Sanità, in Umbria 270 ostetriche per 7mila nascite. Barberini: “Riattiveremo tavolo per attività consultoriali”
PERUGIA – Nel 2015, in Umbria, ci sono stati quasi 7mila parti al 99,7 per cento dei quali era presente personale ostetrico, che conta nel servizio sanitario regionale conta oltre 270 unità. Da questi dati, la necessità di valorizzare il ruolo delle ostetriche per dare risposte sempre più efficaci ai bisogni di salute delle donne umbre, con la riattivazione del Tavolo permanente per le attività consultoriali. L’idea è dell’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, che è intervenuto in apertura del corso di formazione per personale ostetrico, organizzato dal Collegio delle Ostetriche della Provincia di Perugia, al centro di formazione dell’Usl Umbria 1 nel padiglione Neri del Parco Santa Margherita.
“Riattiveremo il ‘Tavolo permanente per le attività consultoriali’, non più convocato da oltre due anni – ha detto Barberini – per sciogliere alcune questioni importanti poste dal mondo delle ostetriche, come ad esempio quella del ricettario rosa, ovvero la possibilità per il personale ostetrico di poter prescrivere sul ricettario del Servizio Sanitario Nazionale gli esami per le donne che assistono”.
“Le ostetriche ricoprono un ruolo fondamentale – ha evidenziato Barberini – perché tutelano la salute femminile in tutte le fasi della vita e si trovano accanto alla donna al momento del parto e poi sono vicine ai bambini nei primi mesi di vita. Lo dimostrano i dati forniti dalla Direzione regionale salute – ha aggiunto – nel 2015 in Umbria i parti avvenuti nei punti nascita della regione sono stati 6.938, l’ostetrica era presente in sala parto nel 99,7 per cento dei casi, mentre il personale ostetrico impiegato in strutture del Servizio sanitario regionale è di oltre 270 unità”.
L’assessore, dopo aver sottolineato l’importanza della professione si è soffermato sulla “necessità di costruire, in un quadro generale profondamente cambiato, un nuovo modello di sanità in Umbria più rispondente alle esigenze espresse dai cittadini e che valorizzi il ruolo della prevenzione. Tutto ciò – ha aggiunto – sarà possibile attraverso una diversa organizzazione della rete ospedaliera e grazie al potenziamento dei servizi territoriali. In questo contesto – ha concluso – le ostetriche avranno un ruolo importante non solo all’interno degli ospedali, ma anche nei distretti, nei consultori e in molte altre realtà, come il ‘Punto donna’ attivato con successo ad Assisi e che rappresenta un modello da replicare”.