Piano delle partecipate, il M5S: “Favorevoli, ma aspettiamo i fatti”
PERUGIA – “Non possiamo che accogliere positivamente l’annuncio dell’assessore Antonio Bartolini circa l’intenzione della Giunta regionale di ridurre e razionalizzare il numero delle società partecipate direttamente e indirettamente dalla Regione Umbria”. Lo dichiarano i consiglieri regionali Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati
(M5S) ritenendo “un incoraggiante passo avanti la fine della ridicola detenzione di partecipazioni fuori Regione e all’estero, pratica megalomane e fallimentare, che andava a braccetto con mega stipendi dati a pochi dirigenti (sempre gli stessi) che si scambiavano le poltrone, anche quando le società che gestivano perdevano soldi”.
Per Carbonari e Liberati però “la diffidenza è d’obbligo ed è suggerita non dalla polemica politica, ma dall’esperienza del passato: da anni si susseguono senza alcun reale esito annunci di razionalizzazione. Non siamo solo noi ‘grillini’ a denunciare i tanti problemi, ma la stessa Corte dei Conti, la quale, nella Relazione 2016 sulle società partecipate rilevava che per le partecipate della Regione l’opzione per il mantenimento delle
società non è sempre corroborata da considerazioni sulla indispensabilità né da un’analisi comparativa dei costi, il piano non tiene conto di alcune partecipazioni indirette detenute, è talvolta omessa la verifica della congruità di eventuali finanziamenti alle società partecipate e del raggiungimento dei risultati cui gli stessi erano stati erogati, talvolta manca l’analisi economico-finanziaria delle società partecipate, come anche dei risultati misurabili e dell’evidenziazione dei rapporti di debito credito con le partecipate”.
“La Corte – aggiungono – ha poi rilevato che la ‘relazione sui risultati conseguiti’ non dà conto della tempistica delle procedure di liquidazione in corso. Ciò fa capire quanto sia diverso il mettere in liquidazione una partecipata rispetto al chiuderla veramente, soprattutto in considerazione dello stato comatoso in cui si trovano alcune di esse,
operativamente morte e piene di debiti. Vedremo se all’annuncio dell’assessore Bartolini seguiranno i fatti, oppure la logica di propaganda e di interesse politico prevarrà sull’efficienza e la trasparenza. Intanto – concludono i consiglieri di opposizione – la Giunta potrebbe iniziare a mostrare le proprie buone intenzioni di discontinuità eliminando dalle partecipate i troppi nomi di politici del Partito democratico a fine mandato o non rieletti, inseriti troppo spesso senza concorso nelle società partecipate (come consulenti, collaboratori, dirigenti, consiglieri) in un poltronificio pagato con soldi pubblici che accompagna fino alla ricca pensione pochi fortunati fedeli al Partito”.