Sanità, dal 2016 deciso aumento di morbillo in Umbria. L’assessore regionale Barberini: “Promuovere una nuova cultura della prevenzione, vaccini unica arma utile”
PERUGIA – Dal 2016 in Umbria è stato registrato un “deciso incremento” dei casi di morbillo, con l’ultima epidemia che risale comunque al 2011. Un quadro fornito, rispondendo all’ANSA, dall’assessore regionale alla Salute Luca Barberini. Il quale ha sottolineato come il vaccino sia “l’unica arma utile” e quindi la sua Struttura è “fortemente impegnata” nella promozione delle vaccinazioni infantili.
“Occorre promuovere – ha sottolineato Barberini – una nuova cultura della prevenzione, basata sulla conoscenza, sulla consapevolezza, sulla diffusione di informazioni scientifiche corrette sui vaccini, coinvolgendo cittadini, genitori, educatori, operatori sanitari in una rete sociale che smonti bufale e credenze”.
Per il morbillo, in Umbria si è passati dal solo caso registrato nel 2013 (su una ragazza non vaccinata) ai 25 del 2016 e ai 17 di quest’anno, fino ad oggi. Hanno riguardato in particolare la fascia di età tra 25 e 44 anni. Le vaccinazioni sono passate dal 95,4% del 2010 al 89,9% del 2016. Barberini ha parlato di “casi isolati e quasi sempre importati da fuori regione” registrati negli anni scorsi dopo l’epidemia del 2011. “Dal 2016 – ha aggiunto – c’è stato però un deciso incremento degli episodi, con piccoli focolai, alcuni dei quali collegati fra loro, che hanno determinato un più alto rischio di contagio. Spesso si è trattato di genitori non vaccinati, che hanno trasmesso la malattia ai loro figli”.
Secondo l’assessore “il morbillo è una malattia molto pericolosa perché può avere complicanze molto gravi, portando persino alla morte nelle situazioni più complesse”. “Nella nostra regione – ha aggiunto -, ci sono stati casi di polmoniti, di epatiti e di gravi insufficienze respiratorie dovute al morbillo, fenomeni da non sottovalutare”. “In Umbria, come in tutto il Paese – ha detto Barberini – c’è stato un calo progressivo delle vaccinazioni infantili ma siamo al di sopra della media nazionale, con un miglioramento nel corso del 2016. Nel 2015, in Italia, la copertura media per la poliomielite, di riferimento per l’esavalente, è stata del 93,4 per cento mentre in Umbria è stato raggiunto il 93,9 per cento. Per morbillo, parotite e rosolia il dato medio nazionale è stato dell’85,3 per cento, mentre nel territorio regionale è stato superato con l’87,5 per cento di vaccinati. L’attenzione comunque resta alta, considerando che siamo scesi sotto la soglia di sicurezza del 95 per cento, raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità”.
“L’Assessorato alla Sanità – sottolinea Barberini – è fortemente impegnato nella promozione delle vaccinazioni infantili, ritenendole essenziali per la tutela della salute pubblica e per evitare il ritorno di malattie pericolose debellate in passato, nonché la diffusione di nuovi focolai. Non possiamo tornare indietro: dobbiamo dire con forza che i vaccini rappresentano un’opportunità di salute in più per tutti. Occorre promuovere una nuova cultura della prevenzione, basata sulla conoscenza, sulla consapevolezza, sulla diffusione di informazioni scientifiche corrette sui vaccini, coinvolgendo cittadini, genitori, educatori, operatori sanitari in una rete sociale che smonti bufale e credenze. Nei prossimi mesi verrà realizzata una campagna di comunicazione per sensibilizzare la comunità sull’utilità dei vaccini. Stiamo inoltre cercando di migliorare la qualità del servizio vaccinazioni, attraverso audit periodici nei vari presidi sanitari per verificare la corretta applicazione delle linee guida regionali. Per migliorare il lavoro degli operatori e monitorare meglio il sistema delle coperture, stiamo potenziando il sistema di gestione dei dati. Abbiamo recepito il nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2020, che introduce nuovi vaccini, incrementa le sedute e fissa nuovi obiettivi per le copertura da raggiungere e stiamo riorganizzando il sistema sanitario regionale – ha concluso Barberini – per dare risposte efficaci”.