Rifiuti di Calzolaro, il consiglio regionale si schiera: “Limitare i cattivi odori”
PERUGIA – La Giunta regionale dell’Umbria adotti tutte le misure necessarie per eliminare le emissioni odorigene provenienti dal trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi effettuato dalla società ‘Splendorini Molini Ecopartner’ in località Calzolaro di Umbertide, compresa, se necessaria, la riduzione del quantitativo di rifiuti trattabili limitando la presenza di quelli maleodoranti. Disponga, tramite l’Arpa, l’installazione permanente nell’area di una centralina di monitoraggio della qualità dell’aria”. È quanto chiede all’Esecutivo di Palazzo Donini la mozione firmata dai consiglieri Attilio Solinas (Misto – Mdp), Carla Casciari (Pd), Valerio Mancini (Lega nord) e Marco Vinicio Guasticchi (Pd), che l’Assemblea legislativa ha approvato oggi con 16 voti favorevoli (Pd, SeR, Rp, FI, Ln, Misto – MdP), 2 contrari (M5S) e l’astensione di Marco Squarta (FdI).
Illustrando l’atto in Aula, ATTILIO SOLINAS ha rimarcato “le criticità della situazione vissuta dai residenti della zona, dalle attività ricettive, turistiche ed economiche, ma anche la correttezza dell’azione del Comitato dei cittadini e l’importanza della partecipazione degli elettori nei processi decisionali. La scelta non può essere considerata solo tecnica, dato che essa riguarda la politica, chiamata ad affrontare emergenze vere. A Calzolaro di Umbertide, a ridosso del centro abitato – ha spiegato il relatore – è
ubicato l’impianto per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi della società ‘Splendorini Molini Ecopartner’, autorizzato nel 2013 al trattamento di 21mila tonnellate/anno. Nel 2015 la Società ha presentato domanda per incrementare il trattamento di rifiuti speciali fino a 60mila tonnellate/anno, ottenendo l’innalzamento a 50mila. In conseguenza di questo incremento si è determinato un notevole aumento del traffico pesante a carico della viabilità urbana e, soprattutto, è emersa la presenza di un
rilevante e persistente inquinamento olfattivo caratterizzato da fetori nauseabondi e miasmi”. La mozione rileva poi che “Arpa Umbria, richiamando le attività di monitoraggio effettuate nel periodo 2016/2017, ha evidenziato la presenza di criticità relative alle emissioni odorigene causate dai quantitativi eccessivi di rifiuti putrescibili trattati nell’impianto rispetto ai presidi ambientali in essere. L’Azienda Usl Umbria n. 1, a seguito di accertamenti effettuati nel mese di agosto 2017, ha evidenziato la presenza di problematiche relative alle emissioni odorigene”. Inoltre “il Consiglio comunale di Umbertide ha approvato, il 30 agosto 2017, un documento con cui esprime parere contrario al mantenimento dell’autorizzazione unica di recupero rifiuti non pericolosi ed anche al mantenimento dell’autorizzazione unica di recupero rifiuti non pericolosi”.
“Questo problema non ha colore politico ma è un problema gravissimo”, ha detto Guasticchi. “E’ tempo di agire”, ha detto Mancini. “Non si tratta di fare scaricabarile – ha detto l’assessore Fernanda Cecchini- ma di ricostruire le vicende che hanno portato a questa situazione. L’impianto nasce come mulino, poi modificato per produrre mangimi e farine animali. È poi passato al trattamento rifiuti e nel 2015 è stato
autorizzato al trattamento dei rifiuti organici da parte della Provincia di Perugia e del Comune di Umbertide. Le funzioni ambientali sono tornate alla Regione solo successivamente e fino a questa estate non ci sono stati segnali di disagio evidenti per le lavorazioni effettuate. Sono state effettuate misurazioni e verifiche e a luglio l’Arpa ha registrato un cattivo odore non tollerabile dalla popolazione. A quel punto la Regione ha aperto la Conferenza dei servizi, unico strumento attivabile, per rimettere insieme tutte le autorizzazioni e le procedure. È il dirigente a stabilire chi viene invitato alla Conferenza e in questo caso ciò è avvenuto correttamente. L’impianto non è pubblico e non rientra in quelli previsti dal Piano di gestione dei rifiuti. Non ho detto che l’impianto di Umbertide non è in regola, ma è certo che se c’è cattivo odore qualcosa non funziona come dovrebbe. L’impianto di Umbertide non rientra in quelli previsti dal Piano regionale di gestione. Gran parte dei problemi del sistema rifiuti sono legati ai problemi della società Gesenu, che gestisce il 40 per cento dei rifiuti in Umbria, che non ha ammodernato gli impianti, nonostante i fondi assegnati dal Comune di Perugia. Non è stato ancora presentato un piano industriale che spieghi come si intendono smaltire i rifiuti nelle loro diverse tipologie. I problemi per i nostri rifiuti sono legati alle difficoltà della Gesenu. Le singole società, in riferimento ad Umbertide, possono fare accordi senza chiedere autorizzazioni. Sogepu è una società sana, che sta facendo investimenti importanti nell’impiantistica. Se decide di acquisire nuove strutture questo riguarda solo i soci, il Comune di Città di Castello in primo luogo. La pianificazione regionale non ritiene strategica la Splendorini di Umbertide. È stata autorizzata perché la normativa lo consente. L’azienda si trova all’interno di una area industriale e non è in contrasto con il piano regolatore. Vanno approfonditi i problemi e si può prevedere la riduzione dei quantitativi e dei codici, se non ci sono altre soluzioni. La Regione non può certo prevedere la delocalizzazione. Il sindaco, essendo anche autorità
sanitaria, può prendere decisioni e ordinanze per intervenire sulle attività che creano rischi per i cittadini; può anche prevedere la delocalizzazione”.