Regionali, Porzi: “Prima i progetti, poi le candidature”

PERUGIA – Da “La Nazione” di oggi, intervista alla presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi.

Di cosa ha bisogno il PD per ricompattarsi

Le ambizioni del centrosinistra si costruiscono sulla nuova forza aggregante di un progetto, non sulla velleità di sollecitare antiche riedizioni politiche e sulla rassegnazione di abdicare al ruolo che un partito ha il dovere di assumere. Di fronte all’attuale crisi di Governo, e altrettanto all’appuntamento delle prossime elezioni regionali,  il  PD, anche quello umbro, non può pensare di ricostruire un partito come se fosse la sbiadita riedizione di quelli degli anni novanta, è una prospettiva che sinceramente non mi appassiona e che non può appassionare il mondo dei moderati e dei cattolici umbri. Non è sufficiente ricompattare il PD serve il richiamo unitario ai valori fondanti del PD. Un partito aperto, coraggioso e pronto a nuove sfide. 

La paura di perdere in Umbria vi sta in qualche modo paralizzando

 Ritengo che non possono venire da Roma tutte le scelte del PD per l’Umbria. Personalmente ho ritenuto un errore la chiusura anticipata della legislatura che poteva e doveva essere gestita diversamente, nei modi soprattutto, evitando di esporci alle difficoltà  che negli ultimi mesi abbiamo dovuto gestire. La mia idea era quella di una chiusura,magari anche anticipata, ma ordinata che ci permettesse di portare a compimento le attività lasciate in sospeso  funzionali ai bisogni dei cittadini e delle amministrazioni locali. Come non può venire da Roma la scelta dei rappresentati del centrosinistra alle prossime regionali, rischia – ormai con evidenti campanelli d’allarme – di scontentare la maggioranza della famiglia democratica e di non rappresentare la reale alternativa al centrodestra. Non possiamo a pochi mesi dalle elezioni pensare di contrastare l’avanzare della Lega e delle destre in Umbria scendendo sul loro stesso piano: proclamando slogan, restando superficiali ai problemi della gente e facendo riunione di caminetto. Soprattutto non possiamo sentirci opposizione e ragionare da opposizione prima del voto, mostrando agli elettori una resa incondizionata.

In questa ottica vedo il dialogo con le tante forze civiche non come la inevitabile subalternità del mio partito in una fase di  debolezza, che viene da lontano, ma come una occasione di dimostrare coraggio. Sperimentare una Regione – Laboratorio per aprire una nuova stagione che coniughi diverse potenzialità, competenze e tutte le sensibilità possibili.

Una nuova visione strategica delle tante risorse positive che la nostra terra è in grado di esprimere e un incoraggiamento propositivo alle tante forze civiche che stanno dimostrando impegno per cercare una sintesi. Se c’è la reale volontà di trovare un terreno comune si può vincere.

Era necessario cercare fuori il candidato per le regionali

Ritengo necessario, nei prossimi giorni, l’incontro di tutte le forze civiche e di tutti i partiti che vorranno condividere una larga coalizione per contrastare le derive autoritarie e sovraniste che pretendono di governare, nel prossimo futuro, la nostra Regione. Tutti intorno ad un tavolo e solo in quella sede, confrontandosi alla pari, aprire la discussione sui temi politici, sulla visione, sulla strategia e solo alla fine cercare la sintesi sul candidato che meglio potrebbe interpretare la battaglia comune per contrastare l’assalto populista. Prima vengono i progetti condivisi, poi le persone adatte ad interpretarli. Sono una moderata ed una cattolica praticante e ne vado orgogliosa ma in questa battaglia politica che ci deve vedere tutti uniti serve radicalità di valori, ognuno apporti i propri.   

Solo così, tutti insieme, si può tentare di contrastare efficacemente la medioevale cultura dell’egoismo, dell’individualismo che mette un solo uomo al comando in difesa di non meglio precisati dogmi assoluti. Salvo poi condurre le proprie battaglie politiche con un relativismo e una precarietà di valori imbarazzante ed inaccettabile.

Cosa ne pensa della vicenda Fora sopratutto alla luce dell’inchiesta che ha portato alla fine della Legislatura.    

Sono una convinta garantista di cultura cattolico-democratica, quindi tutti sono innocenti fino alla sentenza definitiva. Ritengo però improprio il tentativo di mettere insieme le due questioni. L’inchiesta che ha portato alla fine della legislatura vede accusate persone, che hanno la mia fiducia e stima, che ricoprivano ruoli pubblici e che ancora non hanno subito un rinvio a giudizio.  Spero possano dimostrare la loro innocenza e il loro valore etico e morale sia come uomini che come amministratori. Altro é il discorso che coinvolge Andrea Fora nel processo di settembre. Conosco Andrea personalmente lo ritengo una grande risorsa per il progetto che si andrà a definire, apprezzo la sua chiarezza  anche nell’essersi proposto, potrebbe essere una bella figura del mondo del civismo.

Da questo mondo però, mi aspetto una leale collaborazione per un progetto che non deve vedere il civismo alternativo alla politica, ma deve basarsi sulla complementarietà, sulla reciproca collaborazione non certo su una distinzione tra buoni e cattivi.

Presidente Porzi, cosa vede nel suo prossimo futuro?

Sicuramente una battaglia da combattere con tutte le mie forze e capacità, d’altronde questo ho sempre fatto per difendere i valori in cui credo.

Resto convinta che il Pd possa ancora essere la casa dei moderati e dei cattolici, soprattutto se riuscirà a proporre un progetto e un programma politico concreto, diretto alla soluzione di problemi importanti per l’Umbria come il lavoro, il  sostegno alle imprese, lasicurezza sociale e urbana, le prospettive per i giovani, la salvaguardia dell’ambiente e del Creato, il sostegno alle famiglie.

Se veramente  vogliamo una coalizione nuova, forte e capace di contrastare le destre autoritarie, allora iniziamo a pensare ed agire in modo diverso: aperto, unito, democratico e capace di coinvolgere realmente il mondo delle realtà civiche ed i partiti alleati con i quali da sempre abbiamo condiviso esperienze positive nelle amministrazioni locali così come in quella regionale. Affrontiamo la sfida delle elezioni con coraggio, dove i moderati e cattolici siano rappresentativi, insieme a tutti gli altri, di un progetto “Regione-Laboratorio” plurale e vincente. Non so   cosa accadrà a livello nazionale e quale posizione assumerà il mio partito, personalmente ritengo che l’Umbria si trovi difronte ad un bivio epocale, rischiamo di consegnare la regione ad una destra a trazione leghista per questo credo che sia percorribile l’ipotesi di un dialogo con i 5stelle, ragionando quindi su un nuovo schema di coalizione. All’indomani del 4 marzo dello scorso anno ero tra quelli (pochi a dire il vero) del mio partito che avrebbe almeno ragionato con loro. Nel corso della mia esperienza in consiglio regionale, in Conferenza nazionale e alla Calre,  ho incontrato persone leali, disposte al dialogo e al confronto che la politica e la democrazia impone,  nonostante le nostre diversità di base.

 

Io ci credo.