Perugina, ipotesi 300 esuberi, sindacati a Nestlè: “Piano irricevibile”
PERUGIA – Prevederebbe 300 esuberi, con rimodulazione di contratti e orari d lavoro, il piano proposto dalla Nestlè per il futuro della Perugina. Un’ipotesi giudicata “irricevibile” dai sindacati, che si stanno preparando all’incontro tra le parti previsto per il 6 giugno in Confindustria. Un vertice importante per discutere del futuro dell’azienda, nel corso del quale la Rsu chiederà un cambiamento di linea, secondo gli accordi sottoscritti lo scorso anno, e nessun esubero. Se così non fosse i lavoratori saranno chiamati allo stato di agitazione, con azioni pesanti anche in vista della prossima campagna produttiva dell’azienda.
Sulla questione interviene il Prc: “Nestlè ha recentemente annunciato trecento esuberi alla Perugina. L’indicazione della proprietà arriva a un anno dalla firma di un accordo che doveva evitare un ulteriore ridimensionamento occupazionale allo stabilimento di San Sisto e rilanciarne la produzione. Nell’accordo, a fronte dell’impegno del mantenimento dei livelli occupazionali, la dismissione di marchi storici e di investimenti in gran parte indirizzati allo sviluppo del marketing già allora rappresentavano elementi di preoccupazione. Gli accordi però vanno rispettati e fanno bene lavoratori e sindacati a chiamare in causa le Istituzioni e lo stesso Mise. E fanno bene perchè secondo noi il rischio è la delocalizzazione o comunque la fine della contrattualizzazione della stagionalità attraverso il ricorso al lavoro interinale e precario con contratti a chiamata. Per noi si tratta di agire e non di continuare ad essere completamente subalterni al fatto che il nostro paese sia diventato di fatto un supermercato in cui vengono a fare la spesa le multinazionali. Per questo appoggiamo e appoggeremo tutte le iniziative di lotta che le lavoratrici, i lavoratori e le organizzazioni sindacali intenderanno intraprendere”.