Rifugiati, in Umbria esaminate 165 istanze, accolte 4 richieste
Allo stato in Umbria sono presenti 918 cittadini extracomunitari gestiti dalle Prefetture, di cui 698 in provincia di Perugia e 220 in provincia di Terni. A questi numeri occorre aggiungere 373 immigrati ospitati nei centri Sprar dell’Umbria di cui 180 in questa provincia inviati direttamente dal Servizio centrale protezione del ministero dell’Interno”.
I dati sono stati forniti dal prefetto Antonella De Miro nel corso del convegno su ‘I profili internazionali del
diritto di asilo’ che si e’ svolto in prefettura a Perugia. De Miro ha poi precisato che non sono mancati i casi di quelli che si sono allontanati prima della identificazione: a Perugia 514 e a Terni 273 tra 2014 e 2015. Il prefetto ha anche fornito i dati dell’attività della sezione di Perugia della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, che si è insediata lo scorso 18 marzo ed è competente sulle province di Perugia, Terni e Arezzo. Al 23 giugno sono state complessivamente esaminate 165 istanze di cui 52 di Arezzo, 78 di Perugia e 35 di Terni. Sono state accolte 6 istanze di riconoscimento dello status di rifugiato (2 di
Arezzo, 2 di Perugia e 2 di Terni). Sono state concesse 6 protezioni sussidiarie (1 di Arezzo, 4 di Perugia, 1 di Terni). Sono stati concessi 33 riconoscimenti del diritto alla protezione umanitaria (12 di Arezzo, 13 di Perugia e 8 di Terni). Infine, sono state rigettate 108 domande (32 di Arezzo, 55 di Perugia e 21 di Terni).
“Oggi – ha detto il prefetto – siamo colpiti dall’enormità dell’attuale migrazione che pressa sull’Italia e sul continente europeo, che non è soltanto migrazione economica, ma è la fuga da paesi in guerra o sconvolti da conflitti. Debbo dare atto – ha sottolineato – che in questa regione l’organizzazione dell’accoglienza è il
frutto di una forte ed efficace sinergia tra istituzioni prefetture di Perugia e di Terni, Regione, Anci, Comuni, Asl, terzo settore. Un ringraziamento particolare – ha concluso – mi sento di rivolgere alle forze di polizia”.