Sanità, Pd provinciale: “Cambiamento, discontinuità, competenza: lo chiede la gente”
PERUGIA – Cambiamento, discontinuità, competenza, capacità di progettare innovativi percorsi gestionali, più donne ai vertici, nuovo atteggiamento nell’organizzazione della sanità umbra. Questo, in estrema sintesi, il senso della posizione dell’assemblea del Partito democratico della provincia di Perugia sul tema delle nomine dei direttori generali e più in generale sul futuro del sistema sanitario regionale. L’organismo – riunitosi nei giorni scorsi – ha messo tutto nero su bianco, in un documento approvato all’unanimità, in una sala affollata e ricca di contributi, nel quale viene chiarito subito che “la sanità pubblica è un bene imprescindibile ed inalienabile e come tale va aggiornata, qualificata e riallineata con le mutata esigenze di una società che sta cambiando velocemente”.
“Il Pd provinciale di Perugia – si dice nella nota – ha da tempo intrapreso un percorso di partecipazione, incontrando professionisti del settore, associazioni, cittadini confrontandosi con proposte, sia sul piano sociale che sanitario. In questi incontri è emersa la necessità di affrontare una serie di temi: tempi di attesa troppo lunghi per alcuni esami, visite mediche e pronto soccorso, rilanciare la medicina del territorio anziché ricorrere alle strutture ospedaliere, razionalizzare i servizi ed investire in prevenzione, affrontare con decisione il tema della non autosufficienza e del’ integrazione al reddito per le tante famiglie umbre che si sono trovate ad affrontare una crisi lunga e dura” .
“Il quadro che ne esce – si dice ancora nel documento – è quello di una forte spinta a rigenerare nuove politiche per la nostra sanità. Nei vari incontri sul territorio si è nettamente percepita la necessità di cambiare passo, di valorizzare le cose positive fin qui fatte, di continuare ad in-vestire nella buona sanità intervenendo però sulle cose che non vanno. Un cambiamento che è a fondamento anche della nostra proposta politica e su cui è stato chiesto un mandato nella recente campagna elettorale. Le sfide a cui tutti noi siamo chiamati, devono essere affrontate con decisione e con “spirito di corpo”, definendo una strategia politica che rilanci la medicina nel e del territorio, specializzi la rete ospedaliera, semplifichi e razionalizzi funzioni e spese , che ragioni in termini di sanità interregionale che valorizzi professionalità e faccia della meritocrazia la stella polare di riferimento per chi è chiamato a dirigere la sanità a tutti i livelli, ricollocando la nostra Regione realmente al centro di un percorso di rinnovamento”.
“La nostra sanità – si sottolinea ancora – deve riappropriarsi di competenze e professionalità in grado di capire, affrontare e risolvere le sfide di riorganizzazione imposte dalle nuove normative, sia in relazione ai nuovi criteri qualitativi ospedalieri sia in rapporto alla ridefinizione di una nuova organizzazione del lavoro”.
Nel documento si parla anche dei “tagli economici progressivi e lineari, fatti dai vari governi, che hanno gravato sul sistema sanità, spesso a spese degli operatori e degli utenti: l’Umbria ha sempre fatto la sua parte, ma oggi dobbiamo conciliare il recupero di competitività, con il mantenimento dell’eccellenza qualitativa del sistema. Essere una regione di riferimento e virtuosa da un punto di vista della gestione economica è un punto di forza, ma “scivolare” verso il basso nelle graduatorie che misurano il livello qualitativo e delle prestazioni sanitarie testimonia delle difficoltà che non possono essere negate e anzi devono essere affrontate con tempestività e decisione. Le esigenze ed i bisogni dell’utente devono essere messi al centro della nuova organizzazione sanitaria uscendo dall’autoreferenzialismo troppo spesso praticato in questi anni dal sistema sanità”.
“La nostra sanità – viene ribadito dal Pd provinciale di Perugia – è un bene prezioso e in questi anni è stato, difeso, supportato, governato da politiche serie ma oggi occorre uno slancio in più. Ciò passa attraverso un radicale cambiamento delle politiche fatte e da un nuovo atteggiamento dei vertici dell’organizzazione sanitaria. Una nuova politica che deve coinvolgere tutto il sistema, incidendo radicalmente sui punti nevralgici e nodali dell’organizzazione, nel rispetto delle reciproche competenze, la politica deve indirizzare le scelte ed i manager debbono attuarle, un corto circuito su questo punto diventerebbe incomprensibile ed addirittura dannoso. Quindi nuove politiche in grado di realizzare nuovi progetti con un’ottica di innovazione e crescita, che vada a beneficio di tutta la comunità”.
E ancora: “in questo quadro complesso, in un momento storico decisivo per la nostra regione, convinti che le prossime sfide che ci troveremo ad affrontare siano determinanti per la qualità della vita dei cittadini e che non partiamo certo dall’anno zero, riteniamo imprescindibile che i prossimi Direttori Generali, che saranno chiamati a gestire il sistema nei prossimi anni, siano scelti sulla base delle capacità di progettare innovativi percorsi gestionali, di un impegno non formale nel nominare delle donne ai vertici della sanità, che siano in discontinuità con alcune scelte del passato ed in grado di conciliare le esigenze di razionalizzazione della spesa con il miglioramento del livello di garanzia della salute. Tale cambiamento è necessario”.
“Oggi – conclude il documento – più che mai la politica deve indirizzare i processi di cambiamento, il fine è quello di una sanità che garantisca una qualità della vita buona e all’altezza delle sfide che i cambiamenti ci pongono. Attardaci su questi punti in una discussione non di merito e autoreferenziale sarebbe un errore imperdonabile. Il Pd provinciale di Perugia auspica una discussione ed un progetto dove la sanità pubblica in tutte le sue componenti sia valorizzata e veda il cittadino al centro delle scelte”.
All’incontro ha partecipato anche l’assessore regionale a Salute, coesione sociale e welfare, Luca Barberini, che nel suo intervento, a conclusione del dibattito, ha ribadito la necessità di “una sanità più capace di soddisfare meglio le esigenze dei cittadini, con una visione meno ‘ospedalocentrica’ anche potenziando la rete dell’assistenza sanitaria territoriale con un ruolo diverso dei medici di base, dei distretti, dei dipartimenti, dei consultori, delle farmacie di servizi. Ci aspettano sfide importanti, rispetto alle quali non partiamo da zero, ma serve uno sforzo in più: la politica deve sapere interpretare i bisogni di un mondo che cambia, facendo scelte adeguate”.