Divina Maternità di Maria, come lui stesso scrisse l’11 ottobre 1952: «Nel giorno della Tua Maternità, o Madonna, io nascevo … La mia vita è stata segnata dal destino col segno della Tua Maternità. Sotto la Tua stella ho spiegato le vele della mia vita».

Dopo un anno si sente molto la mancanza di mons. Bromuri, in particolar modo nelle realtà ecclesiali che ha contribuito a realizzare e a mantenere vitali per testimoniare il Vangelo della Carità e della Misericordia. La prof.ssa Maria Teresa Di Stefano, per lunghi anni sua collaboratrice all’Ostello della gioventù e al Centro “San Martino”, non esita a dire: «Sentiamo in maniera molto forte la mancanza di don Elio per l’equilibrio e la serenità con cui affrontava tutte le situazioni che si presentavano, nel soprattutto nel rapporto con gli emarginati che venivano a chiedere il suo aiuto. Andiamo avanti con l’energia e la volontà forte di non lasciar cadere nulla di quello che don Elio ha fatto e costruito, cercando anche di mantenere il suo stile».

In un’intervista mons. Bromuri disse che avrebbe voluto essere ricordato non per le «grandi cose», ma per quelle «fatte sempre». «Questo era don Elio, uomo e sacerdote equilibrato aperto al dialogo con tutti, tenendo a debita distanza le polemiche». Così lo ricorda Riccardo Liguori, addetto stampa diocesano e suo successore alla direzione de «La Voce». «Ha servito Dio e la Chiesa con spirito “laico” – evidenzia Liguori –, quello spirito che l’ha contraddistinto nelle sue attività anche di docente e di giornalista, facendolo apprezzare e stimare in ambienti a lui “lontani” per fede e ideali».

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