Progetto Gimo, l’assessore Casaioli chiede più fondi
PERUGIA – “Sono molte le inesattezze che ho letto in questi giorni riguardo al servizio di mobilità notturna “Gimo” –sottolinea l’assessore alla mobilità del Comune di Perugia Cristiana Casaioli- sulle quali intendo aprire una riflessione più ampia, al di là di eventuali strumentalizzazione politiche che se ne stanno facendo”.
“Indubbiamente l’ordine del giorno approvato in consiglio regionale sulla riattivazione per l’anno accademico 2017/2018 del servizio di mobilità notturna a favore degli studenti, denota un’apertura da parte della stessa regione rispetto al tema di come si debbano muovere gli studenti di una città universitaria. Ma – continua l’assessore Casaioli- il punto non è tanto l’aggiunta di una linea di mobilità notturna, quanto, piuttosto, la necessità di una politica più strutturata da parte di Regione e Comune che parta dalla volontà di considerare Perugia non solo qualecapoluogo di regione ma anche come città universitaria con più di 25.000 iscritti all’anno, per arrivare a rivedere, da parte della Giunta regionale stessa, i parametri del fondo trasporti.
Attualmente nei criteri di ripartizione del fondo non vi è nessun riferimento alla popolazione degli studenti dell’Università degli studi di Perugia, dell’Università per Stranieri e di tutte le Istituzioni di alta formazione che non sono considerati quali parametro dei servizi minimi garantiti. Come se la presenza o meno di questi studenti non modificasse le effettive necessità di mobilità della città Correggere questa incongruenza significherebbe, per il Comune, avere gli strumenti per ridisegnare la mobilità cittadina anche in funzione delle esigenze degli studenti universitari, permetterebbe alla città di fare un grande balzo in avanti anche in termini di accoglienza e di servizi agli studenti universitari e di poter migliorare la qualità della vita dei ragazzi che studiano alle nostre Università e di essere un volano economico e culturale per la città. Su questo si dovrebbe basare il confronto serio tra le istituzioni per il futuro stesso della città e noi siamo disponibili a fare la nostra parte. Considerare la mobilità studentesca –così come il Minimetrò e gli altri servizi di mobilità alternativa, che trasportano oltre 12 milioni di persone l’anno – tra i servizi minimi e rivedere di conseguenza le ripartizioni del fondo trasporti in base a questi nuovi criteri permetterebbe di superare la paradossale situazione per cui Perugia gode, attualmente, di cofinanziamenti al 60% circa a valere sul fondo trasporti regionale – e se considerassimo anche la mobilità alternativa scenderemmo a circa il 40% – quando tutti gli altri comuni ricevono mediamente l’85% delle loro necessità, nonché di ridisegnare la mobilità della città in maniera più adeguata a rispondere alle esigenze di tutti i cittadini”.