Province, “Manovra” blocca le richieste dell’Upi
TERNI – “L’approvazione in Senato della Legge di Conversione del dl50/17, la cosiddetta “Manovra”, non ha accolto le richieste avanzate dalle Province. A questo punto per il 2017 la situazione resta molto grave, se non drammatica”.
Lo dice il presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi, in linea con il nuovo allarme lanciato dal presidente dell’Upi nazionale, Achille Variati, e dalle altre Province italiane. “Siamo nelle stesse condizioni di prima – aggiunge Lattanzi – anzi, la situazione di strade, scuole e altri servizi erogati dall’ente sta peggiorando, se possibile, e non abbiamo risorse per garantire nulla.
A questo punto non escludiamo nemmeno, se necessario, decisioni eclatanti, così come avevano già paventato insieme all’Upi e alle altre Province”. La Provincia di Terni ha attualmente di fondi propri appena 150mila euro per le manutenzioni ordinarie su una rete di quasi mille chilometri di strade fra regionali e provinciali ed ha solo 500 euro ad istituto scolastico per i 21 edifici dislocati su 98mila metri quadrati di superficie.
Dichiarazioni di Variati – Il presidente dell’Upi nazionale è contrariato dal mancato accoglimento delle richieste avanzate a governo e Parlamento. “Prendiamo atto – dice in un comunicato – che è mancata la volontà di risolvere la grave emergenza per i servizi assicurati dalle Province: un’emergenza causata da tagli irragionevoli e ingiustificati di cui evidentemente ancora non si vuole ammettere l’errore. Saranno i mancati servizi che inevitabilmente ne deriveranno, i diritti allo studio, alla mobilità, alla sicurezza, negati in questo modo ai cittadini, a mettere Governo e Parlamento di fronte alle loro responsabilità”. Con la mancata erogazione delle risorse necessarie si continua a mettere in difficoltà la manutenzione e messa in sicurezza di 130 mila chilometri di strade e di 5.100 scuole superiori italiane. Il quadro della situazione vede il 41% delle scuole italiane in aree a rischio sismico, ma solo il 7,8% è costruita con criteri antisismici. Quasi 5mila chilometri di strade provinciali è chiuso per frane e smottamenti e su almeno il 52% della rete viaria le Province sono state costrette ad inserire un limite di velocità tra i 30 e i 50 chilometri orari, perché le strade non sono sicure.