Sanitopoli, Rosignoli indagata. Per il pm avrebbe distrutto la prova di un errore medico
PERUGIA – Gigliola Rosignoli è indagata per aver cancellato prove dal fascicolo di Sanitopoli. All’ex manager dell’Asl 3 è stato notificato l’avviso della chiusura delle indagini, con un 415 bis a carico proprio della Rosignoli. L’accusa è quella di falso per soppressione, in quanto la donna avrebbe aiutato un primario a nascondere un errore che sarebbe poi costato un rene ad un paziente.
L’accusa alla Rosignoli parte dall’interrogatorio dell’ex capo di gabinetto dell’ex presidente della giunta regionale, Maria Rita Lorenzetti, ascoltata prima della sentenza su Sanitopoli. Alla Rosignoli viene contestato dal pm Formisano l’aver eliminato dalla cartella clinica di un paziente parte del verbale di un’operazione in cui si attestava la somministrazione del liquido di contrasto che avrebbe consentito di chiarire le cause dello shock anafilattico per cui poi il paziente ha perso un rene.
Alle origini dell’indagine gli appunti della Santoni, che rassicurava la presidente. Il primario, aveva scritto la Santoni, “doveva stare tranquillo perché lei aveva fatto sparire il foglio”. Sollecitata dal giudice Giuseppe Narducci, la Santoni ha fatto il nome. Quel lei era riferito alla Rosignoli. Un nuovo filone di Sanitopoli quindi, nato dopo le condanne di Lorenzetti, Rosi e Di Loreto e il cui processo d’appello si aprirà il 22 gennaio.