Preci, il parroco Don Luciano elogiato da Papa Francesco: citato e ringraziato dal Santo Padre piu’ volte
PRECI – Una giornata storica quella di ieri per Don Luciano Avenati, 68 anni, di Norcia , parroco di Preci e delle sue 18 frazioni. Papa Francesco, in occasione dell’ udienza di ieri riservata ai terremotati , ha voluto citare proprio il discorso di Don Luciano, apprezzando che non ” abbia voluto ferire ancora la terra andando via “. Nelle sue parrocchie tutte le Chiese sono state distrutte dal terremoto, lui stesso ha dormito prima in macchina, poi in tenda ora in roulotte. Oggi e’ il Corriere della Sera con Virginia Piccolillo a raccontare la bellissima storia di questo parroco di campagna, che si occupa della popolazione della Valle Castoriana dove sono state distrutte alcune delle piu belle chiese del paese. Preci , Campi , Ancarano sono i paesi dove sono venute giu’ le chiese di S.Eutizio , S.Salvatore , S. Andrea e tante altre.
Sorpreso dall’ affetto di Papa Francesco ? ” Si , perche’ ho fatto semplicemente quello che fa un buon pastore che non lascia le pecore se arriva il lupo “. Poi c ‘ e’ una cosa che vuole dire : ” il terremoto ci ha consentito di mangiare insieme , vivere insieme. Abbiamo condiviso la sofferenza , e ora il coraggio”. Ma la vera sorpresa sta in qualcosa di ancora piu’ importante: ” Stiamo dimostrando di saper essere comunita’. Ci sono state diverse riconciliazioni tra famiglie che non si parlavano. Ora si vive tutti insieme , forse nelle future casette si corre il rischio di chiudersi”. Poi Don Luciano fa un appello a chi si dovra’ occupare della ricostruzione : ” e’ sbagliato parlare solo della chiesa di San Benedetto a Norcia , che era un falso storico “. Un falso storico ? ” Si , continua il prete nursino , perche’ era stata quasi del tutto rifatta agli inizi dell’ 800 . Qui c’ erano le chiese piu’ antiche e piu’ belle e le abbiamo perdute. A cominciare dall’ Abbazia di S.Eutizio, dove vivo , ma anche la Madonna della Piazza”. Adesso, conclude Don Luciano Avenati , bisogna mettere il bene comune davanti agli egoismi. E fare in fretta prima che la gente decida di non tornare piu’.