Perugina, il Bacio parla sempre più straniero: a gonfie vele il piano di rilancio
PERUGIA – Il Bacio Perugina parla sempre di più lingue straniere. Procede in maniera spedita infatti il piano di rilancio della Perugina. Ieri si è svolto un incontro in Confindustria a Perugia tra la RSU, le organizzazioni sindacali regionali di FLAI FAI e UILA e il management Nestlé. Erano presenti fra gli altri l’executive manager della Divisione Dolciari italiana Bruno Emmeegher e Valeria Norreri responsabile della Confectionery International Unit Buniness.
L’incontro di ieri era previsto dal Piano di Sviluppo sottoscritto lo scorso anno dove le parti hanno fissato degli appuntamenti con cadenza trimestrale al fine di analizzare l’andamento del business. Da quello che è emerso, sia in chiave italiana che per quanto concerne l’export, il 2016 ha segnato decisamente un’inversione di tendenza per quanto riguarda Perugina, anche se con tante sfaccettature. Dopo anni il mercato italiano, nonostante continui ad essere in perdita, registra una chiusura positiva sia in termini di crescita reale che crescita organica. La strategia per quanto riguarda i prossimi mesi è in linea con il Piano di Sviluppo: investimenti in marketing, comunicazione pubblicitaria (in queste ore sta andando in onda nuovamente la pubblicità televisiva del Tablò Perugina), passaggio di alcuni prodotti da marchio Nestlé a marchio Perugina.
E quando prodotti di qualità, come quelli Perugina, sono supportati da un minimo di pubblicità si vedono i risultati: il fatturato del Tablò è cresciuto del 40%. Per quanto riguarda l’export, la crescita è ancora più marcata, anche se parliamo di un settore in cui ancora i volumi sono ridotti. Baci Perugina, che è il brand leader per quanto riguarda l’export, è già presente in molti paesi europei ed extraeuropei, ma la concentrazione massima riguarda 5 aree strategiche: Usa, Canada (che rappresentano per il momento i due mercati principali), Brasile, Cina ed Australia. Gli investimenti in marketing pubblicitario in questi paesi sono importanti e molto forte è il richiamo che viene dato al made in Italy.
In tutti questi paesi la crescita è a doppia cifra, Canada e Cina hanno registrato addirittura una crescita 2016 sul 2015 del +60%. La RSU ha dato un giudizio positivo per quanto riguarda complessivamente l’andamento del Piano. Ai primi investimenti a supporto dei nostri brand si evidenziano delle risposte positive. L’Italia è un mercato meno dinamico, forse anche più complesso sotto certi aspetti e aver invertito la tendenza è un segnale importante. L’export sta dando risposte eccellenti.
Quindi il commento della RSU è stato: “bene, ora servono le ore di lavoro”. Così come previsto dal Piano di Sviluppo in fabbrica è partita la Cassa Integrazione da circa un mese. Ecco perché la RSU tiene a ribadire che vanno sicuramente nella direzione giusta le previsioni e le politiche che sta mettendo in campo Nestlé, ma che ora come lavoratrici e lavoratori della Perugina ci attendiamo di vedere maggiori ore di lavoro per gli oltre 800 dipendenti della fabbrica che per 18 mesi sono appunto soggetti alla Cassa Integrazione. Fino ad ora il Piano ha impattato molto poco sulle ore lavorate, ma siamo appena all’inizio.
Ecco perché per la RSU e per i sindacati, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, è necessario che Nestlé faccia in pieno la sua parte, non accontentandosi magari di qualche segnale positivo, ma anzi aggredendo i mercati sempre con più determinazione e cercando tutte le soluzioni possibile che permettano di avere più ore di lavoro in fabbrica. La Rsu ha chiesto poi informazioni in merito alla nuova Confiserie (il nuovo reparto “core”) e le parti si sono date un nuovo appuntamento dove appunto verrà fatto un focus in merito. In conclusione, per i sindacati la strategia è quella giusta, la strada imboccata è corretta, ma su questa strada non possiamo camminare a piccoli passi. Bisogna correre, senza mai inciampare, perché dietro a questo piano c’è il futuro di oltre 800 lavoratrici e lavoratori e di una delle fabbriche più importanti della regione.