Rinnovato il “Patto per Perugia sicura”: resta la polizia nel centro storico e nuova vita alle aree verdi

PERUGIA – Si rinnova per la quarta volta il “Patto per Perugia Sicura”, siglato in Prefettura dal sottosegretario Gianpiero Bocci, dalla presidente della Regione Catiuscia Marini, dal prefetto Raffaele Cannizzaro, dal presidente della Provincia Nando Mismetti e dal sindaco di Perugia Andrea Romizi. “Si tratta di un’attività – ha detto Cannizzaro – che serve per mettere a sistema le azioni di tutti”. In questa edizione vengono confermate le risorse per la Polizia di Stato a Perugia, il Comune di impegna nella videosorveglianza e nel rilevamente degli incidenti stradali, potenziando l’organico dei vigili urbani.

Per effetto delle riforme diminuisce il peso della Provincia che però non si sottrae. La Regione mantiene l’impegno economico e interviene con norme nell’ambito della prevenzione per il contrasto al gioco d’azzardo e all’uso di sostanze psicotrope.

“Confermiamo gli impegni – ha detto Romizi – puntando su un lavoro poderoso della pubblica illuminazione, con 30mila punti luce che verranno sostituiti. Ci sarà una maggiore videosorveglianza nelle aree più a rischio e Wi-Fi per occupare in maniera sana quei luoghi.   Dovrebbe partire a breve il piano per le periferie degradate”. Conferma gli impegni la Regione con la presidente Marini, che ha richiamato alla presenza nei patti di una parte legata alla violenza contro le donne. Ha parlato “di livello di integrazione non scontato” il questore Francesco Messina, così come il Comandante provinciale dei Carabinieri Fabi.

“Nella vita o si è conflittuali o si coopera – ha detto il sottosegretario Bocci – e in questo caso si mettono in campo energie per raggiungere gli stessi obiettivi. Nel frattempo sta cambiando la consapevolezza che la sicurezza non è un bene che non dipende esclusivamente nel lavoro delle forze dell’ordine. Questa firma – ha continuato il sottosegretario Bocci – avviene in un momento in cui l’anno si chiude con un trend decrescente rispetto al 2016. Questi strumenti, che apparentemente potrebbero sembrare buoni principi, sono strumenti importanti con obiettivi come la prevenzione, meglio intervenire prima che dopo”.

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