Sanità, un 80enne alla guida di Prosperius. Barberini: “Se questo è rinnovamento, non c’è speranza per i giovani”

Dopo il giornalista con oltre quarant’anni di carriera nominato addetto stampa dell’azienda ospedaliera di Perugia, un altro pensionato conquista la sanità umbra. Si tratta di Domenico De Salvo, ex direttore regionale alla sanità oggi ottantenne, riconfermato alla guida dell’istituto Prosperius, società a capitale pubblico-privato che opera nel settore della riabilitazione a Umbertide, di cui è alla guida dal 2006. A sollevare il caso è l’ex assessore alla sanità Luca Barberini, che annuncia un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere “chiarimenti” e “capire com’è stata possibile una scelta del genere, con opacità da parte di chi l’ha compiuta e avvenuta nel silenzio di un partito regionale che sul tema, ormai da tempo, preferisce un silenzio che non ha nulla di innocente” e lancia l’idea di adottare un “Codice etico” per “porre dei limiti”.

“Non discuto sulle passate professionalità e competenza del dottor De Salvo, né sulla sua persona – evidenzia Barberini – ma ritengo paradossale e anacronistico scegliere un ottantenne alla guida di una struttura che opera in un settore delicato come la sanità, dove ricambio e innovazione vengono chiesti a gran voce da authority e cittadini”. Barberini spiega che “De Salvo è stato direttore regionale alla sanità fino al 2006 e, appena andato in quiescenza, è stato nominato ininterrottamente presidente del consiglio di amministrazione dell’istituto Prosperius. Il 21 aprile scorso, l’assemblea dei soci lo ha confermato in questa carica per altri tre anni, in rappresentanza dei soci pubblici come Asl 1 e comune di Umbertide, che detengono rispettivamente il 38 e l’11 per cento del capitale della società, mentre il privato ha il restante 51 per cento e il fatturato della stessa, che è di oltre 11 milioni di euro con circa 110 dipendenti, deriva quasi esclusivamente da risorse del fondo sanitario regionale”.

“Il presidente di questo istituto – continua il consigliere del Pd – ha per fini statutari il controllo dell’attività gestionale affidata al privato, proprio per garantire il controllo, la partecipazione e l’uso corretto delle risorse. Sono pochi quasi quindici anni ininterrotti in questo ruolo? È giusto che a svolgerlo sia un manager che al termine del mandato avrà oltre 80 anni? E prima ancora è corretto che in questi ruoli vengano nominati ex direttori regionali? Lo sbandierato rinnovamento, il ricambio e l’innovazione, necessari soprattutto in sanità e richiesti dalle nuove esigenze espresse dalla collettività, vengono ancora una volta calpestati da una politica sorda e arroccata su se stessa, con un atteggiamento incomprensibile e risposte inadeguate alle mutate condizioni sociali della nostra regione e del nostro Paese”.

Barberini si chiede anche “fino a quando si continuerà ad abusare della pazienza dei cittadini e quale speranza daremo ai nostri giovani se si prosegue instancabilmente a lasciare tutto come sta. Uno status quo – sostiene – che comincia a essere veramente sgradevole, per cui chi ha fatto certe e le istituzioni che le hanno avallate hanno il dovere di dare una risposta a questi interrogativi”.

Il consigliere del Pd propone quindi “l’adozione di un ‘Codice etico’ per le nomine in determinati ruoli di vertice, che ponga dei limiti a numero di mandati ed età, vietando presenze ventennali nello stesso posto e certi incarichi (contentini oggi non più tollerabili) a chi non ha avuto soddisfazioni elettorali, auspicando piuttosto l’applicazione di valori come rinnovamento, merito, competenza, idee e risorse giovani”.

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