Reddito di cittadinanza, mercoledì la pratica sarà licenziata dalle Commissioni

PERUGIA – Va avanti il cammino delle misure regionali per la lotta alla povertà. Il passo compiuto oggi è stato quello della partecipazione alla Scuola Umbra di Pubblica amministrazione con una seduta di Prima e Terza commissione aperta a tutto il terzo settore, compresi i sindacati e i comuni. Mercoledì la risoluzione sarà licenziata dalle commissioni e poi arriverà in aula. Dagli interventi di oggi è emerso un sostanziale apprezzamento per la misura, con la richiesta di aumentare le risorse, di coinvolgere maggiormente le associazioni, di avere chiarezza sulla governance e sul sistema di applicazione.

Il presidente Smacchi, nell’introdurre i lavori, ha spiegato che “siamo di fronte ad una svolta epocale, che stravolge il sistema della lotta alla povertà e dell’inclusione sociale. Per la prima volta l’Italia si dota di uno strumento che non era conosciuto nel nostro Paese. Questo è un punto di partenza e dovremo lavorare insieme per applicarlo al meglio, visto che abbiamo a disposizione oltre 12 milioni di euro. La proposta di risoluzione sarà approvata dalle Commissioni mercoledì prossimo, così da poter approdare in Aula a metà giugno. I tempi sono stretti, ma il Governo ha fatto sapere che intende partire con le prime erogazioni tra luglio e agosto”.

Il presidente Solinas ha sottolineato come “il Sia abbia una valenza importante, ma non riesce a coprire tutte le necessità dei cittadini in difficoltà. Queste misure dovrebbero diventare strutturali, come nei Paesi più avanzati dell’Europa. La povertà si contrasta soprattutto con il rilancio dell’economia e la creazione di posti di lavoro. E la Regione Umbria sta andando in questa direzione”. Interventi anche dalla consigliera Carla Casciari (Pd), che ha rilevato che “per la prima volta c’è un piano per mettere a sistema un mix di risorse come mai fatto prima, per dare una risposta più organizzata alle nuove emergenze. Abbiamo tutti bisogno di entrate in questo nuovo meccanismo e di far crescere questa nuova idea di una diversa ‘presa in carico’. Questi confronti servono a far crescere la politica e il sistema di welfare in Umbria”.

L’assessore regionale Fabio Paparelli ha ricordato che “l’Umbria ha una lunga storia di lotta alla povertà e di inclusione sociale. Con il Sia abbiamo un fattore in più. Alcune di queste misure le renderemo strutturali attraverso una legge regionale sul lavoro sulla quale ci stiamo confrontando con le parti sociali. Dobbiamo mettere a sistema e in rete i tanti soggetti che si occupano delle persone in condizioni più fragili, anche attraverso un confronto con le associazioni. Questo è un nuovo modello di lavoro anche dal punto di vista istituzionale, grazie alle stretta collaborazione con l’Assemblea legislativa. Elaboreremo una task force e un vademecum da portare in discussione con le zone sociali, in modo che tutti gli attori condividano e siano parte attiva del processo che mettiamo in campo”.

Nello specifico, il sostegno all’inclusione attiva è una misura nazionale di contrasto alla povertà che prevede la predisposizione per i beneficiari di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa sostenuto dalla offerta di servizi alla persona. Il Sia introduce il principio di ‘universalismo selettivo’ nell’accesso, secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all’Isee”.

Le risorse nazionali del Fondo per la lotta alla povertà  ammontano ad un totale di complessivo di 760 milioni di euro per il 2016, che verranno aumentate a un miliardo di euro per il 2017. Il ministero del lavoro e delle politiche sociali stima che le risorse stanziate per il 2016 saranno sufficienti a raggiungere 290mila nuclei familiari che versano in condizione di povertà assoluta. Si stima che all’Umbria saranno assegnati 8 milioni 373mila euro per il 2016 e 11 milioni 18mila euro per il 2017. I dati forniti dall’Inps regionale riferiscono che in Umbria i nuclei familiari con figli minori ed un Isee pari o inferiore a 3mila euro sono 6mila 363, dati 2015. Per esempio, un nucleo familiare formato da 2 componenti (un adulto e un minore), con reddito annuo di 5mila 310 euro, percepirà 160 euro mensili (1.920 in un anno); un nucleo formato da 3 componenti (due adulti e un minore), con reddito annuo di 6mila 720 euro, percepirà 240 euro mensili (2.880 in un anno); un nucleo familiare formato da 4 componenti (due adulti e due minori), con reddito annuo di 7mila 980 euro, percepirà 320 euro mensili (3.840 annui); un nucleo familiare formato da 5 o più componenti (due adulti e tre o più minori), con reddito annuo di 8mila 280 euro elevabile per ogni altro figlio aggiuntivo oltre il terzo, percepirà 400 euro mensili (4.800 in un anno).

L’integrazione regionale del Sia sara’ pari a 10 milioni 625mila euro per il periodo 2016-2020, impiegabili direttamente in azioni di politica attiva che contemplano anche un trasferimento di risorse al destinatario finale. Tali azioni sono rivolte ad una platea di destinatari finali diversi da quella del Sia: persone adulte anche senza figli minori con reddito fino a 6mila euro l’anno, non occupati e che non hanno usufruito della misura Sia, con riconoscimento della condizione di vulnerabilità da parte dei servizi competenti. La misura prevede 5 milioni di euro per il sostegno all’occupazione di disoccupati e inoccupati, 5 milioni 625mila 800 euro per l’inclusione sociale e la lotta alle povertà. È rivolto alle persone che per diversi motivi sono presi in carico dai servizi sociali per i quali si rende necessario attivare percorsi di empowerment. Nel periodo 2016/2020 questo intervento raggiungerà 1.172 persone in condizione di vulnerabilità. L’importo annuo della misura è pari a 4mila 800 euro pro-capite, cifra comprensiva dell’attività di tutoraggio e accompagnamento al lavoro.

I SOGGETTI COINVOLTI nel Sia sono: il soggetto attuatore Inps, che riceve le richieste dalle zone sociali e autorizza il pagamento del beneficio economico; beneficiari sono comuni e zone sociali, mentre il soggetto erogatore è Poste Italiane; infine gli organismi del Terzo settore o enti privati operanti nelle politiche sociali.

La proposta di risoluzione per l’integrazione al Sia parla di  “misure integrative al sostegno per l’inclusione attiva (Sia)” ed è frutto del lavoro di approfondimento svolto in seguito alla presentazione della mozione dei consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, (M5S) sulla “Adozione di iniziative da parte della Giunta regionale ai fini dell’introduzione del reddito di cittadinanza regionale e per lo sviluppo di nuovi strumenti di orientamento, istruzione e formazione professionale”. L’atto di indirizzo impegna la Giunta di Palazzo Donini “ad attivare misure regionali integrative del Sia, individuate nell’ambito del Por Fse, in analogia con le misure previste dal Governo nazionale, nel periodo 2016-2018. Le risorse stanziate, 10,6 milioni di euro nel triennio, dovranno essere suddivise tra “sostegno all’occupazione di disoccupati e inoccupati” e “inclusione sociale e lotta alla povertà”: la dotazione finanziaria potrà essere destinata anche alle annualità 2019 e 2020 in relazione agli esiti dell’attuazione delle misure. Gli interventi di “sostegno all’occupazione di disoccupati e inoccupati” avranno come beneficiari anche le famiglie monoparentali, con figli minori, con priorità per quelle con minori disabili. Inoltre punta ad aumentare il termine di 4 mesi entro il quale, terminato il tirocinio extra-curriculare della durata di 6 mesi, un’azienda deve assumere per godere del beneficio. Le misure per “inclusione sociale e lotta alla povertà” dovranno individuare come “persone vulnerabili” coloro che abbiano un Isee da 0 a 6mila euro; una età compresa tra i 18 ed i 65 anni, con e/o senza figli minori all’interno del nucleo familiare; essere in stato di non occupazione o disoccupazione certificabile; non avere usufruito del Sia; essere in possesso della condizione di vulnerabilità riconosciuta da parte dei servizi competenti.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.