Sanità in Umbria, operatori e politici a confronto. Bocci: “Basta mezze scelte, serve salto di qualità”
PERUGIA – “Non è più il tempo di mezze scelte e compromessi per fare contenti alcuni, la sanità umbra ha bisogno di un salto di qualità verso cambiamento e competenza per evitare un pericoloso arretramento culturale e sanitario”: è il monito lanciato dal sottosegretario al ministero dell’Interno, Gianpiero Bocci, nel corso dell’incontro intitolato “Il coraggio della politica in sanità”, in programma sabato mattina a Perugia, organizzato dai circoli Pd dell’Azienda ospedaliera e delle Usl Umbria 1 e 2. In una sala gremita di medici, operatori sanitari, dirigenti della sanità regionale, cittadini – presente anche l’assessore regionale alla Salute, Luca Barberini – l’onorevole Bocci ha concluso i lavori, evidenziando criticità e prospettive del sistema sanitario nazionale e regionale.
“Oggi – ha detto – il problema principale è la carenza di programmazione. La politica sanitaria è diventata semplice gestione, ma se non c’è programmazione non si sono nemmeno i controlli necessari. Mi riferisco a controlli di merito, in base ai quali si verificano gli obiettivi posti ed eventualmente si aggiustano le scelte effettuate per fare in modo di dare le risposte giuste ai cittadini. Servono regole e linee d’indirizzo chiare, altrimenti non ci sarà mai un vero cambiamento. Il nuovo Piano sanitario regionale sarà uno strumento decisivo per riappropriarsi di un sistema di programmazione forte e seria. Per farlo bisogna individuare le migliori energie”.
Bocci ha anche parlato del ruolo della politica in sanità: “Oggi è troppo invadente, la politica deve avere la sola responsabilità di scegliere il meglio che c’è, seguendo criteri di competenza e merito. Abbiamo bisogno di persone competenti, per dare risposte e servizi migliori ai cittadini. Dobbiamo cambiare regole, spazi, luoghi e costumi se vogliamo costruire un modello che risponda agli interessi di tutti”.
Il sottosegretario ha anche parlato del ruolo dell’Aziende ospedaliera di Perugia, affermando che “non può essere un ospedale di comunità, ma deve essere un luogo delle eccellenze avvalendosi del contributo assistenziale e soprattutto di ricerca dell’Università”. “È giunto il momento di fare scelte coraggiose – ha concluso – nell’interesse dell’Umbria e delle persone, ricordando sempre che la salute è un diritto universale e essenziale e oltre un certo limite non si può andare”.
L’assessore Barberini – in un dibattito con il professor Pier Giuseppe Pelicci, direttore del Dipartimento di Oncologia sperimentale Istituto europeo Oncologia di Milano, moderato dal vice direttore del Tg3 Giuliano Giubilei – ha evidenziato “la necessità di costruire un nuovo modello di sanità umbra, che metta al centro la persona e non punti più soltanto sugli ospedali ma valorizzi anche prevenzione, cure primarie e servizi territoriali”.
“Oggi – ha detto – la visione ospedalocentrica è superata e non risponde più alle esigenze di una società profondamente cambiata, in cui la cronicità assorbe il 70 per cento delle risorse. Serve un salto di qualità verso il cambiamento, un rapporto diverso con operatori e territorio, per dare risposte più adeguate ai bisogni di salute dei cittadini. Con il nuovo Piano sanitario regionale proveremo a farlo, partendo dal basso, con la partecipazione di della comunità regionale e di tutte le categorie interessate. L’obiettivo è realizzare una nuova sanità umbra, che punti su qualità, equità, universalità, accessibilità, innovazione, merito e competenza”.
All’iniziativa sono intervenuti come relatori illustri professionisti della sanità umbra come Francesco Puma, direttore della struttura complessa di Chirurgia Toracica dell’ospedale di Perugia, Ettore Mearini, direttore della struttura complessa di Urologia dell’ospedale di Perugia, Sandro Carletti, direttore della struttura complessa di Neurochirurgia dell’ospedale di Terni, Silvio D’Alessandro, psichiatra Csm Assisi e Bastia Umbra, Pier Giuseppe Pelicci, direttore del Dipartimento di Oncologia sperimentale Istituto europeo Oncologia di Milano.